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Roberto Cammarelle è campione olimpico dei supermassimi, riportando l’Italia sul podio più alto dei Giochi vent’anni dopo Parisi. È stato il giusto epilogo di un match senza storia: il biondo di Cinisello Balsamo che abita ad Assisi con la fidanzata Nicoletta ha surclassato il cinese Zhang Zhilei con una lezione memorabile. La lezione del più forte. Si temeva l’ambiente, si temevano le lunghe leve e la potenza dell’avversario, si temevano i giudici e le famigerate macchinette. Nulla di tutto ciò: il palazzetto presentava molti spazi vuoti e il tifo è stato caldo ma ben lontano dalla torcida attesa. Quanto alle altre due preoccupazioni, ci ha pensato Roberto a smontarle subito dopo il gong: concentrato, rapido, sempre con i fari puntati sul bersaglio, non ha lasciato scampo a Zhang, anticipandolo sempre a due mani, impedendogli di entrare nella guardia con le sue bordate, controllandolo come il gatto con il topo, mettendo colpi precisi che i giudici non potevano ignorare. Un’esibizione di tecnica e tattica che lo ha portato sul 6-1 del primo round, addirittura sull’11-3 nel secondo, con un paio di destri micidiali che senza caschetto avrebbero avuto effetti devastanti sul cinese. A quel punto bastava controllare, Cammarelle non ha mai corso rischi ed ha incrementato il bottino fino al 13-4 di fine terzo round. L’oro olimpico si avvicinava di corsa, all’angolo il c.t. Damiani gli ha solo intimato di mantenere la concentrazione, di non sprecare energie, di continuare a tenere un atteggiamento spavaldo sulle avanzate ormai scomposte del rivale. Poi, dopo 40" dl gong, una combinazione destro-sinistro di Roberto ha messo in ginocchio il povero Zhang e l’arbitro moldavo ha ritenuto giustamente opportuno interrompere il match per l’apoteosi tricolore. In dieci mesi Roberto Cammarelle ha conquistato Mondiale ed Olimpiade, guadagnandosi un posto nell’empireo della categoria più pesante. E’ la 28ª medaglia azzurra dei Giochi, l’8ª d’oro, la terza della boxe dopo il bronzo di Picardi e l’argento di Russo: un bilancio esaltante per i pugni azzurri, frutto di lavoro e programmazione, delle scelte e del peso politico del presidente Falcinelli, dell’umanità e della conoscenza del c.t. Damiani, della metodologia scientifica dell’allenamento del consulente russo Filimonov. Un patrimonio da non disperdere in vista di Londra 2012.
2 commenti:
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Luca
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