1.1.10

Vancouver 2010: gli azzuri sono pronti


Dalla piu' giovane ed inesperta ma piena di talento Federica Brignone al piu' maturo, che di esperienza ne ha da vendere e carico di gloria Armin Zoeggeler: l'Italia degli sport invernali, a chiusura del 2009, guarda con motivata fiducia al grande appuntamento del prossimo febbraio, quello con le Olimpiadi di Vancouver. In occasione dei grandi eventi, come i mondiali ed ancor piu' i Giochi, la sorpresa e' sempre in agguato e anche nella citta' canadese potrebbe ritrovarsi con la medaglia al collo anche qualche atleta lontano dalla ribalta: solitamente pero' sono i risultati dell'intera marcia di avvicinamento all'appuntamento clou che disegnano il ritratto dello stato di salute dei singoli atleti e dell'intera delegazione. Ed allora si puo' dire che a meno di un mese e mezzo dal via dei Giochi invernali l'Italia ha le carte in regola per fare bene, anche prendendo come estremi della squadra la 19 enne ed esordiente Brignone da una parte e, dall'altra, il supercollezionista di medaglie e di titoli Zoeggeler, il cannibale dello slittino per la sua fame (peraltro regolarmente soddisfatta) di successi.
La Brignone, valdostana di origini milanesi, e' figlia d'arte, perche' sua mamma e' Ninna Quario che ha scritto belle pagine della neve azzurra. I suoi 19 anni le consentono un cuore leggero, che si sposa alla perfezione con un talento di cui e' piu' che mai dotata. Ha collezionato un terzo e due quarti posti in quattro gare, con distacchi minimi dalle migliori. Insomma, ha la scioltezza mentale giusta e le potenzialita' tecniche per la grande impresa a Vancouver in gigante. Zoggeler - 47 vittorie in coppa del mondo con la grande sfera conquistata gia' la bellezza di otto volte - su quattro gare di questa stagione ne ha vinte due ed ha ottenuto due secondi posti.
Nelle ultime due Olimpiadi ha vinto l'oro. Ed ha piu' che mai voglia di mettere a segno una magica tripletta. Poi, sempre nello slittino, nel doppio ci sono le coppie Plankesteiner/Haselrieder e Oberstolz/Gruber, altri atleti abituati al podio, sudtirolesi volanti di cui ci si ricorda di solito proprio alle Olimpiadi. In mezzo, soprattutto nello sci alpino, ci sono le ottime prestazioni stagionali della squadra maschile: Max Blardone, gigantista, ha ottenuto una vittoria ed un secondo posto, con forma crescente e sempre comunque ad altissimi livelli. In realta' i grandi eventi lo hanno sempre tradito emotivamente: ma da quest'anno ha messo in piedi una squadra personale e questo potrebbe avergli dato il tocco magico in piu' che a Vancouver potrebbe fargli fare il salto di qualita'.
Nelle discipline veloci, mentre le sorelle Nadia ed Elena Fanchini stanno lentamente ritrovando lo smalto, in gran forma e' Werner Heel con due podi ed un rendimento costante. Grandi attesi sono poi sempre i fratelli Moelgg mentre ancora tutte da decifrare sono le condizioni fisiche reali dei cugini Peter Fill e Denise Karbon, entrambi fermati da infortuni. Karbon e' appena rientrata alle gare e sta aggiustando il tiro. Peter lo fara' a meta' gennaio: si tratta di vedere a che punto e' il suo fisico perche', per quanto riguarda il carattere e la tenuta psicologica, sia lui che Denise ne hanno da vendere. Per il resto la stagione non ha avuto punte esaltanti fatta salva la vittoria della coppia Genuin/Follis nella team sprint di fondo di Duesseldorf di inizio dicembre. Ma nel fondo l'Italia esplode solitamente proprio nei grandi eventi con tutti i suoi atleti di punta. Ed in molti giurano, e sperano, che succedera' anche a Vancouver. (Fonte: Ansa.it)

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