I Giochi Paralimpici sono l’equivalente delle Olimpiadi per atleti con disabilità fisiche. Poco più di cinquanta anni fa, nel 1948, il medico britannico Sir Ludwig Guttmann organizzò una competizione sportiva, i “Giochi di Stoke Mandeville“. La manifestazione era dedicata ai veterani della Seconda guerra mondiale che avevano riportato danni alla colonna vertebrale. Nel 1952 anche gli atleti olandesi parteciparono ai Giochi che divennero, così, una manifestazione internazionale. Stoke Mandeville, cittadina del Buckinghamshire, per molti anni ha ospitato la manifestazione. Dieci anni dopo, nel 1958, il medico italiano Antonio Maglio, direttore del centro paraplegici dell’Inail, propose allo stesso Guttmann di disputare l’edizione del 1960 a Roma, che quell’anno avrebbe ospitato la XVII Olimpiade. Così i “IX Giochi internazionali per paraplegici” si tennero nella capitale italiana. I contatti tra Guttmann e la delegazione giapponese presente a Roma per l’organizzazione di Tokyo 1964 permisero alla città giapponese di ospitare anche i Giochi internazionali di Stoke Mandeville del 1964. Due anni dopo, però, il progetto di fermò e Città del Messico, senza il sostegno del governo locale, non potè ospitare la manifestazione accanto alle Olimpiadi estive. Nel 1968, così, Israele si offrì come sede dei Giochi, nell’ambito delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della nascita dello stato. I Giochi di Stoke Mandeville furono di nuovo ospitati nello stesso paese dei Giochi Olimpici nel 1972 in Germania e nel 1976 in Canada. Nel 1984 vennero riconosciuti i “Giochi Paralimpici estivi” grazie all’impegno del Cio che approvò la nuova denominazione.Le prime Paralimpiadi Invernali si svolsero in Svezia, nel 1976. I Giochi sono ormai abbinati sistematicamente ai Giochi Olimpici veri e propri dal 19 giugno 2001 quando fu siglato un accordo tra il Cio ed il Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc). Nel 2003 è stato scelto un nuovo logo paralimpico, con tre “agitos” (dal latino “agito”, ovvero “io mi muovo”) in blu, rosso e verde, i tre colori più utilizzati nelle bandiere dei Paesi del Mondo. È un simbolo in movimento attorno a un punto centrale, che enfatizza il ruolo dell’Ipc come punto di riferimento per gli atleti di tutto il mondo. In Italia il termine Paralimpiadi è utilizzato ufficialmente dal 2004 con la nascita del Comitato italiano paraolimpico (Cip).Questi gli sport presenti alle Paralimpiadi Invernali: Biathlon: inserito nel programma paralimpico a partire da Lillehammer 1994. Curling in carrozzina: inserito per la prima volta ai Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, con un torneo ad otto squadre miste. Hockey su slittino: inserito nel programma paralimpico a partire da Lillehammer 1994. Sci alpino: presente sin dai primi Giochi Paralimpici invernali tenutisi a Örnsköldsvik, in Svezia, nel 1976. In quell’edizione si svolsero gare maschili e femminili di slalom gigante e slalom speciale per le categorie in piedi e disabili visivi. La discesa libera venne aggiunta a Innsbruck 1984; a Lillehammer 1994 fu la volta del supergigante. La categoria seduti, presente solo a livello dimostrativo nel 1984, fu inserita nelle gare da medaglia a Nagano 1998. Sci di fondo: presente sin dai primi Giochi Paralimpici invernali tenutisi a Örnsköldsvik, in Svezia, nel 1976.
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The idea
L'identità e la forza di una piazza tipicamente italiana. Riproduzione mediatica di una passione che cominciò a vivere e a liberarsi grazie al battito dello sciamano Chechi, guru metropolitano in una notte olimpica. Immateriale, "fittizia", contrariamente a quella di ogni nostro paese, ma che trascenda la rete e dia voce ai ricordi. Un blog didascalico ove ripercorrere attimo per attimo le istantanee dei nostri Giochi. Idea di nicchia, un tributo ad una città, alla sua gente e a tutti gli sportivi. Poi noi, i volontari. I ricordi del post olimpiade sono lieti e vivi come la trepidante attesa per la chiamata. Non si cancellano, rimangono scolpiti nelle menti e offrono un significato intenso, comprensibile ai più ma sconosciuto a molti. La Passione vive ancora qui! "Abita" nelle nostre immagini, in quelle di altri ex volontari e di semplici appassionati. La Torino Olimpica come non l'avete mai vista, per chi c'era e (soprattutto) per chi non c'era. Una galleria fotografica, umana e sportiva dove condividere istantanee di vita, venue e gare. Lo spirito olimpico non finisce con lo spegnimento del braciere, un'Olimpiade non può scorrere come acqua sul vetro nella memoria sportiva di un paese. Fermarsi lì, a quei sedici giorni, potrebbe essere l'errore più grande. Da qui l'idea... tenere in vita quello spirito e liberarlo altrove, per la rete. Qui, in noi, la passione di chi quei giochi li ha costruiti e vissuti. Di chi non vuole togliersi dalla testa quei ricordi, quelle musiche e quell'atmosfera unica. Riviverli con nostalgia nel quotidiano come una propria pausa olimpica. Amori nati all'ombra della Mole, amicizie, rapporti umani che travalicano ogni generazione ed ogni bandiera o religione. Si accende nuovamente il sorriso, sentire ancora quell'incedere... passione, cuore, delirio di emozioni. Torino 2006: 41.500 richieste, 26.000 volontari, 46 anni di attesa, 80 nazioni, 3149 atleti, 1122 donne, 2027 uomini, 509 medaglie, una città, un paese, il mondo, 1 blog. Passion Still Lives Here.
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