21.4.08

Cunego vince l'Amstel Gold Race


xxolympicwintergames.blogspot.com_Article Il Sole 24 Ore
Classiche leggendarie come la Rubaix o prestigiose come l'Amstel. Ben figurano, da sempre e storicamente i nostri colori. Sarà per una certa predilezione del nostro movimento verso le gare in linea, sarà perchè a stretto giro di posta è destinata ad iniziare la corsa Rosa. Cunego dopo tre stagioni piuttosto in ombra sembra esser tornato il Damiano scattante, agile ed aggressivo di "un tempo". Il ciclista che quando scatta sa far male alle gambe. Tra poche settimane il Giro d'Italia, il veronese sarà sicuramente tra i protagonisti.
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Forse è la volta buona. Non diciamolo troppo forte, anzi meglio toccar ferro: però i segnali buoni ci sono tutti. Damiano Cunego, 26 anni, l'ex golden boy del ciclismo italiano, non è più boy ma è tornato ad essere un campione.Lo si è visto ieri alla Amstel Golde Race, la classica olandese che ha aperto la settimana delle Ardenne nel segno dell'Italia. Cunego, che veniva dai successi spagnoli, vince alla grande dopo 256 chilometri di strappi e muri, di curve spericolate e di un mare di folla (50mila tifosi negli ultimi mille metri) che neanche il Tour de France.L'unico a resistergli, una volta saltato il campione di Spagna Joaquin Rodriguez, è Franck Schleck, il lussemburghese magro come un'acciuga che al Tour 2006 l'aveva staccato sull'Alpe d'Huez. Ma questa volta è un'altra storia. Nel senso che non c'è storia. Cunego ha una marcia in più: e ai 200 metri, quando Schleck s'ingobbisce facendo boccacce, se lo scrolla di dosso come una mosca fastidiosa. Che vuoi? Pussia via, sembra dire il capitano della Lampre che si prende anche il gusto di voltarsi indietro prima di tagliare il traguardo. «Inebriante», commenterà poi Cunego con un pizzico di narcisismo. Buon segno anche questo. Perchè Damiano non è mai stato un ragazzo modesto, come si può ricordare quando nel 2004, al Giro d'Italia, sfilò da sotto il naso a Simoni, suo capitano, la maglia rosa. E se torna a fare lo spaccone, vuol dire che la strada è tornata a sorridergli come in quel magico 2004 in cui tutto gli andava bene ma che poi pagò con un lungo periodo di purgatorio che forse ha definitivamente scontato.Cunego in questi anni ha fatto tante cose. Ha cambiato squadra, diventando capitano della Lampre. Poi è diventato padre di una bella bimba che si chiama Ludovica, e si è anche sposato con Margherita. Insomma, meno grilli e più responsabilità. Meno auto da 200 all'ora e più orari da rispettare. Meno Jim Morrison, il suo idolo dei Doors, e più ninne nanne e carrelli della spesa. La cosa curiosa è che Cunego era venuto alla Amstel Gold Race solo per prepararsi alla Liegi-Bastogne-Liegi, la "Doyenne", la corsa che a Damiano piace di più. «Pace, meglio così», dice. «Intanto ho messo un po' di fieno in cascina. Vincere la Liegi ora sarà più dura. Però intanto vado a letto tranquilllo. Battere anche Valverde mi dà più sicurezza per il futuro. Comunque non cambio i miei piani. Quest'anno, oltre a qualche classica, voglio puntare al Tour de France. Penso che sia l'anno giusto per me, l'importante è che non mi faccia prendere dalla voglia di strafare».Insomma, un Cunego brillante che mette la sua ipoteca anche sulla Liegi. Anche se è meglio non contarci troppo perchè, dopo questo exploit, il veronese sarà uno dei controllati a vista. Chi può dare qualche soddisfazione, tra gli italiani, potrebbe anche essere il vecchio Davide Rebellin che ieri, per la cronaca, è arrivato quarto dietro allo spagnolo Valverde. Rebellin sta molto bene e nel 2004 l'ha già vinta una volta. Ma si vedrà. Ora godiamoci la Freccia Vallone con l'arrivo in salita sul Muro di Huy. E' una splendida classica che ha sempre portato fortuna agli italiani che da queste parti sono quasi più numerosi dei belgi.


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