11.6.08

Italia, tira aria di assedio


xxolympicwintergames.blogspot.com_Luca e Corriere.it


O dentro o fuori. Neppure un labile, labilissimo attimo per fare mente locale e riflettere. Poche ore. Pronti via, ora e subito, o dentro o fuori. L'Italia è costretta a cambiar passo dopo il debutto choc e le tre impallinature subite per mano di una sufficiente Olanda. Limiti evidenti per la squadra di Donadoni: alcuni giocatori non in forma, l'infortunio di capitan Cannavaro, scelte ampiamente discutibili e difesa centrale che definire traballante è dire un eufemismo. A tutto ciò si uniscono quei frangenti che esulano l'ambito puramente agonistico e ti fanno capire da subito che aria tira. Istantanee di fortuna, rimpalli o gesti da cui intendi immediatamente come potrebbe andare la prosecuzione del cammino. Con esse... amarezza, molta, per un debutto che poteva essere e non è stato. Scoraggia l'approccio psicologico complessivo di un'Italia orfana della grinta mondiale e del suo muro di Berlino. Sotto di un goal, con regolamenti che continuano a "cambiare" in corso d'opera neppure fosse la "tedesca" in strada tra vicini di casa (vedere oggi il Portogallo), l'Italia si è affannata subito al fine di recuperare. Reazione scomposta, a tratti disorganizzata. Di cuore, ma sterile e sfortunata. Al momento del goal di Ruud VN mancava più di un'ora al termine della partita. In tutto quel tempo si fa l'Italia.
Personalmente prima di Olanda - Italia ero possibilista sulla buona riuscita della nostra nazionale. Convinto sin dall'inizio che nella mediocrità un po' generale del torneo - cosa fisiologica quando ormai alcuni giocatori hanno oltre 50 partite sul groppone - Portogallo e Spagna continuassero ad avere da subito enormi possibilità di successo. L'Italia? Da tifoso più che speranzoso, anche se nutrivo e nutro la convinzione che il nostro Europeo sarà quello del 2012. Speriamo di anticipare il tutto di ben quattro anni. Sta di fatto che il debutto azzurro è stato da brivido, con un passivo di marcature che speriamo non risulti indigesto. Occorre coraggio e carattere, ma soprattutto calma e unità. Ecco, l'unità. Certo è infatti che in questo momento sulla nazionale tira un' aria di puro assedio. La stampa, i media in generale, i tifosi scagliatisi contro quello che per loro è diventato da subito "l'uomo medio". Assedio totale con la stampa di mezza Europa che già si diverte. Disfattismo popolare tipicamente italiano misto a critiche costruttive e inutilmente feroci, in alcuni casi più prossime addirittura al conflitto di interessi. Assedio, stesso clima che ha connotato due delle quattro stelle presenti in didascalia. Tutto come dice Sacchi potrebbe esser compromesso... ma non credere in un recupero sarebbe un errore imperdonabile. In piedi ragazzi!

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L'ex ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ha fatto scuola anche tra gli azzurri. «Non ci sentiamo bamboccioni. Le critiche tecniche vanno bene, ma ci sono anche tante critiche superflue e inutili. Non ero più abituato all'Italia, spesso da noi è così», ha detto in conferenza stampa Fabio Grosso, campione del mondo che ora gioca a Lione. «Tutto il gruppo va avanti o perde insieme. Abbiamo voglia di rifarci e lo dimostreremo», ha detto il terzino. «Con la Romania è una partita da non sbagliare, ma nel gruppo non c'è paura. Lo spirito pre-Mondiale c'è e lo dimostreremo. Siamo consapevoli della nostra forza». «Nessuno di noi ha mai pensato al ritorno di un altro ct. Noi siamo con Donadoni e andremo avanti per la nostra strada», ha detto il difensore ex Barcellona, ora passato a Milan. «La prossima gara con la Romania è la classica partita da dentro o fuori, in cui dobbiamo dare il massimo, lottare e arrivare primi su ogni pallone. L'unico risultato che ci serve e interessa è la vittoria perché dopo aver perso la prima, arriviamo con l'acqua alla gola». Secondo Zambrotta, alla partita contro la Romania «non bisogna attribuire significati extracalcistici perché il calcio, specie quello a livello di nazionali, deve solo affratellare». «Abbiamo fatto una figuraccia, ma credo che gli italiani abbiano ancora fiducia in noi. Abbiamo dimostrato in passato di potere fare bene», si dice convinto Luca Toni. «Abbiamo perso una battaglia, ma ce ne sono altre due. Se vinciamo con la Romania rimettiamo tutto in gioco. Dobbiamo cercare di tornare l'Italia di prima. E soprattutto vincere. Più che un problema di uomini», svicolando sul possibile insierimento di Del Piero al posto di Di Natale, «dobbiamo essere bravi come squadra». Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, difende il ct Roberto Donadoni. «Leggendo i giornali ho capito che in questo Paese non c’è il diritto a perdere. Si sono scatenate polemiche da una parte logiche, ma dall’altra esagerate. Si è già messo in discussione l’allenatore, e dopo una sola partita mi sembra esagerato», il detto il capo dello sport italiano. «C’è stato un tiro a segno nei confronti di Donadoni, che io continuo a difendere. Dobbiamo dimenticarci di avere vinto il Mondiale, perché l’Europeo è forse anche più difficile. Tutti sparano contro Donadoni, ma è ridicolo celebrare già qualcosa di drammatico dopo una sola partita».


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