24.8.08

Damiani, il fascino dello sport genuino

Pechino 2008_Repubblica
"Roberto, ascoltami... Tutte le sicurezze che ha in corpo adesso sono qui... Vai, vai che fra due minuti sei campione olimpico". Maestro di pugni, psicologo, paterno, spettacolare, istrionico. E' lui, il vero grande protagonista dell'Olimpiade azzurra della boxe: Francesco Damiani, già argento olimpico a Los Angeles, oggi manager della nazionale di boxe: tre medaglie con sei iscritti. Ma anche uno show continuo all'angolo dei pugili italiani; un divertimento unico starlo a sentire negli intervalli tra un round e l'altro. Perché Francesco ne dice di bellissime e, nello stesso tempo, spiega e chiarisce quello che è successo e quello che succederà. Questa sera, però, nella palestra dei lavoratori di Pechino, non c'è stato bisogno di tattica. Cammarelle ha sistemato il problema cinese alla prima ripresa con un gancione che ha messo a tacere le velleità di Zhang Zhilei. E, allora, non essendoci nulla o quasi da spiegare, Damiani si è lasciato andare alla sua indole entusiasta e romagnola. Fine della prima ripresa e Cammarelle arriva all'angolo sul 5-1 a suo favore. A bordo ring, con Damiani, c'è quel signore bassetto e bene in carne che molti avranno visto in televisione. Quello è il Ct della nazionale azzurra di pugilato, non uno qualsiasi. E' russo e si chiama Vasilij Filimonov, uno che la boxe la insegna da decenni. Vasiliji, dunque, prova a esercitare il suo ruolo e comincia a urlare con voce stridula e accento russo qualcosa come: "Bravo Roberto, bravo Roberto. Ora avanti e colpisci, avanti e colpisci". L'azzurro lo guarda interrogativo, Damiani lo guarda e basta e il russo, nonostante, teoricamente sia più alto in grado, si tace. Allora Damiani assume la posizione che preferisce: dentro il quadrato, spalle verso il centro del ring, vis a vis con il suo ragazzo e, agitandogli le manone in faccia, gli urla: "Non farlo venire avanti, deve avere paura di venire avanti". E poi, con sintesi estrema quanto efficace: "Su le mani... E quando meni, meni". Cammarelle non ha proprio problemi a far paura al cinese. Zhang Zhilei, che pure è alto due metri, dopo i primi sganassoni capisce che non è aria. Ogni volta che si avvicina, Roberto lo prende con facilità e Damiani, all'angolo gongola. Tra la terza e la quarta ripresa Filimonov prova ancora a parlare di tecnica. Questa volta Damiani gli dice proprio: "Stai zitto, tu" e poi si rivolge a Cammarelle e gli fa il conto alla rovescia: "Te l'avevo detto che finiva come con l'altro, questo lo metti ko. Due minuti e sei medaglia d'oro". Cammarelle va, sistema il cinese prima del limite e torna ancora all'angolo. Questa volta anche Filimonov esulta e gli dà delle tremende pacche sulla testa gridando: "Bravo, bravo... Very good". Damiani, invece, prima salta giù dal ring esultante, poi risale gli balza in braccio a Cammarelle e comincia a gridare, ritmato: "Ro-ber-to, Ro-ber-to", uno spettacolo. Nel dopo incontro, Damiani è strafatto di stanchezza, dedica l'oro alla sua signora, poi confessa: "Non ce la faccio più a stare a bordo ring. E' stata una sofferenza. Parlerò con il presidente federale perché mi permetta di andarci solo ogni tanto". C'è da augurarsi che non succeda, la boxe perderebbe gran parte del suo fascino.

Nessun commento: