29.3.09

Inferno Ferrari, Brawn in paradiso


_Poche note e per me non positive. Dopo esser passati da circuiti a giostra la Formula 1 (o parte di essa) ha intrapreso la strada dei kartodromi cittadini. Le monoposto via via stravolte da regole spesso inefficaci sono divenute come dei goffi mezzi, sproporzionati tra anteriore e posteriore, lontane dall'avanguardia tecnologica che questo sport ha sempre rappresentato. Poi il Kers e regole cambiate sino al giorno prima di calare la visiera e dare gas. D'accordo il ridimensionamento dei costi, questa però non è Formula 1. Le regole che avrebbero dovuto aumentare lo share in nome del Dio spettacolo stanno narcotizzando questo sport. Quello andato in scena a Melbourne non è chiaramente un Gran Premio, Brawn o meno, Ferrari o no. Non parla il tifoso di Maranello ma chi ama questo sport ancor prima che osannare determinati colori. Infine: prestiamo molta attenzione al vincitore del primo Gp stagionale. Negli ultimi dieci anni o quasi chi ha vinto la prima gara iridata ha conquistato il titolo a fine stagione.
_Doppio ritiro per la Ferrari, doppietta della Brawn, Hamilton quarto con una rinata McLaren e Hamilton sul podio: basterebbe questo per fare del Gp d'Australia una gara davvero speciale, ma c'è stato dell'altro con Trulli che arriva terzo, festeggia con il team e poi dopo ore dalla fine della gara viene retrocesso al quarto posto per far spazio ad Hamilton. Tutto è nato dal fatto che in regime di safety car Trulli esce di pista, finisce sul prato e viene così passato da Hamilton. Trulli però torna in pista e, sempre in regime di safety car, risorpassa Hamilton. I giudici però, dopo mille analisi, hanno deciso che quello di Hamilton non si poteva considerare un sorpasso (Trulli in quel momento era fuori pista), mentre quello dell'italiano si: addio podio per la Toyota...
Colpi di scena su colpi di scena, quindi, come quello di Vettel che è stato stabilmente al secondo posto per tutta la gara per poi rovinare tutto con l'aiuto di Kubica. I due a pochi giri dalla fine si sono toccati distruggendo le macchine e sciupando un'occasione storica per entrambi. Se infatti il primo stava per arrivare sul podio al debutto con il nuovo team, Kubica era velocissimo, al punto che poteva sperare perfino di andare a prendere Button. E non si capisce quindi la necessità - da una parte - di resistere alla follia - e dall'altra di attaccare a testa bassa in un punto molto pericoloso.
Una gara pazzesca insomma, piena di sorpassi e di colpi di scena, anche da parte del team che ha dominato, la Brawn: Barrichello è partito malissimo, poi ha innescato una pericolosa carambola e semi distrutto la sua macchina per poi resistere fino al primo pit stop e quindi salire sul podio grazie alla frittata fatta dalla coppia Vettel-Kubica.
Va detto in ogni caso che se la Brawn va forte e domina, Ferrari e McLaren hanno dimostrato comunque di non essere così disastrose: a inizio gara il Kers ha permesso una serie di sorpassi insperati e soprattutto Raikkonen e Massa hanno fatto infiammare gli animi dei tifosi, già rassegnati al peggio. D'altra parte lo stesso Raikkonen nel dopo gara - forse proprio per il nervosismo del ritiro - si è lasciato sfuggire che già in Malesia "il gap con la Brawn potrebbe essere colmato". A cosa si riferisse precisamente il finlandese è un mistero ma è chiaro che sia pure nell'impossibilità tecnica di rifare completamente la macchina per avere lo stesso estrattore aerodinamico della Brawn a Maranello qualcosa devono avere nel cassetto, probabilmente una soluzione intermedia che avvicini un po' le prestazioni della rossa a quella delle bianche Brawn.
Ma cosa diavolo è successo in realtà alle Ferrari? I problemi appaiono enormi perché tutte e due le macchine sono state costrette al ritiro immediato, anche se tutto per ora è avvolto nel più totale mistero: per Massa sembra si sia trattato di un problema al servosterzo, per Raikkonen al differenziale. A proposito di affidabilità comunque la sorpresa della gara è stata proprio quella della Brawn, un team che ha fatto pochissimi test e che - viste fra l'altro le stratosferiche prestazioni fatte vedere nelle prove ufficiali - era sotto osservazione da parte di tutti. E invece no: non solo le Brawn non si sono rotte, ma grazie ai disastri combinati da Barrichello, hanno dimostrato di avere una robustezza record. E, soprattutto, un'efficienza aerodinamica talmente elevata da sopportare senza troppi problemi diversi giri di pista (con ottimi tempi) anche con l'alettone anteriore distrutto. Una doccia gelata per tutti: se la Brawn è capace di questo, significa che le sue prestazioni record non derivano solo dal magico e tanto discusso estrattore posteriore, ma da tutta un'aerodinamica molto sofisticata, da un bilanciamente perfetto della macchina (cosa che chi monta il kers non potrà mai avere) e da un motore (Mercedes) che va come un razzo. Insomma, quest'anno ne vedremo delle belle perché oltre alla Brawn nella lotta per la leadership si inseriranno anche Red Bull, Williams e Toyota. Ferrari e McLaren, si sa, sono d'ufficio quelli da battere, sempre e comunque...
(Fonte: La Repubblica & Luca Tittoni)

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