28.6.09

Carattere Pellegrini


_Cocciuta, ha inseguito il tempo perso una bracciata dopo l’altra. E ci ha messo chilometri. Li ha nuotati ogni giorno per far passare la paura: un approccio muscolare agli attacchi di panico.
Federica Pellegrini si muove così, da quando sedicenne si è presentata al mondo con un argento olimpico e ha detto: «Voglio l’oro». Quattro anni dopo lo ha portato a casa. Quando Laure Manaudou le ha rubato il primo record, l’ha guardata e ha pensato: ti raggiungo. E le ha soffiato primato e fidanzato. Una strada dritta, una conquista dopo l’altra con lo sguardo puntato sull’obiettivo successivo fino a che l’istinto da predatore si è placato e l’acqua le ha restituito un’immagine mai vista, la sua faccia spaventata. I 400 metri sono diventati un incubo, la distanza dei brutti pensieri e dei giorni sbagliati come la gara di Pechino, sempre nei 400, buttata e mai metabolizzata, come la crisi respiratoria che l’ha costretta ad affrontare l’idea di essere umana. Poi, in marzo, un’inglese le ha rubato il record dei 400 e si è riacceso il vecchio riflesso: «Lo rivoglio». Ha iniziato la caccia e annullato la distanza, tra lei è l’inglese, tra lei e il passato. Anche se ora sa che esistono le ombre: «Non potrà andare sempre così bene». Come se in quella strada dritta fosse necessario disegnare qualche curva e magari, in lontananza, una svolta. (Fonte: La Stampa di Torino)
_C’è la paura che ti blocca e quella che ti spinge al di là del confine. Il mondo di Federica Pellegrini è racchiuso in un duello di sensazioni che, stavolta, la portano sull’Everest dei 400 stile libero: record e fantasmi di una gara scivolosa cancellati per sempre. «Mi faccio paura da sola e, adesso, la farò agli altri. Paura, uno stato d’animo che a noi atleti fa bene...», racconta la ragazza d’oro del nuoto azzurro. La piscina di Pescara è quella di un evento, i Giochi del Mediterraneo, che, da ieri, brillano come mai: otto vasche, passaggi regolari, cronometro polverizzato. C’è il primato, ci sono i flash, c’è la storia da aggiornare. Ma, soprattutto, c’è il sorriso di una ragazza che, adesso, guarda alla distanza che l’ha tradita con l’aria di chi ha vinto la sua sfida. Un record è sempre rumoroso, un botto che spariglia i giochi. Questo lo è ancora di più perché arriva da lontano, ben oltre i 400 metri da consumare in fretta. La Fede d’Italia ha capovolto il suo di mondo, un pianeta dove avevano trovato posto ansia e tremori ogni volta che dai blocchi di partenza all’acqua c’era di mezzo la gara che l’aveva tradita fino ad impedirle di tuffarsi. «Ora è tutto alle spalle. Tutto diverso, sono serena, mi sento forte. Pescara è nel mio destino: il record del mondo, ma - così la Pellegrini - soprattutto la finale agli Assoluti di un mese fa, la sfida che mi ha fatto capire che questi 400 metri non erano più un problema». Un problema alle spalle, ma che ieri mattina ha provato a riprendersi la scena per uscire ko al primo affondo. È accaduto nelle batterie, una vasca con il freno a mano tirato. «Sì, è vero. Quando mi sono buttata al mattino per centrare la qualificazione alla finale ho sentito quella cosina che mi ha frenato nel recente passato. Ma - sorride Fede - è stato un attimo». L’Italia sobbalza, lo fa spellandosi le mani per il settimo primato del mondo della sua sirena d’oro. Dai Giochi del Mediterraneo ai Mondiali di Roma in agenda fra poco meno di un mese, da un’impresa consumata tutta d’un fiato a un sogno, da ieri, ancora più colorato. «Mi sto abituando troppo bene e, forse, è così anche per voi. Ho fatto una gara capolavoro, adesso voglio ripetermi ai Mondiali: quando dico che mi faccio paura è perché guardo il tempo e mi meraviglio visto che questo è il periodo dove ho raggiunto il punto più alto in fatto di carichi di lavoro. Che cosa sarò capace di fare più avanti?», sorride la Pellegrini. Il cronometro si è fermato brindando a un record che ritrova la sua regina dopo un intervallo di 15 mesi. La Pellegrini fa sette con la mano («I miei primati del mondo») e gioca in contropiede quando è chiamata a incidere la nuova dedica. «Il mio pensiero va al presidente del Cio Rogge. Le sue parole mi hanno fatto enorme piacere, ha detto che le mie prestazioni sono frutto del talento naturale e non per merito dei costumi che posso indossare. Lo ringrazio di cuore», così Federica. Già, i costumi. Quando esce dall’acqua del record, il primo flash è per una campionessa senza sponsor perché una piccola toppa nera copre il marchio ufficiale scelto dalla federazione per i propri atleti. «L’ho fatto per rispetto al mio sponsor personale», si chiude in difesa la Pellegrini prima di tornare in vasca per trascinare la staffetta 4x100 sl all’oro dei Giochi. Il nuoto azzurro fa festa, da Pescara arriva la scossa più attesa. Federica, la crisi, il panico su una distanza improvvisamente «nemica»: tutto alle spalle. «Penso che la crisi sia superata... Gli avevo chiesto di migliorarsi, si è migliorata», scherza il tecnico azzurro Castagnetti. Lei, la nuotatrice più veloce su una distanza che piace alle inglesi racconta di «tre anni per me difficili» e fissa un nuovo obiettivo di vita dopo la fatica di Roma. «Me ne andrò negli Stati Uniti con Luca (Marin, ndr), per me sarà una nuova esperienza di vita. Starò là sei mesi e tornerò più forte in tutti i sensi». E, la paura? C’è ancora, ma è quella che «a noi atleti fa andare più veloce». L’altra, la sensazione d’ansia che l’aveva messa in ginocchio è svanita. O, se ritorna, dura giusto il tempo di pochi secondi, 50 metri che non possono più mettersi di traverso fra la Pellegrini e il tetto del mondo. I 400 metri stile libero sono di nuovo suoi. (Fonte: Corriere della Sera)

Nessun commento: