25.8.09

Lee: "Sogno di battere Bolt"

Con la nuca di Usain Bolt inquadrata nel mi­rino, il diciottenne Dexter Lee si è già spostato sulla cor­sia di sorpasso. Fra meno di 3 anni — si augura il giovanot­to —, sarà il fulmine Light­ning Bolt a tallonarlo.
L’ap­puntamento è all’Olimpiade di Londra 2012 e sarà un duel­lo all’ultimo centesimo di se­condo. Giamaica contro Gia­maica: lo sfidante dell’uomo più veloce del mondo sta cre­scendo, a forza di patate, pe­sce, riso, fagioli rossi e due ore di allenamento al dì, nel­l’isola natale del campione in carica. Stessa dieta, stessa aria, stesse spiagge e stessa voglia di fuggirne. Di corsa. Il quotidiano spagnolo El Mundo è andato a cercare a Montego Bay l’uomo, o me­glio il ragazzo, che (forse) da­rà filo da torcere all’inarresta­bile re dei 100, dei 200 e, chis­sà, prossimamente dei 400 metri e magari del salto in lungo. Lo ha trovato al club di atletica dell’Istituto tecnico Herbert Morrison, e straordi­nariamente simile al suo mo­dello: stesse gambe infinite, un metro e 90 d’altezza, 85 chili di peso, un palmarès bu­limico. Di più: dal confronto tra il grafico dei record e delle me­daglie con quello dell’anagra­fe, si scopre che Dexter è già avanti da quando ne aveva 16. Davanti a tutti i suoi con­nazionali, Bolt incluso. Alla stessa età, re Usain non era ancora campione mondiale juniores nei 100 metri e sarebbe stato battuto dal coetaneo Dexter, nei 200, per 3 centesimi di secondo. Certo, non è detto che il piccolo gigante continui così. Ma in Giamaica, dove si cu­stodisce gelosamente lo stam­po dei velocisti imbattibili, il suo allenatore, Claude Grant, è convinto di avere per le ma­ni la prossima saetta mondia­­le, l’erede naturale di Usain Bolt. Li separano cinque anni d’età, poco più di mezzo se­condo nei 100 metri e quasi due secondi nei 200. Ancora un’eternità, nell’atletica. Fin­ché non scenderà sotto i 10’’, sulla prima distanza, e sotto i 20’’, sulla seconda, Dexter do­vrà continuare a parlare di Bolt come del suo idolo, del suo Superman. Va da sé che, a Montego Bay, l’aspirante campione si sta impegnando a fondo per fargli le scarpe. Così, tanto vale portarsi avanti anche con la sua bio­grafia. Niente prevedibili sto­rie di miseria e riscatto: Dex­ter appartiene a una famiglia benestante. I suoi genitori la­vorano in un’importante im­presa di telecomunicazioni e i figli andranno tutti all’uni­versità. Dexter si allena dopo aver reso omaggio al suo albe­ro portafortuna, un monu­mentale prugno selvatico, che sopporta gli assalti rituali con saggio orgoglio: tra i suoi rami matura la frutta da esportazione più preziosa del­l’isola.(corriere.it)

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