29.9.09

Il mondo a Copenaghen

Su due piedi verrebbe da dire Copenaghen caput mundi. Arrangiamento linguistico poco nordico ma molto reale. La capitale danese è infatti il luogo prescelto per la designazione dello stato-città che ospiterà i Giochi Olimpici del 2016. Tutto ciò soltanto una manciata di settimane prima del vertice mondiale sul clima. Rio de Janeiro sembrerebbe avere una marcia in più e nelle ultime ore anche la benedizione del presidente della FIFA Blatter. Chicago però ci crede e la presenza dello staff presidenziale al gran completo ne è la prova. Madrid non si arrende e puntella la sua candidatura puntando sul clima con le sue 7,5 ore di luce ogni giorno, il precedente entusiasmante di Barcellona 1992, cibo e cultura. Zapatero e re Juan Carlos voglinono - dopo i numerosi successi sportivi iberici - tornare all'aeroporto di Barajas con la bandiera olimpica in pugno. Più defilata Tokyo che silenziosa mostra la sua forza organizzativa e che forse dal punto di vista infrastrutturale vanta un'eccellenza non raggiungibile dagli altri candidati. Basti pensare agli impianti del '64 ancora perfettamente funzionanti dopo mezzo secolo. In questa "partita" ci sarà soltanto un eletto, nel vertice di dicembre speriamo che l'eletto sia il mondo intero.
Sport e ambiente il connubio c'è per valori e non solo. Speriamo che da Copenaghen rispondano presente in molti. Sotto riportiamo i rispettivi siti delle città che si contenderanno la nomina olimpica.
Quattro città si contenderanno venerdì prossimo l’onore, l’onere e gli affari di organizzare i Giochi Olimpici del 2016: la gara si svolgerà a Copenaghen, dove si riunisce il plenum dei “Signori degli anelli”, i membri del Comitato Internazionale Olimpico che delle Olimpiadi è detentore dei diritti. Le quattro città sono Chicago, Madrid, Rio de Janeiro e Tokyo. Gli esperti e gli elettori hanno già minuziosamente studiato e analizzato i dossier della candidatura: dicono che nessuno sia così più forte degli altri da calamitare i voti. Le lobbies sono all’opera per convincere altezze reali, ex campioni e dirigenti sportivi a vario titolo, l’elettorato attivo. I bookmakers inglesi danno nettamente favorita Chicago, sotto la pari: cioè giochi dieci euro e la vincita è inferiore a dieci euro. Rio de Janeiro è a due contro uno, Tokyo a 6 e Madrid a 12.
L’alta quota di Madrid si deve al fatto che i Giochi del 2012 si terranno a Londra: dal 1948 soltanto una volta una città europea seguì un’altra città europea (Londra 1948, Helsinki 1952); ogni altra volta ci fu una alternanza dei continenti. Su questo punta Roma che vorrebbe candidarsi per il 2020: vincendo Madrid, l’ipotesi sarebbe impraticabile; tre OLimpiadi consecutive in Europa non sono nelle corde (e nella borsa) del Cio che subisce il “fascino” delle multinazionali sponsor e degli affari.
Chicago è data per favorita anche per l’effetto Obama: è la sua città. Per il momento è stata assicurata la presenza di Michelle alla votazione; se arrivasse anche il Presidente vorrebbe dire che i Giochi sono fatti: non metterebbe la faccia su di una sconfitta. Chicago doveva già organizzare i Giochi nel 1904, ma furono spostati a St Louis, dove si teneva il Festival delle Razze (a proposito di politically correct...).
Rio de Janeiro ha due carte buone: il Sudamerica non ha mai ospitato i Giochi Olimpici dal 1896 quando furono reinventati dal Barone De Coubertin, e il Brasile rappresenta un Paese economicamente emergente. Organizzerà i mondiali di calcio del 2014: gli daranno da gestire i due più grandi eventi mediatici del palinsesto mondiale?
Tokyo dicono che abbia il più bel dossier: farebbero un’isola nuova per costruirci il Parco Olimpico, che ormai è un must nell’organizzazione dei Giochi non essendo più proponibile, per ragioni di trasporti e sicurezza, una spalmatura dei siti in un territorio troppo vasto. Contro Tokyo sta il fatto che i Giochi sono appena andati in Asia, Pechino 2008.
La contesa è incerta: Roma 2004 aveva la vittoria in tasca contro Atene, ma in una notte a Losanna tutto cambiò; i “Signori degli anelli” scelsero la Grecia che avevano bocciato per il 1996 preferendole le bollicine della Coca Cola di Atlanta. Il 2004 fu anche un risarcimento: anche Roma ha “diritto” al risarcimento 2020... (Fonte: Il Messaggero)

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