10.9.09

Italia, bene così

Gli azzurri ad un passo dall'imbarco per il Sudafrica, ai ragazzi di Lippi basterà infatti un solo punto per la qualificazione alla rassegna mondiale del 2010. Il tecnico viareggino ha cambiato la squadra ha risposto. Di ottima fattura entrambe le marcature azzurre e la gestione complessiva dell'incontro con efficaci movimenti sia in attacco che a centrocampo in fase di proposizione e di chiusura. L'Italia ancora a corrente alternata rialza la testa in cerca di quella continuità che la metterebbe in grado di difendere il titolo mondiale conquestato a Berlino. Per ora bene così ragazzi, ma niente entusiasmi, la Bulgaria è poca cosa.
L’Italia è a un passo, anzi a un punto - se fatto in Irlanda -, da Sud Africa 2010. Questa è la notizia principale dopo Italia-Bulgaria. Ma quello che resta negli occhi della sfida dell’Olimpico è il bel gioco degli azzurri, che hanno finalmente appagato tifosi e critica con un signor primo tempo, coniugando risultato e spettacolo. Lippi ha cambiato modulo. Con umiltà, perchè il 4-3-3 è naufragato in Confederations Cup, e il 4-4-2 classico delle ultime due uscite aveva denunciato limiti in fase di manovra. E allora vai con il rombo. Che va di moda in Italia: lo fanno Inter, Juventus e Milan. Che utilizzano l’elemento di maggiore fantasia della propria squadra come trait d’union tra centrocampo e attacco, che sia Sneijder, Diego o Ronaldinho. E siccome Lippi un giocatore con queste caratteristiche non lo ha in gruppo, ha fatto di necessità virtù, avanzando Pirlo nel suo vecchio ruolo di fantasista. Il milanista ha risposto alla grandissima, con assist al bacio e tanta qualità spalmata nell’arco dei 90’. Ma Lippi ha scelto la qualità tout court in mezzo: tutti piedi buoni, da De Rossi, la cui assenza per squalifica a Tbilisi si era fatta sentire, a Camoranesi, che non sarà in grande forma atletica, ma ha sempre talento da vendere. E poi il c.t. si è affidato a Marchisio, ragazzo che abbina qualità e quantità in maniera sorprendente. E che ha i mezzi per diventare una colonna azzurra. Insomma, niente mediani puri, ma giocatori di talento, disposti a sacrificarsi per il bene della squadra. Del resto la ricetta Champions degli ultimi anni è chiara: in Europa fanno strada le squadre che giocano a pallone, con vocazione e atteggiamento offensivo e la voglia di imporre il proprio gioco. Stasera ha funzionato anche per gli azzurri. E anche di più. Nel senso che di bianconeri in campo dal 1’ contro la Bulgaria ce n’erano addirittura sette. Compresi i due che sono finiti nel tabellino dei marcatori, Grosso e Iaquinta. Ma più in generale l’atmosfera dell’Olimpico è stata favorevole agli azzurri, che si sono sentiti la fiducia addosso fin dall’inizio, e stavolta hanno saputo ripagarla. La complicità dei compagni di squadra in bianconero ha facilitato le cose, così come la conoscenza dei reciproci sincronismi di gioco. Vedremo se Lippi insisterà su questa falsariga o se si è trattato di un episodio circostanziato, favorito anche dalla sede della partita - appunto Torino -. Una buona fetta del pubblico dell’Olimpico nel secondo tempo, con la partita già in saccoccia, si è esibita in cori per tutti i bianconeri, con Del Piero ovviamente invocato a squarciagola, e al triplice fischio finale ha chiamato i suoi beniamini sotto la curva. Una botta di entusiasmo che, a prescindere dal valore assoluto della Bulgaria, ha fatto bene a tutto l’ambiente. Se l’Italjuve avrà un futuro è ancora presto per dirlo, per adesso, anche se siamo a Torino e non (alla mostra del Cinema di) Venezia, "buona la prima". (Fonte: Gazzetta dello Sport).

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