13.10.09

Dramma Vanderbroucke

È finita tragicamente, nella camera di un hotel del Senegal, la storia di Frank Vandenbroucke, ciclista belga ritenuto l’erede del grande Eddy Merckx, caduto poi nell’inferno della droga e più volte sull’orlo del suicidio.
A 34 anni, la stessa età di Marco Pantani, Vandenbroucke è stato trovato morto, lunedì pomeriggio, in una stanza de "La Maison blue", a Saly, una stazione balneare del paese africano, dove il ciclista avrebbe dovuto ricaricare le pile per riprendere in mano la sua vita. A suo dire sarebbe stato sul punto di firmare con la Fuji-Servetto. La settimana scorsa aveva annunciato di voler ricominciare l’attività agonistica e aveva chiesto ad Aldo Sassi, allenatore del campione del mondo Cadel Evans, di rimetterlo in forma. Ma il James Dean del ciclismo, come lo chiamano i commentatori in Belgio, non ce l’ha fatta.
Arrivato in Senegal domenica pomeriggio ha cenato con Fabio Polazzi, un giovane ciclista di 24 anni, in vacanza con lui. Poi ha lasciato l’amico per accompagnarsi con una ragazza del luogo. Da quel momento, Fabio non rivedrà più Frank e saprà della sua fine dai poliziotti che il giorno dopo hanno bussato alla porta del suo albergo, a 3 km da quello dove è stato trovato il cadavere di Vandenbroucke. «Mi hanno chiesto di riconoscere i vestiti di Frank, ma non mi hanno fatto vedere il corpo», ha raccontato Polazzi alla tv belga Rtbf. La ragazza con cui Vandenbroucke ha passato le ultime ore della sua vita, nella notte, ha chiesto al personale dell’hotel uno straccio, dicendo che il suo compagno aveva vomitato. Ha poi raccontato che il ciclista era ubriaco, si è sentito male ed è svenuto. Ma sulle cause, e l’ora del decesso, resta ancora il mistero. Nell’attesa dell’autopsia fissata per domani o giovedì, in Belgio, i media sostengono che la morte sarebbe stata provocata da embolia polmonare.
Radio 1, emittente in lingua fiamminga, ha riferito anche che, sul comodino della camera, ci sarebbero stati tranquillanti e insulina, ma nessuna conferma è arrivata sul particolare. La fine di di Vandenbroucke, vincitore della Parigi-Bruxelles a 21 anni e della Liegi-Bastogne-Liegi a 24, ha sconvolto il mondo del ciclismo anche per le tante analogie con il Pirata. «Due anni fa, quando ha tentato il suicidio, la gente si è convinta: finirà come Pantani - ha detto il suo ex direttore sportivo della Cofidis, Alain Deloeil -. Ma speravamo che non ci si arrivasse. Negli ultimi tempi sembrava stare meglio». «Forse - ha lamentato il padre, Jean-Jacques, un passato da professionista - sarebbe stato meglio se diventava professionista un pò più tardi. Ma non era nello sport che aveva problemi, bensì nella sua vita privata, è lì che si è fatto molto male». (Fonte: La Stampa di Torino)

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