4.1.10

La Adelizzi lascia

Beatrice Adelizzi lascia il nuoto sincronizzato. L'annuncio dato oggi per ragioni inerenti il proprio percorso di studi e, quindi, il proprio futuro. L'Italia perde la propria punta di diamante nel sincronizzato e ad un'età giovanissima. E' grottesco, se ci si sofferma sotto altri aspetti che esulano l'ambito agonistico, come il nostro Paese, decisamente sportivo, non riesca a garantire un futuro agli atleti che ben lo rappresentano e che non fanno parte di determinati sport mediaticamente popolari. Questo, purtroppo, è una triste constatazione dove l'Italia non è l'unica nazione sportiva a brillare per tale inefficienza. Spicca come molti atleti, rispetto al passato, scelgano oggi la strada del ritiro anticipato. Pensiamo alla Pellegrini e ad Alessia Filippi che hanno già fatto intendere volontà precise e guardiamo ora la Adelizzi.
Il nuoto sincronizzato italiano perde la sua interprete migliore di sempre. Beatrice Adelizzi è infatti l'unica syncronette italiana ad aver conquistato una medaglia nella specialità (bronzo ai Mondiali di Roma 2009). Ora però ha annunciato il suo ritiro dall'attività agonistica per dedicarsi allo studio. Anche perché ha capito che il nuoto sincronizzato non è certo lo sport che, almeno in Italia, ti permette di vivere da professionista. L'annuncio è stato dato dalla Federazione italiana nuoto con un comunicato in cui si precisa che l'azzurra «iscritta alla facoltà di chimica a Milano, lascia le piscine per nuotare verso il sogno di laurearsi in fretta, frequentare uno stage di cosmetica e dedicarsi alla creazione di creme e profumi a base biologica». «Non posso più rimandare una scelta che sento doverosa», ha spiegato la syncronette, già sul podio agli Europei di Eindhoven 2008 con l'argento nel duo e il bronzo nel solo. «Nelle ultime stagioni ha dedicato la vita al nuoto sincronizzato con una condotta di vita prettamente sportiva per un biennio ricco di soddisfazioni: le Olimpiadi e il Mondiale in casa. Emozioni che custodirò sempre». Beatrice ha scelto il sincro all'età di 8 anni. «Del sincronizzato mi è sempre piaciuto il lato artistico», spiega, «molto vicino alla danza, oltre al lavoro di ricerca personale e di perfezionamento dei movimenti. È uno sport che richiede tanta passione, determinazione e abnegazione. Però anche lo studio merita concentrazione e pari sacrificio. Ho posticipato la scelta accademica per preparare Olimpiadi e Mondiali. La medaglia di bronzo conquistata nel libero singolo a Roma 2009 ha reso più difficile la mia decisione, ma il ritiro è necessario per non precludere possibilità professionali future. Una scelta sofferta, ma necessaria dopo 14 anni di gare: non smetterò mai di ringraziare il ct azzurro Laura De Renzis, la mia compagna di doppio Giulia Lapi (con la quale è giunta settima in doppio a Pechino 2008), la mia istruttrice societaria Ambra Iachetti, la mia insegnante di danza Prisca Picano e tutte le mie compagne». Il ritiro di Beatrice è considerato dal ct De Renzis «una scelta coraggiosa e da comprendere. Come tecnico sono molto amareggiata, perché Beatrice lascia l'agonismo in un momento di crescita e sono sicura che avrebbe potuto ancora raccogliere molto a livello individuale e in coppia. Beatrice è una ragazza splendida, lavorarci è stato un piacere». Beatrice, ora che lascia le piscina, ha da togliersi qualche sassolino dalle scarpe per quanto riguarda i giudici di gara. «Più volte ho espresso l'esigenza di rivedere il regolamento, affinché la soggettività dei giudici possa essere limitata e subordinata a codici di riferimento come accade in altri sport. Nel sincro a volte capita che un esercizio tecnicamente molto difficile venga premiato meno dai giudici di uno più semplice. Mi piacerebbe che il programma olimpico fosse esteso al singolo e al combinato. Entrambi possono essere molto innovativi». Il nuioto sincronizzato al momento è riservato solo alle donne, e i pochi uomini che lo praticano sono visti come una stranezza. «Sono favorevole all'apertura agli uomini», diece Adelizzi. «Grazie all'espressione della mascolinità potrebbero dar vita a un misto sensuale, interessante e attraente per il pubblico». (Fonte: Corriere della Sera)

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