20.2.10

Fabris: "I 1.500 sono una gara strana"

Sono i «suoi» 1500, quelli che gli regalarono l'oro di Torino e la foto di apertura sul librone dei ricordi delle Olimpiadi 2006. Ma sono anche «una corsa strana», con parecchi atleti che possono puntare alla vittoria. Enrico Fabris non lancia proclami. Non azzarda promesse. Preferisce volare basso, dopo il deludente settimo posto nei 5000 metri. Il campione azzurro, che sabato (nella notte italiana) torna in pista al Richmond Olympic Oval, sa che gli avversari sono tanti. E forse sente nelle gambe tutto l'attrito del ghiaccio canadese - quell'attrito che quattro anni fa sembrava frenare solo i suoi avversari, mentre Enrico scivolava veloce tra un trionfo e l'altro. «Ho un feeling totalmente diverso su questa distanza rispetto all'altra - spiega l'atleta trevigiano. - Questa è dura: devi dosare le forze dall'inizio alla fine. Se quelli che vanno bene su tutte le distanze partono molto lenti possono perdere, se gli sprinter vanno troppo forte al via possono morire. Bisogna trovare il giusto equilibrio».

SPERANZE - Proprio quello che a Fabris è mancato, sul ghiaccio canadese. Shani Davis, che dopo l'oro nei 1000 metri va a caccia del bis olimpico, è invece sembrato subito a proprio agio. «L'americano è sempre stato forte su quella distanza, non si può dire che sia stata una sorpresa. Nei 1000 non ha vinto con un grosso vantaggio sul secondo, ma di sicuro sarà un avversario difficile da battere». E la staffetta? Ci sono speranze, Enrico? «Siamo tutti e tre in forma. Mostreremo che cosa possiamo fare». Fabris, i «suoi» 1500 e la staffetta: per spedire una foto ricordo anche da Vancouver 2010. Uno scatto con sorriso. (Antonucci - corriere.it)

Nessun commento: