Sono i «suoi» 1500, quelli che gli regalarono l'oro di Torino e la foto di apertura sul librone dei ricordi delle Olimpiadi 2006. Ma sono anche «una corsa strana», con parecchi atleti che possono puntare alla vittoria. Enrico Fabris non lancia proclami. Non azzarda promesse. Preferisce volare basso, dopo il deludente settimo posto nei 5000 metri. Il campione azzurro, che sabato (nella notte italiana) torna in pista al Richmond Olympic Oval, sa che gli avversari sono tanti. E forse sente nelle gambe tutto l'attrito del ghiaccio canadese - quell'attrito che quattro anni fa sembrava frenare solo i suoi avversari, mentre Enrico scivolava veloce tra un trionfo e l'altro. «Ho un feeling totalmente diverso su questa distanza rispetto all'altra - spiega l'atleta trevigiano. - Questa è dura: devi dosare le forze dall'inizio alla fine. Se quelli che vanno bene su tutte le distanze partono molto lenti possono perdere, se gli sprinter vanno troppo forte al via possono morire. Bisogna trovare il giusto equilibrio».
SPERANZE - Proprio quello che a Fabris è mancato, sul ghiaccio canadese. Shani Davis, che dopo l'oro nei 1000 metri va a caccia del bis olimpico, è invece sembrato subito a proprio agio. «L'americano è sempre stato forte su quella distanza, non si può dire che sia stata una sorpresa. Nei 1000 non ha vinto con un grosso vantaggio sul secondo, ma di sicuro sarà un avversario difficile da battere». E la staffetta? Ci sono speranze, Enrico? «Siamo tutti e tre in forma. Mostreremo che cosa possiamo fare». Fabris, i «suoi» 1500 e la staffetta: per spedire una foto ricordo anche da Vancouver 2010. Uno scatto con sorriso. (Antonucci - corriere.it)
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The idea
L'identità e la forza di una piazza tipicamente italiana. Riproduzione mediatica di una passione che cominciò a vivere e a liberarsi grazie al battito dello sciamano Chechi, guru metropolitano in una notte olimpica. Immateriale, "fittizia", contrariamente a quella di ogni nostro paese, ma che trascenda la rete e dia voce ai ricordi. Un blog didascalico ove ripercorrere attimo per attimo le istantanee dei nostri Giochi. Idea di nicchia, un tributo ad una città, alla sua gente e a tutti gli sportivi. Poi noi, i volontari. I ricordi del post olimpiade sono lieti e vivi come la trepidante attesa per la chiamata. Non si cancellano, rimangono scolpiti nelle menti e offrono un significato intenso, comprensibile ai più ma sconosciuto a molti. La Passione vive ancora qui! "Abita" nelle nostre immagini, in quelle di altri ex volontari e di semplici appassionati. La Torino Olimpica come non l'avete mai vista, per chi c'era e (soprattutto) per chi non c'era. Una galleria fotografica, umana e sportiva dove condividere istantanee di vita, venue e gare. Lo spirito olimpico non finisce con lo spegnimento del braciere, un'Olimpiade non può scorrere come acqua sul vetro nella memoria sportiva di un paese. Fermarsi lì, a quei sedici giorni, potrebbe essere l'errore più grande. Da qui l'idea... tenere in vita quello spirito e liberarlo altrove, per la rete. Qui, in noi, la passione di chi quei giochi li ha costruiti e vissuti. Di chi non vuole togliersi dalla testa quei ricordi, quelle musiche e quell'atmosfera unica. Riviverli con nostalgia nel quotidiano come una propria pausa olimpica. Amori nati all'ombra della Mole, amicizie, rapporti umani che travalicano ogni generazione ed ogni bandiera o religione. Si accende nuovamente il sorriso, sentire ancora quell'incedere... passione, cuore, delirio di emozioni. Torino 2006: 41.500 richieste, 26.000 volontari, 46 anni di attesa, 80 nazioni, 3149 atleti, 1122 donne, 2027 uomini, 509 medaglie, una città, un paese, il mondo, 1 blog. Passion Still Lives Here.
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