24.2.10

Sci: male gli azzurri


Doveva essere la volta buona, questa. Poteva esserlo. Blardone (nella foto), Simoncelli, Moelgg, Ploner: il quartetto delle speranze azzurre, forse la squadra italiana meglio assortita tra quelle presentate nelle varie discipline olimpiche, era salito su a Whistler con il compito di spazzare via la maledizione dello sci alpino maschile (nessun atleta italiano sul podio dai tempi di Lillehammer '94). Quattro nomi candidati a conquistare una medaglia e cancellare un po' di zeri, insomma.

LA GARA - Come è andata? Beh, prima manche: Blardone scende giù bene, realizza il quarto tempo, a un soffio dal terzo posto. Max tiene accese le speranze, in questo martedì canadese senza sole. Gli altri azzurri, invece, escono subito dalle posizioni che contano: fuori dai primi dieci, è un campanello d'allarme. Seconda manche: il norvegese Kjetil Jansrud, 24enne di Oslo che ha già raccolto qualche podio in Coppa del Mondo, indovina le traiettorie della vita, fa segnare un tempo pazzesco (1'20"15), si mette dietro uno dopo l'altro tutti quelli che si lanciano dopo di lui tra i pali larghi di Whistler Creekside. Blardone forse sente la pressione, anche se ha 60 centesimi di vantaggio, un bel patrimonio da amministrare, e davanti a sé una pista disegnata da un tecnico italiano (Matteo Guadagnini). L'azzurro stringe i denti, prova a darsi la carica, scatta dal cancelletto ma dopo le prime porte si è già mangiato il vantaggio. Non lo recupera più, non c'è nulla da fare. Blardone arriva al traguardo con oltre un secondo di ritardo. Sarà undicesimo. Fine della (triste) storia del gigante azzurro, qui sulle nevi olimpiche.

CLASSIFICA - La medaglia d'oro va invece allo svizzero Carol Janka: l'elvetico, nettamente primo dopo la prima manche, è anche l'unico a resistere alla strepitosa rimonta di Jansrud. Bronzo all'altro norvegese, Aksel Lund Svindal. Classifica sul tabellone: Blardone becca 1"52 dal primo, Ploner (diciottesimo) arriva a 1"94, Simoncelli (ventesimo) addirittura a 2"13, Moelgg rimane nelle buie retrovie (ventiduesimo) a 2"68. Un'Italia piccola piccola, altro che gigante. Il ct, Claudio Ravetto, sbotta per la delusione: «Siamo stati irriconoscibili. Non si possono perdere alcuni decimi già nel primi venti secondi di gara. Il problema è quello solito: su piste pianeggianti continuiamo a non riuscire a rendere. E poi c'è anche una questione di tenuta in occasione dei grandi eventi».

IL PRINCIPE E IL PAKISTANO - Per la cronaca: il principe messicano Hubertus Van Hoehnlohe, 51 anni, il "nonno" dei Giochi, si piazza 78/mo, a 33 secondi da Janka; Muhammad Abbas, primo pakistano alle Olimpiadi invernali che per questa gara si era allenato appena un paio di mesi, è invece 79/mo, a 42 secondi; ultimo l'indiano Jamyang Namgial, a quasi un minuto. Per loro va benissimo così: bastava arrivare in fondo.
(Corriere.it)

Nessun commento: