24.2.10

Carolina cade e finisce settima


La mano di Carolina tocca il ghiaccio, sente per un attimo la superficie fredda: da Torino a Vancouver non c'è molta differenza, in fondo. Quattro anni dopo, e con una rivoluzione personale e professionale nel mezzo (il trasferimento in California alla corte del maestro Frank Carroll) per riuscire finalmente a danzare tra le stelle delle Olimpiadi. Il primo tentativo va male, però: il settimo posto della Kostner, dopo il programma corto del pattinaggio di figura, lascia poco spazio alle speranze. La campionessa europea non riesce a scrollarsi di dosso la sindrome dei Giochi (nel 2006 si piazzò nona) e sbaglia di nuovo: un paio di sbavature, in un programma che comunque è tra i più completi e difficili presentati a Vancouver, e l'azzurra precipita lontana dal podio. Lontana dalle regine della specialità: la coreana Yu-Na Kim, innanzitutto, poi la giapponese Mao Asada e la canadese Joannie Rochette. Eppure Carolina ci crede, vuole crederci: «Mi sono sentita bene e tranquilla, a parte quel piccolo errore ho un programma molto bello, tutto pulito. I distacchi sono minimi: è ancora tutto aperto».

LA GARA - La gara delle pattinatrici è un pomeriggio infinito sulla pista del Pacific Coliseum. Le prime venti esibizioni servono a ingannare l'attesa. Alle 19 e 45 in punto (ora canadese) l'atmosfera da refrigerata diventa rovente: ecco le principesse del ghiaccio, pronte a stupire. Dopo la campionessa finlandese Laura Lepisto (61.36 il suo punteggio), si scatena sulla pista la coppia terribile delle asiatiche: la giapponesina di Nagoya, Mao Asada, infiamma il pubblico a tempo di valzer, fra perfetti tripli salti e sequenze mozzafiato: sul tabellone appare un bel 73.78; Yu-Na Kim, la coreana campionessa del mondo trapiantata a Toronto, la 19enne da un milione di dollari (quelli che le ha promesso una banca del suo Paese in caso di record di punti) raccoglie la sfida, infila tre salti tripli uno dopo l'altro e, sulla colonna sonora di James Bond, conclude l'esibizione con una sorridente pistolettata: i giudici gradiscono, l'agente 007 in missione per l'oro ottiene 78.50 punti, tanto per ristabilire le gerarchie dei ghiacci. Quando entra l'ultimo gruppo di atlete, l'applauso commosso del pubblico, e un boato di sostegno, salutano il coraggio di Joannie Rochette, la stella canadese che ha appena perso la madre. Joannie pattina con le lacrime agli occhi, c'è la vita e c'è lo sport, e in questa serata che non potrà mai essere felice, ma forse memorabile sì, la sua danza è un regalo che manda al cielo: 71.36, mano al cuore e addio, questo era per te.

L'AZZURRA - Carolina Kostner è la penultima a esibirsi. La campionessa europea scende sul ghiaccio dopo aver visto i numeri impossibili di Mao Asada e Yu-Na Kim: la lotta per il podio è complicata, l'azzurra non può permettersi sbavature per sperare almeno nel bronzo, perché l'oro e l'argento sono già prenotati. Ma al suo "Notturno" di Chopin non riesce il miracolo, la Kostner non azzarda il triplo flip–triplo toeloop iniziale che aveva in programma (diventa un buon triplo-doppio) e subito dopo sbaglia il triplo lutz: è l'errore che vale due punti di penalità, quelli che l'allontanano dalle primissime posizioni, anche se forse non sarebbe bastato lo stesso. Quando appare il punteggio (63.02), Carolina annuisce, ma senza troppa convinzione. Anche perché a chiudere la serata c'è l’altra giapponesina, Miki Ando: nemmeno lei appare perfetta, ma balza comunque al quarto posto (64.76) spingendo l’azzurra al settimo. E’ solo la prima sera. Sarà il programma libero di giovedì ad assegnare le medaglie, e l'azzurra lo sa: «Andrò all'attacco. Credo nel podio, darò il massimo e poi accetterò il risultato». Ma l'Asia dei ghiacci, vista dal Canada, sembra davvero un continente troppo grande, per la piccola California di Carolina. (Antonucci - corriere.it)

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