12.4.10

Rossi subito padrone


La prima sinfonia dell'anno delle due ruote la suona Valentino Rossi. Il Dottore ha azzeccato tutto, sulla pista di Losail, in Qatar, sotto le luci artificiali, e ha approfittato del generoso aiuto di Casey Stoner che gli ha lasciato campo libero dopo soli 4 giri. Così il marchigiano ha vinto il Gran premio e incamerato i primi 25 punti dell'anno. L'australiano, dopo tre vittorie consecutive in Qatar, ha voluto strafare e, dopo aver dominato le prove, è finito fuori per troppa voglia di fare il vuoto quando stava guidando la gara con un ampio margine. La voglia di staccare tutti i rivali ancor più decisamente ha però giocato un brutto scherzo al ducatista, finito gambe all'aria. Da lì in poi l gara non ha avuto quasi storia, con Vale impegnato a rintuzzare gli attacchi di Dovizioso (Honda) e di Hayden (Ducati). Alla fine il podio ha premiato la rimonta finale di Lorenzo - anche lui come Rossi su Yamaha - ottimo secondo, davanti all'italiano Dovizioso e ad Hayden, che ha salvato anche se in piccola parte la trasferta in Qatar della Rossa di Borgo Panigale. Era andata a Casey Stoner, con la Ducati, la prima pole della stagione 2010, nella classe MotoGp. L'australiano, con 1'55''007, aveva preceduto Valentino Rossi (Yamaha-1'55''362). Completava la prima fila lo spagnolo Jorge Lorenzo (Yamaha). Quinto tempo di Loris Capirossi (Suzuki), sesto per Andrea Dovizioso (Honda). Male Simoncelli (Honda), che ha chiuso sedicesimo collezionando anche una caduta (senza conseguenze) e Marco Melandri (Honda) 17° e ultimo della classe regina. Anche nelle prime e seconde libere il mattatore era stato Stoner. Valentino Rossi vince in Qatar il Gp d'apertura e la sua felicità è colorata di rosso Ferrari: «Come diceva il Drake - il commento dell'italiano - se rompi la macchina subito dopo il traguardo vuol dire che è stata la gara perfetta. E io ho finito la benzina subito dopo aver tagliato il traguardo». Rossi ha poi ammesso di essere stato favorito dalla caduta di Stoner. «Lui spingeva al massimo - ha detto - se fosse rimasto in piedi, sarebbe stato più difficile. La mia moto andava piano in rettilineo, prendevo secondi sugli inseguitori ma poi venivo riavvicinato. Comunque grazie al team, vincere qui è stato importantissimo e sono felicissimo».La prima gara della storia della Moto2 la vince invece un completo outsider, il giapponese Shoya Tomizawa in sella ad una Suter. Il nipponico, che già correva nella 250 non aveva mai brillato, sembra invece che questa classe sia fatta per lui. Alle sue spalle sono giunti lo spagnolo Alex Debon (FTR) e il francese Jules Cluzel (Suter). Quarto posto per lo spagnolo Toni Elias (Moriwaki). Quinto un sorprendente Roberto Rolfo (Suter) che partiva 12/o. Il piemontese è stato autore di una bella rimonta e nel finale ha anche lottato con Elias per il quinto posto. È andata male a Alex De Angelis. Il sanmarinese è stato protagonista di una caduta che ha coinvolto anche il tedesco Bradl alla terza curva. Prima fila tutta spagnola per la classe 125. La pole è targata Marc Marquez, in sella alla Derbi. Alle sue spalle ci sono i connazionali Pol Espargaro (Derbi), secondo, Nico Terol (Aprilia), terzo e Vasquez (Derbi), in quarta piazza. In ombra i piloti italiani: il migliore è Lorenzo Savadori (Aprilia) che ha chiuso con il 22° tempo. Peggio Marconi e Ravaioli, rispettivamente con il 24° e il 27° e ultimo tempo. Il Motomondiale riparte così dal deserto, come per la F1, ma in notturna, come già sperimentato lo scorsa stagione. E promette una stagione con gare appassionanti, considerando il numero di protagonisti al via in particolare nella classe maggiore. Perché se Valentino Rossi è il campione in carica, non va dimenticato quanto abbia dovuto lottare in questi anni contro avversari diversi. E che anche lui ha dovuto accettare la sconfitta a fine stagione. Vecchi e nuovi protagonisti, quest'anno, sono pronti a dare la caccia a quel titolo che il Dottore difende con la sua Yamaha. «Sarà una bella lotta dice Rossi -. C'è un livello quest'anno in MotoGp che è stellare». Rossi parla guardando l'elenco nomi: tra i 17 iscritti nella classe MotoGp, ben 13 hanno vinto un Mondiale. Il che dà l'idea di quanto alto sia il livello del confronto. «Stellare» lo definisce Valentino, nove volte iridato, che dalla sua ha certo la classe e (ancora) la voglia che possono fare la differenza. Ma che sa per primo di doversi guardare da tutti. Casey Stoner, che nel finale della scorsa stagione è tornato in gran spolvero, mostrando di aver superato il blocco psicofisico che lo ha tolto dai giochi, è soltanto uno dei "nemici" da tenere d'occhio. Perché, come ha già dimostrato lo scorso anno, Jorge Lorenzo è un compagno di squadra scomodo per Valentino. Ma anche per se stesso, poiché le sue imprudenze ne condizionano il rendimento, come nel caso nella caduta in febbraio durante una prova di motocross, che gli ha fatto perdere quasi tutta la preparazione. Poi c'è Pedrosa, spesso lì tra i migliori, ma deve convincere la Honda di non essere soltanto l'eterna promessa. La continuità e la freddezza in gara sono dalla parte dell'italiano, però ci sono di mezzo anche le prestazioni delle moto. Nei test invernali la Yamaha M1 del 31enne campione di Tavullia ha mostrato di essere in prima fila, però nelle prestazioni assolute la Ducati è come sempre capace di potenza extra. Una dote che fin qui soltanto Stoner è riuscito a utilizzare al meglio, mentre altri, come il veterano Capirossi, hanno avuto più d'un problema. «Per il 2010 la Ducati ha fatto un motore molto più guidabile - si rallegra Stoner -, semplice per tutti da capire e per quanto mi riguarda adesso mi è più facile girare veloce anche con gomme usate». Sulla carta, dunque, è lui l'avversario numero uno per Rossi. «Casey, Pedrosa e Lorenzo sono tre avversari difficili da battere - dice Valentino -. Sono veloci in tutte le condizioni. Bisogna capire come sono le moto in versione 2010». Tra le nuove regole, quella sul limite dell'uso dei motori, 6 per 18 gare, lascia perplesso Rossi. L'obbiettivo era quello del risparmio, ma la regola rischia di incidere pesantemente sul risultato sportivo. «Non è molto giusto correre con sei motori per 18 gare - dice -. Serve a risparmiare sui costi, ma almeno due in più sarebbero necessari. Dieci era il numero perfetto. Bisognerà stare attenti e farseli bastare. Nel lotto della classe MotGp ci sono anche tante novità. Ben quattro i passaggi dalla 250, tra loro anche un italiano, Marco Simoncelli, guascone quanto lo era Valentino agli inizi. Gareggia in un team Honda tutto italiano, quello targato Gresini, insieme a Marco Melandri. Gli altri esordienti sono Alvaro Bautista, Hector Barbera, Hiroshy Aoyama. Dalla Superbike arriva l'americano Ben Spies mentre il più giovane della comitiva è Aleix Espargaro, 21 anni. In pista anche in questa stagione ci sarà ancora anche Capirossi, che con la Suzuki in Qatar taglia lo storico nastro dei 300 gran premi disputati, con tre Mondiali vinti (due in 125 e uno in 250). Con Dovizioso, compagno di squadra di Pedrosa, sono ben cinque gli italiani in MotoGp. (Fonte: Corriere della Sera)

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