17.5.10

Giro: Goss vince la nona tappa

L’australiano Matthew Harley Goss (Columbia) ha vinto -in volata- la nona tappa del Giro d’Italia, 187 km con partenza da Frosinone e arrivo a Cava dei Tirreni. Tappa solo sulla carta facile. La tappa si risolve in volata, ma che fatica per arrivarci. La parte finale è l'unica asciutta, per il resto, una tortura per i corridori. Acqua abbondantissima, strade non all'altezza: insomma, un interminabile brivido.

Otto tappe, gli italiani (cronometro a squadre a parte) non ne hanno ancora vinta una. Sorprendente sono le tre vittorie australiane: dopo la fuga per la vittoria di Matthew Lloyd a Marina di Carrara e la maschera di fango di Cadel Evans a Montalcino, a Cava dei Tirreni tocca a Goss uno di quei corridori che abitualmente spianano la strada ai velocisti Mark Cavendish (assente al Giro) e André Greipel.

Goss che in Italia si era segnalato anche da dilettante vincendo il Gp Liberazione. Bravissimo il corridore classe ’86 (già secondo nella prima frazione olandese) a infilarsi nell’unico spiraglio utile e a far suo così uno sprint alquanto convulso, che ha addirittura visto Alexandre Vinokourov e Cadel Evans in prima fila per cercare di piazzare un’insolita botta vincente.

La tappa di domani: nel trasferimento dal Tirreno all’Adriatico prevale la monotonia di un percorso che, da Avellino a Bitonto (230 km) c’è una sola salita, nell’Appennino Lucano, al Valico dell’Imbandina (688 metri). Niente di impressionante: dieci km di salita con una pendenza media del 3,8%. Attenzione alla curva, in leggera salita, posta a 350 metri dal traguardo. Visti i primi chilometri vallonati, però, partirà la consueta fuga. Grande novità per questo Giro d’Italia arriverà invece dal cielo. Dopo nove giorni funestati da pioggia, freddo e temporali, sulle strade baresi farà capolino il tanto atteso sole. Ovviamente sarà solo una parentesi. Già da giovedì, infatti, è prevista nuovamente acqua a catinelle.

"E’ stata dura negli ultimi 30 km – commenta a caldo Goss - soprattutto per il maltempo". In effetti, nel punto più a sud raggiunto dal Giro nel 2010, in alcuni tratti i corridori hanno dovuto fare delle vere e proprie gincane tra le pozzanghere.

Antonella Occhiolino

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