13.6.10

Sudafrica: resoconto seconda giornata

Corea del Sud - Grecia 2 - 0

Se la Grecia è in profonda crisi finanziaria, la sua Nazionale di calcio sembra aver già dichiarato "default" ai Mondiali sudafricani: 2-0 per la Corea del Sud, che vince facile nella prima partita del girone B condannando quasi certamente gli ellenici, lontani parenti di quelli che nel 2004 diventarono campioni europei, ad una prematura uscita dal torneo.

Al Nelson Mandela Bay di Port Elizabeth va in scena una versione moderna della tragedia greca, tanto appare lenta e macchinosa la squadra di Otto Rehhagel al cospetto dei rapidi sudcoreani, che concretizzano meno di quanto riescono a creare, trascinati dalla stellina del Manchester United Park Ji Sung (da oggi miglior marcatore asiatico della competizione). Eppure era stata proprio la Grecia, accreditata dei favori del pronostico, a partire col piede giusto.

La Grecia, tramortita, si conferma inconsistente e quando Rehhagel prova a cambiare l’attacco inserendo gli intraprendenti Salpingidis e Kapetanos è troppo tardi. I biancazzurri hanno un sussulto tra il 69’ e il 71’ quando hanno tre buone occasioni per riaprire l’incontro, ma sciupano e alla fine è ancora la Corea ad andare vicina al terzo gol. Il resto è poca cosa: finisce 2-0. Per i greci, che non hanno mai segnato un gol in un mondiale, qualificarsi da oggi appare come una chimera, mentre la Corea del Sud fa festa e sogna il passaggio del turno.

Argentina - Nigeria 1 -0

Leo Messi dà spettacolo per un’ora, ma Diego Armando Maradona ha bisogno del gol di un difensore per superare il primo esame ai Mondiali. L’Argentina batte 1-0 la Nigeria con la rete di Gabriel Heinze, che decide il match con un colpo di testa perfetto dopo soli 6 minuti. Il gol premia il forcing iniziale dell'"albiceleste", impressionante in avvio.

Pronti, via e Messi illumina subito la scena.

L’Argentina crea molto ma segna poco, la cosa però non spaventa più di tanto il suo ct, Diego Armando Maradona: «È una cosa che ora non mi preoccupa - dice nella conferenza stampa dopo la vittoria con la Nigeria nella gara d’esordio - Riserveremo i colpi buoni per la prossima partita. Devo dire che il portiere della Nigeria è stato molto bravo, ha neutralizzato almeno 3 o 4 gol. La cosa importante oggi era vincere e ce l’abbiamo fatta. La squadra ha fatto delle giocate interessanti». «Abbiamo sofferto un pò - ha aggiunto l’ex "Pibe de oro" - in una partita che si presentava difficile, questa è la legge del calcio. Grazie a Dio abbiamo vinto noi, speriamo di fare più gol in futuro. Per noi era necessario vincere. I miei giocatori hanno grandi meriti così come il portiere della Nigeria. Iniziare un Mondiale vincendo ti da una certa tranquillità per il futuro. I gol arriveranno».

Inghilterra - Stati Uniti 1 -1

Tradito dal portiere. E' un esordio amaro quello di Fabio Capello al Mondiale in Sudafrica.

Gli americani dicono che Stati Uniti e Gran Bretagna sono due paesi amici, divisi da una lingua comune. Da ieri sera a dividerli c’è anche il calcio, oltre alla marea nera, l’incubo di Obama che sta avvelenando il rapporto col neopremier Cameron. Perchè il pareggio di Rustenburg è un altro sberleffo degli irrispettosi yankees agli ex padroni, dell’America e del pallone.

Al Royal Bakokeng stadium di Rustenburg il ct dell'Inghilterra ha preferito schierare tra i pali dal primo minuto Robert Green rispetto al più esperto David James, ma la scelta si è rivelata azzardata. La sfida con gli Stati Uniti finisce in pareggio. Gerrard illude i suoi dopo quattro minuti, ma Dempsey pareggia al 40’ grazie a una papera dell’estremo difensore inglese.

Fabio Capello aveva preparato la vigilia con una conferenza stampa durata nove minuti, «Io sono sicuro - si era limitato a dire Sir Fabio - che noi andremo avanti in questa competizione». Poi aveva spiegato perché, con la consueta eloquenza friulana: «Io esisto per vincere. Nella mia carriera ho costruito squadre, lavorato con i giocatori, ma sempre concentrandomi sulla vittoria. E’ l’unica cosa che conti per me».

Magari era stato onesto, perché lui è davvero così. O magari voleva scacciare i fantasmi del passato, tipo quelli della sconfitta patita dagli inglesi nel 1950 a Belo Horizonte. Anche allora i maestri erano gli ovvi favoriti, mentre gli americani erano un’accozzaglia di dilettanti. Vinsero loro, gli yankees fedifraghi, con un goal dell’haitiano Joe Gaetjens. Immaginatevi Sir Fabio a patire un’umiliazione del genere, mentre persino il numero 10 di Downing Street si aspetta da lui il mondiale. Prima della partita il premier Cameron, fra una litigata con Obama e una corsa dalla regina, aveva trovato il tempo di parlare con le truppe britanniche in Afghanistan e la nazionale in Sudafrica. A Capello aveva detto: «Lei è la persona più importante in Inghilterra». Pensate ricambiare tanta fiducia con un mesto pareggio contro gli yankees, proprio mentre la Casa Bianca prende a calci la British Petroleum per il disastro nel Golfo del Messico.

Capello aveva chiesto ai suoi di far vedere l’orgoglio inglese in campo, ma alla fine si sono beccati pure qualche fischio dei tifosi perché sembravano difendere il pareggio. «Noi - ha detto Capello - meritavamo di più. Quando fai certi errori poi vieni condannato, ma in certe occasioni dico sempre che quando pareggi è un punto guadagnato». Una parola di conforto anche per Green: «Non può essere condannato per un errore: in quel momento ho avuto tanti pensieri, ma mai la tentazione di cambiarlo. Sono fiducioso: abbiamo fatto bene, ma sprecato troppo». Il mondiale è appena cominciato, per richiamare Cameron c’è tempo.

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