8.12.08

Un anno di emozioni vissute insieme a voi

_8 dicembre 2005, la Fiamma Olimpica torna a brillare sotto il cielo italiano. Obiettivo Torino 2006 - XX Olimpiadi Invernali, terza Olimpiade italiana. 8 dicembre 2007, decidiamo con Antonella di dare vita a due progetti paralleli: uno spazio on line che guardasse principalmente agli sport olimpici e ai nostri ricordi vissuti in quel di Torino 2006. Che esulasse la nausea pallonara, sport che tanto adoriamo ma che tanto stanca soprattutto con determinati accenti. Riflettori puntati su tutti gli altri sport, immagini olimpiche, Pechino 2008, articoli su Torino 2006. Uno spaccato di amore per lo sport a 360° tra quanto da noi assaporato sotto la Mole e quanto viviamo nella quotidianità. Con esso, parallelamente, un progetto già ideato qualche mese prima e varato definitivamente proprio un anno fa. Dal blog catturerà stimoli ed energie e giudicando dalle visite, dinanzi a sè lo aspetta un futuro nuovamente pronto a far vibrare migliaia di cuori. Ben più arduo ed ambizioso ma che inesorabilmente volge al termine pronto a liberare nuovamente la sua accecante passione. Non esaltandoci ad ogni tassello delle nostre idee che va a posto e non demoralizzandoci di fronte alle asperità e ai sacrifici. A breve nuove emozioni da condividere nel pieno dello spirito olimpico: tutti insieme. Un anno di Passion Still Lives Here, 12 mesi di emozioni vissute insieme a voi. Grazie a tutti.
_Il conto alla rovescia è agli sgoccioli: questione di ore. Con la cerimonia inaugurale di venerdì al Comunale di Torino, comincia la ventesima Olimpiade invernale. I Giochi della neve tornano in Italia 50 anni dopo l'edizione di Cortina. E dopo la consueta corsa contro il tempo degli organizzatori, dopo il difficile e contestato percorso della fiaccola in Italia, dopo le inevitabili polemiche della vigilia, è il momento delle gare. Una kermesse che ci accompagnerà ogni giorno fino al 26 febbraio. Il «cartellone» dei Giochi Olimpici invernali è ben più ricco di quanto possa pensare il pubblico che abitualmente non segue gli sport della neve e del ghiaccio. Gli sport olimpici sono si sviluppano in 15 discipline: biathlon, bobsleigh (bob e skeleton), curling, hockey, pattinaggio (di figura, di velocità, short track), sci (combinata nordica, freestyle, trampolino, sci alpino, sci di fondo, snowboard), slittino. Oltre 3.100 atleti iscritti garantiscono uno spettacolo da seguire con interesse, al di là del tifo per gli azzurri. Gli impianti che ospitano le gare sono 14, i villaggi per gli atleti sono tre, visto che questa Olimpiade coinvolge un ampio comprensorio fra Torino e le «sue» montagne. Tutti i partecipanti hanno cominciato ad entrare nel clima olimpico negli ultimi giorni, provando piste e strutture. Il lungo e tormentato percorso della fiaccola olimpica in Italia è terminato. Il simbolo olimpico è arrivato a Torino e nella giornata di giovedì percorre le vie della città con tedofori d'eccezione (sprtivi, personaggi dello spettacolo) e gente comune. Ultimo tedoforo della giornata, che accende il braciere in Piazza Palazzo di Città (19.30) è la gloria o0limpica della città Livio berruti, oro nei 200 metri a Roma 1960. Ancora mistero sull'ultimo tedofor della giornata di venerdì, che accenderà il braciere nello stadio. Alla cerimonia inaugurale, con il presidente Ciampi (che ha fatto un appello perchè l'Italia colga l'occasione olimpica e il suo messaggio di pace) sono attesi 18 capi di Stato e di governo. Tra gli ospiti anche Laura Bush. Il presidente del Cio, Jacques Rogge, ribadendo «che tutto è a posto e che i Giochi di Torino saranno bellissimi» mostra grande ottimismo. «Faccio parte di questo movimento da oltre 40 anni - so che nell' organizzazione di una Olimpiade, il rush finale è sempre agitato. Abbiamo però verificato che a Torino non ci sono problemi strutturali. Non possiamo quindi che essere soddisfatti: le ultime tre Olimpiadi sono state bellissime e siamo fiduciosi che lo stesso avverrà a Torino». Intanto almeno un segno di pace concreto arriva dalla decisione delle due Coree, che sfileranno insieme alla cerimonia come è già accaduto a Sydney e ad Atene, ribadendo l'intenzione di formare un'unica delegazione per Pechino 2008. Per la quarta volta consecutiva l'Italia ha un portabandiera donna. La pattinatrice Carolina Kostner sfila con il tricolore in testa alla delegazione azzurra dopo che la stessa cosa hanno fatto Deborah Compagnoni nel 1998, Gerda Weissensteiner nel 2002 e Isolde Kostner. Kristian Ghedina, 36 anni, veterano azzurro alla sua quinta e ultima Olimpiade, avrebbe desiderato moltissimo avere quell'onore. «L'avevo sempre sperato, anche se non ho mai vinto ai Giochi - dice -. Carolina è una promettente, sarà il futuro del pattinaggio, ma aveva tante Olimpiadi davanti... Per me questa è l'ultima, perchè al 2010 non arrivo davvero». Potrebbe non essere l'ultima invece per un grandissimo dello sci e della discesa in particolare, l'austriaco Hermann Maier. Il «miracolato» torna a disputare un'Olimpiade a 8 anni da Nagano dove fu protagonista di una terribile caduta. Costretto a saltare Salt Lake City e dopo essere stato vicino al ritiro, ora dice che potrebbe anche andare avanti fino ai prossimi Giochi:«Nel 2010, avrei 37 anni. È l'età di Nyberg, di Ghedina e loro gareggiano ancora facendo bene ma avendo alle spalle molti più anni di agonismo di quanti ne avrei io. Il fatto è che continuo a divertirmi quando scio». Tra le tante curiosità olimpiche ci sono i 14 atleti africani iscritti. Ci sono anche dei veri e propri veterani, come il discesista senegalese Lamine Gueye. La spedizione più cospicua è quella sudafricana, che conta quattro sciatori di origine europea, mentre Algeria e Marocco seguono rispettivamente con tre e due. Kenya ed Etiopia sono rappresentate da un atleta a testa: Phillip Boit, 34enne fondista (già a Nagano e poi a Salt Lake City) e Robel Teklemariam. Entrambi fanno parte della «Tri Global Sports», l'associazione fondata dallo statunitense Pat J. Beldotti, veterano della guerra di Corea, che da anni mira a portare gli atleti del terzo mondo alle Olimpiadi invernali. Il progetto è finanziato da alcune grandi aziende (tra le quali Nike, Club Med e Ethiopian Airlines) e attraverso l'iniziativa «Adotta un atleta»: le donazioni vanno dai 40 ai 500 dollari, cifra necessaria per coprire il costo del biglietto aereo di una trasferta. Non ci sarà invece il principe Hubertus von Hohenlohe, 47 anni, figlio di Ira Fuerstenberg e Alfonso di Hohenlohe, nipote degli Agnelli. Per molti anni ha partecipato anche alla Coppa del mondo di discesa a Olimpiadi e Mondiali. Ma questa volta il Messico ha deciso di non finanziare la trasferta del suo unico rappresentante. Ora von Hohenlohe spera in un intervento diretto del Cio. «Altrimenti - ha detto - a chi devo rivolgermi, al Papa?». (Fonte: Corriere della Sera & Luca Tittoni)

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