Valentino Rossi suona la nona. Sì, perchè il nono titolo iridato in carriera è suo. In Malesia basta un 3° posto, proprio davanti a Lorenzo, in una gara più complicata del previsto, perchè ingarbugliata da un monsone che si scatena appena viene aperta la corsia box e che provoca un ritardo di 40’ sulla partenza. La gara viene vinta, ma sarebbe meglio dire dominata, da Casey Stoner, che fin dal primo giro stacca tutti e vince con ampio margine su Dani Pedrosa e su Valentino. Valentino è sempre stato in controllo della situazione, nonostante l’errore alla prima curva che lo ha fatto retrocedere dal primo all’ottavo posto. Le cose si sono subito messe bene per il pesarese prima della partenza. Infatti Lorenzo è rientrato ai box dopo aver collaudato la sua M1 sul bagnato invece di andare direttamente in griglia. Poi quando ha provato a riguadagnare la pista la pit-lane era già chiusa. Leggerezza imperdonabile. E partenza dai box. Lo spagnolo è un campione vero. E invece di abbattersi si butta in pista con grande cattiveria da subito. Alla prima curva è undicesimo, poi mette le ruote davanti a quelle di Valentino. I due risalgono insieme, con Valentino che non lo perde di vista. Infilano prima Melandri. Poi Capirossi, Hayden ed Elias. Fino ad arrivare al quarto ed al quinto posto. Qui un pilota normale si accontenterebbe. Invece, approfittando di un feeling sempre migliore. Rossi passa Lorenzo in staccata e chiude i conti. La davanti Stoner è un martello e arriva a margini inusuali per il Motomondiale. Peccato per la crisi di mezza stagione che per un po’ ci ha privato di un campione, che avrebbe dato altro filo da torcere a Rossi. Dopo i sussulti iniziali le posizioni si stabilizzano, con Valentino che guadagna un buon margine su Lorenzo e va all’assalto di Dovizioso e Pedrosa. Si pensa che non avrebbe bisogno di spingere così tanto, ma è il solito discorso. Senza questa mentalità da fuoriclasse non avrebbe vinto 103 gare. Un omaggio arriva dal deludente Andrea Dovizioso di quest’anno, che butta via un probabile podio assaggiando l’asfalto. A quel punto anche Valentino ragiona e si accontenta del gradino più basso del podio. E soprattutto stappa lo spumante del nono Mondiale. Pazzesco. (Fonte: Gazzetta dello Sport)
25.10.09
Capolavoro Rossi, è la nona sinfonia iridata
Valentino Rossi suona la nona. Sì, perchè il nono titolo iridato in carriera è suo. In Malesia basta un 3° posto, proprio davanti a Lorenzo, in una gara più complicata del previsto, perchè ingarbugliata da un monsone che si scatena appena viene aperta la corsia box e che provoca un ritardo di 40’ sulla partenza. La gara viene vinta, ma sarebbe meglio dire dominata, da Casey Stoner, che fin dal primo giro stacca tutti e vince con ampio margine su Dani Pedrosa e su Valentino. Valentino è sempre stato in controllo della situazione, nonostante l’errore alla prima curva che lo ha fatto retrocedere dal primo all’ottavo posto. Le cose si sono subito messe bene per il pesarese prima della partenza. Infatti Lorenzo è rientrato ai box dopo aver collaudato la sua M1 sul bagnato invece di andare direttamente in griglia. Poi quando ha provato a riguadagnare la pista la pit-lane era già chiusa. Leggerezza imperdonabile. E partenza dai box. Lo spagnolo è un campione vero. E invece di abbattersi si butta in pista con grande cattiveria da subito. Alla prima curva è undicesimo, poi mette le ruote davanti a quelle di Valentino. I due risalgono insieme, con Valentino che non lo perde di vista. Infilano prima Melandri. Poi Capirossi, Hayden ed Elias. Fino ad arrivare al quarto ed al quinto posto. Qui un pilota normale si accontenterebbe. Invece, approfittando di un feeling sempre migliore. Rossi passa Lorenzo in staccata e chiude i conti. La davanti Stoner è un martello e arriva a margini inusuali per il Motomondiale. Peccato per la crisi di mezza stagione che per un po’ ci ha privato di un campione, che avrebbe dato altro filo da torcere a Rossi. Dopo i sussulti iniziali le posizioni si stabilizzano, con Valentino che guadagna un buon margine su Lorenzo e va all’assalto di Dovizioso e Pedrosa. Si pensa che non avrebbe bisogno di spingere così tanto, ma è il solito discorso. Senza questa mentalità da fuoriclasse non avrebbe vinto 103 gare. Un omaggio arriva dal deludente Andrea Dovizioso di quest’anno, che butta via un probabile podio assaggiando l’asfalto. A quel punto anche Valentino ragiona e si accontenta del gradino più basso del podio. E soprattutto stappa lo spumante del nono Mondiale. Pazzesco. (Fonte: Gazzetta dello Sport)
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