
Quell'Enrico Fabris che a Torino nel 2006 fu capace di quello che nessuno aveva mai osato immaginare battendo un mostro sacro come Sven Kramer mettendo in bacheca due ori e un bronzo, è pronto a tentare il clamoroso bis a Vancouver. I giochi invernali canadesi del 2010 sono cominciati con la cerimonia inaugurale, un concentrato puro di emozioni, adrenalina destinata a deflagrare poi in gara. Sabato il primo appuntamento da non perdere, quello con i 5mila metri: «Sono tranquillo — spiega Fabris — ho imparato a gestire la pressione e la tensione. Non voglio promettere nulla, non lo feci neppure quattro anni fa e portò bene. È vero che nel 2006 non mi conosceva quasi nessuno e adesso tutti si aspettano tanto da me, ma voglio continuare a puntare su me stesso. Se non credessi nella possibilità di essere protagonista anche a Vancouver non sarei qui. Gli avversari? I soliti, Kramer come sempre su tutti. Lui è un mostro, non si ferma mai, il fatto di averlo talvolta battuto è qualcosa di eccezionale».
Con Fabris ci sarà anche l'asiaghese Luca Stefani, esordiente nella rassegna a cinque cerchi: «Per me è un'emozione indescrivibile essere qui - sottolinea - tutto quello che arriva è qualcosa di guadagnato». Da domenica , poi, scatta anche il fondo con le punte di diamante venete Sabina Valbusa, Magda Genuin e soprattutto Pietro Piller Cottrer: «La preparazione dell'evento— sorride il cadorino — è stata maniacale, quasi ossessiva. Del resto quello che la gente deve capire è che noi fatichiamo per un'unica gara che dà il senso a quanto fatto in quattro anni. Sono tranquillo, so di essermi preparato al meglio, lo stato di forma è confortante».
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