
IN PISTA - Eppure la gara di Fabris non era cominciata male. Un distacco di pochi decimi dopo i primi giri. La sua postura inconfondibile pronta al cambio di marcia. «All'inizio stavo bene» racconta il veneto. E invece il diesel nei muscoli di Enrico a un certo punto si inceppa: il distacco sale a 1,98 e poi aumenta inesorabilmente. «Non ho saputo essere brillante». E' una resa totale. Al traguardo, piegato sulle ginocchia, Fabris tira un'occhiata al tabellone: +5,93 dal più veloce. Significa sesto posto provvisorio, che diventerà settimo poco dopo. La delusione è immediata. La speranza sfuma in pochi sbuffi nel freddo. «Di testa c'ero, ma non sono riuscito a dimostrare quanto valgo». Giusto il tempo di infilarsi lo zaino alle spalle, «dimenticare questa gara» e conservare uno spazio vuoto nell'angolo. C'è ancora tempo per infilarci una medaglia. Non finisce qua, per il Commendatore dei ghiacci. Un oro si difende dai nemici affilando bene le lame. Quelle dei pattini. (Antonucci - corriere.it)
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