25.2.10

Hokey: Canada batte Russia


Era la superpartita, degna solo di una finale, dicevano un po’ tutti. Invece le arcirivali di sempre, Russia e Canada si sono affrontate nei quarti. I pronostici prevedevano una supergara, con risultato in bilico fino all’ultimo tuffo, decisa magari dalle prodezze dei due supercampioni, i migliori del mondo in questo momento, il canadese Sidney Crosby e il russo Alex Ovechkin. Ma nessuno dei due è stato protagonista: nessun gol, nessun assist. E Russia-Canada non è stata poi così spettacolare. Merito dei ragazzi di casa che hanno praticamente asfaltato i campioni del mondo in carica per 7-3, senza che i russi riuscissero mai a entrare in partita.

L’ipoteca sulla semifinale era già stata messa nel primo periodo: un perentorio 4-1 con gravi colpe del portiere Evgeni Nabokov, poi sostituito. Buffo che in quel micidiale primo terzo di gara, un gol e due assist li abbia messi a segno Dan Boyle, compagno di squadra a San José proprio di Nabokov. Nei secondi venti minuti la musica non cambiava. Il Canada, sospinto da diciottomila spettatori più indiavolati di sempre, andava sul 6-1 con Perry e Weber, prima di mollare leggermente la presa e permettere alla Russia di accorciare fino a 7-3 concedendole qualche speranza di recupero.

Poi nel terzo periodo non segnava nessuno. La gente cominciava a gridare: “Vogliamo l’oro”, perché è impossibile non entusiasmarsi dopo una vittoria simile. E osannava Roberto Luongo, il portierone di Vancouver, con un lungo “Louuuuuuu” ogni volta che il ragazzo con origini avellinesi bloccava un disco. Succedeva per 25 volte e Brodeur probabilmente non rivedrà mai più la maglia da titolare. Era solo la seconda volta che il Canada batteva la Russia (o l’Unione Sovietica) in undici edizioni olimpiche. Non ci riusciva da Squaw Valley 1960: cinquant’anni di frustrazioni culminate quattro anni fa, quando vennero eliminati dai russi nel torneo di Torino 2006, proprio nei quarti (Massimo Lopes Pegna - gazzetta.it)

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