26.5.10

Plan de Corones. Garzelli primo

Una formichina. Non era certo la sua tappa, eppure Ivan Basso, l’eroe di domenica scorsa sullo Zoncolan, ha salito un altro gradino della classifica grazie alla cronoscalata verso Plan de Corones, 16ª tappa di questo 93° Giro d’Italia massacrante e ancora tutto da scrivere. La vittoria di giornata è andata al quasi 37enne Stefano Garzelli, che in carriera conquistò anche un Giro, ma sono passati ormai 10 anni. Quindi secondo successo varesino consecutivo al Giro d'Italia. Garzelli è fantastico nella durissima cronoscalata di Plan de Corones, salita tremenda con tanto di sterrato a far affondare le ruote e far respirare polvere.

Il capitano dell'Acqua&Sapone, andato in crisi sabato sul Monte Grappa, si è ripreso con gli interessi la scena della corsa rosa dominando uno degli arrivi più attesi, quasi a quota 2.300 metri, grazie a una seconda parte di gara in cui ha stracciato la concorrenza. Avversari capeggiati da Evans: il campione del mondo ha guadagnato 28” su Ivan Basso.

Con il sesto posto di ieri, Basso si è insediato al secondo posto della classifica generale alle spalle del solo David Arroyo che si è difeso piuttosto bene.

Sono in centomila ad applaudire la vittoria di Garzelli ai bordi di una salita che vanta punte di pendenza fino al 24%: Stefano la vince nella seconda parte, da quando cioè inizia lo sterrato, mettendo a frutto le energie risparmiate sabato e domenica quando ha capito di non avere la gamba per restare in classifica. Una borraccia, qualche zucchero e poi via: sull'ultimo tratto il Garzo ha saltato gli avversari partiti prima di lui tirando a tutta fino al traguardo dove è stato premiato da una corona vera e propria, ornata del gallo che è il simbolo di questa località famosa d'inverno per lo sci e in primavera per il Giro.

Alle spalle il duello più importante è tra Evans e Basso: l'australiano è andato meglio fin dai primi metri senza peraltro sfondare. Evans, specialista della mountain bike, ha sfruttato le sue conoscenze del terreno sterrato su cui Basso ha faticato e comunque si è difeso, anche alzandosi sui pedali in alcuni momenti come di solito non avviene. Arroyo arriva a poca distanza e conferma la fama di osso duro perdendo qualcosa ma senza affondare, anzi: sul podio lo spagnolo si è rimesso la maglia rosa senza intenzione di lasciarla oggi quando il gruppo arriverà a Peio Terme, in lieve salita.

Garzelli, sorriso formato "grandi occasioni" parla della sua vittoria: "E’ arrivata nel giorno in cui non me l’aspettavo. Volevo un posto tra i primi cinque, aver vinto in questa tappa così ambita e difficile è un sogno. Era la più bella del Giro, e forse è la più bella della mia carriera. Il segreto? Dosare bene le energie, gestirsi sul passo Furcia, mangiare e alimentarsi". Arroyo ha chiuso sedicesimo a 2’16" da Garzelli: "Ma esco da questa giornata rafforzato. Era un test per capire fin dove poter arrivare. Ora posso dire di poter sognare, lotterò con la squadra giorno dopo giorno per difendere la maglia rosa". Sul palco è stato Fernando Alonso a consegnargli il simbolo del primato. "Un tracciato spettacolare - ha detto il pilota Ferrari, che ha seguito in moto Sastre -. I corridori fanno una fatica pazzesca sullo sterrato. Il Giro comunque è ancora lungo, Carlos non è ancora tagliato fuori".

Nibali "meglio di quanto mi aspettassi, il podio è il mio obiettivo massimo, sarebbe bellissimo", e soprattutto Basso. "Il terreno non era adatto a me, considero positivo il mio bilancio, ci aspettano altre tappe durissime e poi - aggiunge il vincitore del Giro 2006 - non dimentichiamo che c’è la crono conclusiva a Verona".

Il Giro è appena iniziato, anche se si è già messo alle spalle 16 giorni di gara.

Antonella Occhiolino

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