7.2.09

L'Italia del rugby si arrende

_Le illusioni, ammesso che fosse giustificato averne, si spengono subito. L'Italia : agli uomini in bianco è bastato approfittare dei nostri per portare a casa il successo nella partita inaugurale del Sei Nazioni.L'attenzione si era incentrata sulla nuova, sorprendente soluzione proposta dal ct Nick Mallett. Difficile, nei giorni che precedevano la partita, parlare di un argomento che non fosse la scelta di Mauro Bergamasco nel ruolo di mediano di mischia, indotta (in parte) dall'indisponibilità di Picone, Travagli e Canavosio. Ebbene, il forte terza linea padovano, che affrontava un'esperienza completamente nuova, ha dimostrato di non essere assolutamente in grado di ricoprire questa posizione. Si può parlare di naufragio, o di calvario (in senso sportivo, ovviamente): Mauro non ha quasi mai trovato la misura nei passaggi, regalando direttamente una meta agli avversari e mettendo costantemente in difficoltà i suoi compagni. L'esperimento è durato un tempo (finito 22-6, con l'impressione che a Parisse e compagni sarebbe anche potuta andare molto peggio), poi Mauro è rimasto negli spogliatoi e la regia del pacchetto è passata al giovane Toniolatti, che non si può considerare un "prodotto finito" ma almeno è un mediano di mischia a tutti gli effetti. La squadra ha espresso un gioco più lineare, anche se non è quasi mai riuscita a creare difficoltà all'Inghilterra. Ad ogni modo, il numero degli omaggi agli avversari (anche nelle rimesse laterali) è diminuito e si è vista qualche variazione offensiva, mentre nel primo tempo l'unico "schema", prevedibilissimo, era quello delle partenze individuali a testa bassa, con tentativi di penetrazione destinati a infrangersi contro un muro. Che non fosse la giornata giusta, lo si è capito dopo un minuto e mezzo. Ongaro sbagliava nettamente un lancio in touche, Goode "rubava" la palla e poi, un una fase successiva, si faceva trovare pronto a raccogliere un passaggio, calciare in avanti e schiacciare in meta. La seconda segnatura arrivava al 18': su un pallone sfuggito al controllo degli azzurri dopo una presa al volo di Marcato (poi infortunato e sostituito da McLean) Haskell recuperava e dava a Ellis che fuggiva imprendibile lungo la fascia. Al 28' la "summa" dei problemi evidenziati da Mauro Bergamasco: un passaggio avventato e impreciso metteva in crisi Garcia, Goode calciava a seguire e Flutey segnava. Dopo due penalty centrati per l'Italia da McLean, che colpiva anche un palo, la prima frazione si chiudeva sul 22-6. Nella ripresa meno episodi da segnalare e meno marcature. Ma almeno l'Italia riusciva a realizzare una meta con una bella azione. Break di capitan Parisse (uno dei più "presenti"), fuga di McLean, placcato lungo l'out di sinistra a cinque metri dalla linea di meta, cambiamento di fronte con la palla che viaggiava da una mano all'altra fino al tentativo infruttuoso di Robertson e all'ultimo sforzo di Mirco Bergamasco, che varcava la linea fatale. Una piccola soddisfazione incastonata tra le due mete segnate dagli uomini di Martin Johnson nel secondo tempo: la prima con Ellis, che ha giocato solo in seguito all'infortunio di Care e ha fatto una doppietta, e la seconda con Cueto allo scadere. L'Italia, ora, non ha troppo tempo per riflettere e riposare. Domenica, al Flaminio, arriva la brillante Irlanda che ieri ha ospitato la Francia e - al termine di un match di alto livello - l'ha battuta 30-21.LA PARTITA: Inghilterra-Italia 36-11 (primo tempo 22-6). Per l'Inghilterra : 5 mete (Ellis 2, Goode, Flutey, Cueto), 1 calcio piazzato (Goode), 4 trasformazioni (Goode). Per l'Italia: 1 meta (Mirco Bergamasco), 2 calci piazzati (Mc Lean). Calci fermi: Goode 5 su 8, Mc Lean 2 su 4, Marcato 0 su 1. (fonte: Il sole24ore.it)

2 commenti:

Sar@ ha detto...

Risultato pessimo...
Sono indecisa tra condannare impietosamente Mallett per il suo "esperimento" ai danni del povero Mauro Bergamasco o adagiarmi sull'abitudine alla sconfitta...

Passion Still Lives Here ha detto...

Ci hanno sbriciolati.
Esperimenti? Non saprei Sara.
Di sicuro erano e son un secolo avanti a noi.
Si può far bene ma l'asticella per noi è ancora troppo alta.
Luca