_Le illusioni, ammesso che fosse giustificato averne, si spengono subito. L'Italia : agli uomini in bianco è bastato approfittare dei nostri per portare a casa il successo nella partita inaugurale del Sei Nazioni.L'attenzione si era incentrata sulla nuova, sorprendente soluzione proposta dal ct Nick Mallett. Difficile, nei giorni che precedevano la partita, parlare di un argomento che non fosse la scelta di Mauro Bergamasco nel ruolo di mediano di mischia, indotta (in parte) dall'indisponibilità di Picone, Travagli e Canavosio. Ebbene, il forte terza linea padovano, che affrontava un'esperienza completamente nuova, ha dimostrato di non essere assolutamente in grado di ricoprire questa posizione. Si può parlare di naufragio, o di calvario (in senso sportivo, ovviamente): Mauro non ha quasi mai trovato la misura nei passaggi, regalando direttamente una meta agli avversari e mettendo costantemente in difficoltà i suoi compagni. L'esperimento è durato un tempo (finito 22-6, con l'impressione che a Parisse e compagni sarebbe anche potuta andare molto peggio), poi Mauro è rimasto negli spogliatoi e la regia del pacchetto è passata al giovane Toniolatti, che non si può considerare un "prodotto finito" ma almeno è un mediano di mischia a tutti gli effetti. La squadra ha espresso un gioco più lineare, anche se non è quasi mai riuscita a creare difficoltà all'Inghilterra. Ad ogni modo, il numero degli omaggi agli avversari (anche nelle rimesse laterali) è diminuito e si è vista qualche variazione offensiva, mentre nel primo tempo l'unico "schema", prevedibilissimo, era quello delle partenze individuali a testa bassa, con tentativi di penetrazione destinati a infrangersi contro un muro. Che non fosse la giornata giusta, lo si è capito dopo un minuto e mezzo. Ongaro sbagliava nettamente un lancio in touche, Goode "rubava" la palla e poi, un una fase successiva, si faceva trovare pronto a raccogliere un passaggio, calciare in avanti e schiacciare in meta. La seconda segnatura arrivava al 18': su un pallone sfuggito al controllo degli azzurri dopo una presa al volo di Marcato (poi infortunato e sostituito da McLean) Haskell recuperava e dava a Ellis che fuggiva imprendibile lungo la fascia. Al 28' la "summa" dei problemi evidenziati da Mauro Bergamasco: un passaggio avventato e impreciso metteva in crisi Garcia, Goode calciava a seguire e Flutey segnava. Dopo due penalty centrati per l'Italia da McLean, che colpiva anche un palo, la prima frazione si chiudeva sul 22-6. Nella ripresa meno episodi da segnalare e meno marcature. Ma almeno l'Italia riusciva a realizzare una meta con una bella azione. Break di capitan Parisse (uno dei più "presenti"), fuga di McLean, placcato lungo l'out di sinistra a cinque metri dalla linea di meta, cambiamento di fronte con la palla che viaggiava da una mano all'altra fino al tentativo infruttuoso di Robertson e all'ultimo sforzo di Mirco Bergamasco, che varcava la linea fatale. Una piccola soddisfazione incastonata tra le due mete segnate dagli uomini di Martin Johnson nel secondo tempo: la prima con Ellis, che ha giocato solo in seguito all'infortunio di Care e ha fatto una doppietta, e la seconda con Cueto allo scadere. L'Italia, ora, non ha troppo tempo per riflettere e riposare. Domenica, al Flaminio, arriva la brillante Irlanda che ieri ha ospitato la Francia e - al termine di un match di alto livello - l'ha battuta 30-21.LA PARTITA: Inghilterra-Italia 36-11 (primo tempo 22-6). Per l'Inghilterra : 5 mete (Ellis 2, Goode, Flutey, Cueto), 1 calcio piazzato (Goode), 4 trasformazioni (Goode). Per l'Italia: 1 meta (Mirco Bergamasco), 2 calci piazzati (Mc Lean). Calci fermi: Goode 5 su 8, Mc Lean 2 su 4, Marcato 0 su 1. (fonte: Il sole24ore.it)
Risultato pessimo... Sono indecisa tra condannare impietosamente Mallett per il suo "esperimento" ai danni del povero Mauro Bergamasco o adagiarmi sull'abitudine alla sconfitta...
Ci hanno sbriciolati. Esperimenti? Non saprei Sara. Di sicuro erano e son un secolo avanti a noi. Si può far bene ma l'asticella per noi è ancora troppo alta. Luca
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L'identità e la forza di una piazza tipicamente italiana. Riproduzione mediatica di una passione che cominciò a vivere e a liberarsi grazie al battito dello sciamano Chechi, guru metropolitano in una notte olimpica. Immateriale, "fittizia", contrariamente a quella di ogni nostro paese, ma che trascenda la rete e dia voce ai ricordi. Un blog didascalico ove ripercorrere attimo per attimo le istantanee dei nostri Giochi. Idea di nicchia, un tributo ad una città, alla sua gente e a tutti gli sportivi. Poi noi, i volontari. I ricordi del post olimpiade sono lieti e vivi come la trepidante attesa per la chiamata. Non si cancellano, rimangono scolpiti nelle menti e offrono un significato intenso, comprensibile ai più ma sconosciuto a molti. La Passione vive ancora qui! "Abita" nelle nostre immagini, in quelle di altri ex volontari e di semplici appassionati. La Torino Olimpica come non l'avete mai vista, per chi c'era e (soprattutto) per chi non c'era. Una galleria fotografica, umana e sportiva dove condividere istantanee di vita, venue e gare. Lo spirito olimpico non finisce con lo spegnimento del braciere, un'Olimpiade non può scorrere come acqua sul vetro nella memoria sportiva di un paese. Fermarsi lì, a quei sedici giorni, potrebbe essere l'errore più grande. Da qui l'idea... tenere in vita quello spirito e liberarlo altrove, per la rete. Qui, in noi, la passione di chi quei giochi li ha costruiti e vissuti. Di chi non vuole togliersi dalla testa quei ricordi, quelle musiche e quell'atmosfera unica. Riviverli con nostalgia nel quotidiano come una propria pausa olimpica. Amori nati all'ombra della Mole, amicizie, rapporti umani che travalicano ogni generazione ed ogni bandiera o religione. Si accende nuovamente il sorriso, sentire ancora quell'incedere... passione, cuore, delirio di emozioni. Torino 2006: 41.500 richieste, 26.000 volontari, 46 anni di attesa, 80 nazioni, 3149 atleti, 1122 donne, 2027 uomini, 509 medaglie, una città, un paese, il mondo, 1 blog. Passion Still Lives Here.
2 commenti:
Risultato pessimo...
Sono indecisa tra condannare impietosamente Mallett per il suo "esperimento" ai danni del povero Mauro Bergamasco o adagiarmi sull'abitudine alla sconfitta...
Ci hanno sbriciolati.
Esperimenti? Non saprei Sara.
Di sicuro erano e son un secolo avanti a noi.
Si può far bene ma l'asticella per noi è ancora troppo alta.
Luca
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