29.2.08

La "Rossa" ai Giochi Olimpici

xxolympicwintergames.blogspot.com_Scatti Olimpici

Luci rosse soffuse. Tutti noi presenti allo "Stadio Olimpico" di Torino ci chiediamo cosa mai ci riserveranno ora gli organizzatori. Dal cuore silenzioso del palco, un rombo scuote tutti noi. Ecco apparire "Lei". In tutta la sua bellezza, in tutta la sua linea, la sua grinta: entra in scena la Ferrari ribattezzata "Torino 2006". A guidarla, Luca Badoer, collaudatore ufficiale della scuderia di Maranello. "Lei" si mostra ai nostri occhi, si fa osservare da ogni punto di vista. Ad un certo punto ... rombo di motore e via, Badoer disegna sulla "piazza" i 5 cerchi olimpici. Icona attuale del Made in Italy, non poteva non essere dei nostri in questa occasione, non poteva non mostrarsi al Mondo, non poteva non sottolineare "Scusate, ma sono la rossa italiana più invidiata al mondo!". E così, nonostante una fugace apparizione, tutti noi, sia allo Stadio che a casa, abbiamo nuovamente ammirato fino a dove la tecnologia italiana è arrivata in questi anni. Partendo dalla "Fiat 500" fino alla Ferrari... entrambe "nostre", entrambe col marchio Italia! Image: liberamente tratta dalla rete. Size: 34 kb, low.
Red lights. All of us you show up at the "Olympic Stadium" in Torino ask us what the organizers will ever reserve now us . From the silent heart of the stage, a rhombus shakes all of us. Here is to appear "She". In all of her beauty, in all of her line, her grim: it enters scene the rechristened Ferrari "Torino 2006". To drive her, Luca Badoer, official collaudatore of the stable of Maranello. "She" it appears to our eyes, it makes him observe from every point of view. All of a sudden... rhombus of motor and street, Badoer draws on it "plaza" the 5 looks for Olympic. Actual icon of the Made in Italy, was not able not to be of ours in this occasion, it was not able not to appear to the World, it was not able not to underline "Excuse me, but I'm the Italian redhead more envied to the world! ". And so, despite a fleeting apparition, all of us, both to the Stadium and to house, we have again admired up to where Italian technology has arrived in these years. Departing from "Fiat 500" up to the Ferrari... both "our", both with the mark Italy! Image: freely drawn by the net. Size: 34 kb, low.
Lumières rouges diffuses. Tous nous présentes au "Stade Olympique" de Torino nous nous demandons que les organisateurs nous réserveront jamais maintenant. Du coeur silencieux de la loge, un grondement nous secoue tous. Voilà apparaître "Elle". En toute sa beauté, en toute sa ligne, sa volonté: il entre en scène la Ferrari rebaptisé "Torino 2006". À la guider, Luca Badoer, essayeur officiel de l'écurie de Maranello. "Elle" se montre à nos yeux, elle se fait observer de chaque point de vue. À un moment donné... grondement de moteur et voie, Badoer dessine sur la "place" les 5 cercles olympiques. Icône actuelle du Made en Italy ne pouvait pas ne pas être des nôtres dans cette occasion, elle ne pouvait pas ne se pas montrer au Monde, elle ne pouvait pas ne pas souligner "Vous excusez, mais ce sont la rouquine italienne plus enviée au monde! ". Et ainsi, malgré une apparition fugace, tous nous, soit au Stade qui à la maison, nous avons de nouveau admiré jusqu'à où la technologie italienne est arrivée dans ces ans. En partant de la "Fiat 500" jusqu'à la Ferrari... les deux "notre", les deux avec la marque Italie! Image: librement tirée par le réseau. Size: 34 kb, low.

27.2.08

CONI e Ferrari insieme per l'Italia

xxolympicwintergames.blogspot.com_Article Data Sport.it
La tecnologia Ferrari al servizio dello sport italiano, per vincere alle Olimpiadi. E` stato firmato oggi l`accordo tra il Coni e le Rosse di Maranello, che avranno il compito di ricercare soluzioni a favore delle federazioni sportive nella preparazione dei Giochi invernali ed estivi. I settori su cui lavoreranno i tre team di progetto sono aerodinamica, veicolo e materiali. Le discipline maggiormente interessate dalla collaborazione tra Coni e Ferrari sono soprattutto quelle invernali. In primo piano ci sono slittino, bob, skeleton, pattinaggio, mentre per gli sport protagonisti dei Giochi estivi troviamo il canottaggio e la canoa. Ma in futuro si studieranno tecniche avanzate anche per vela, ciclismo, tennis. I team di progetto avranno sede a Maranello, in modo da facilitare il lavoro degli ingegneri della casa emiliana nel dare il contributo in termini alla crescita degli sport olimpici italiani. `Sono due anni che si sono chiusi i Giochi olimpici invernali, e li` a Torino nacque l`idea di affiancare la Ferrari alla squadra italiana olimpica - ha detto il presidente del Coni, Gianni Petrucci -. Vorremmo andare veloci a Pechino come la Ferrari: e` questo il nostro sogno. Ma non e` un sogno, perche` lo sport italiano ha sempre ottenuto buoni risultati.` Il numero 1 della casa di Maranello, Luca Cordero di Montezemolo, ha ribadito: `Metteremo a disposizione i nostri impianti e i nostri uomini- ha detto il presidente della Ferrari -. Se in chi vincera` alle Olimpiadi ci sara` un`unghia di Ferrari ne saremo orgogliosi`.


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26.2.08

Un super Galles asfalta un'Italia spaesata

xxolympicwintergames.blogspot.com_Luca & Solki
I cambi di mentalità prima di esser tali a volte costano lacrime e "sangue". Per vederne i frutti occorre del tempo, quasi a far decantare un approccio psicologico che nel Rugby conta moltissimo insieme a tecnica e fisicità. L'Italia di Mallet è lontana dal pragmatismo di Pierre Berbizier, altalenando risultati importanti a debacle improvvise. L'ultima di queste, domenica scorsa contro il Galles, dove una nazionale rimasta con la testa negli spogliatoi cede subito il passo al rullo compressore gallese che in pochi minuti chiude un incontro comunque segnato.
Si rasenta la figuraccia, il punteggio è da Superenalotto, ma a questo punto sarà cruciale non uscire dal "Sei Nazioni" con il temuto "Cucchiaio di Legno". Sarebbe un passo indietro per un movimento che tanto sta raccogliendo e per un'Italia che è sempre più amata. Risultato che non ci possiamo permettere, per guardare avanti con rinnovata mentalità, occorre lasciare alle spalle i timori e pensare via via in grande.
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I gallesi demoliscono l'Italia e restano gli unici a punteggio pieno. Ancora grande Inghilterra a Parigi. Contro la Scozia si rivede la vecchia Irlanda
Due complessi a confronto: quello di speriorità degli inglesi sui francesi e quello di inferiorità dei francesi verso gli inglesi. Il risultato è che le ultime sfide tra Francia e Inghilterra non sono influenzate dal fattore campo, dalla condizione fisica e dagli schemi di gioco: gli uomini di Brian Ashton mettono ko i galletti a prescindere. Così è stato anche nella terza giornata di questo Sei nazioni. Allo stadio St. Denis di Parigi tutta la Francia aspettava la rivincita (molto parziale, perché la posta in palio non era paragonabile) della semifinale degli ultimi mondiali, persa dai padroni di casa contro Wilkinson e compagni. Invece, anche se alcuni protagonisti sono cambiati e altri hanno giocato al di sotto dell'abituale standard (Wilkinson tra questi), è arrivata una conferma di quel risultato, coi Leoni subito in meta con Sackey e capaci di allungare 10-0 e poi vincere 24-13. Una lezione. tanto da costringere il ct francese ad ammettere che «dobbiamo imparare diverse cose da questa Inghilterra: sono stati capaci di rimettersi in sesto dopo performance negative e continuando a giocare così possono battere qualunque squadra al mondo». Anche se Lievremont non risparmia critiche a Mark Regan, uno dei migliori in campo sabato scorso: «E' un pagliaccio. Il suo compartamento in campo è stato grottesco». Parole pesanti che l'interessato si appunta come mostrine: «E' il miglior complimento che potesse farmi. Il mio compito, tra le altre cose, è innervosire l'avversario. Posso dire, a questo punto, di esserci riuscito». Se Regan e soci affrontassero sempre i transalpini, potrebbero già portarsi a casa il Sei Nazioni. Ma così non è e le chances diminuiscono parecchio. Contro gli altri avversari i bianchi mostrano tutti i limiti di una formazione che, al momento, non riesce a rinnovarsi completamente nè a portare avanti in modo bilanciato la combinazione di freschezza e esperienza che Ashton cerca di trovare da un anno a questa parte. Spesso l'impressione è che in campo, nello stesso momento, ci siano due, tre Inghilterre diverse. Chi per primo ha messo in luce questa mancanza di coesione e di concentrazione è stato il Galles. Dominati a Twickenham nel primo tempo della gara inaugurale, nella ripresa i gallesi hanno letteralmente cancellato dal campo i vicecampioni del mondo in carica. Più o meno lo stesso trattamento riservato, per tutti gli ottanta minuti, all'Italia di Mallett. Al Millennium stadium di Cardiff è andata in onda un'esecuzione in piena regola. Il 47-8 finale, con cinque mete dei padroni di casa, ha riportato l'Italia alle batoste delle prime apparizioni nel 6 Nazioni. Un passo indietro figlio del tentativo di Mallett di infondere una mentalità vincente o comunque competitiva. Politica da lodare. Se si vuole arrivare a giocare per traguardi più ambiziosi dell'evitare il cucchiaio di legno bisogna scendere in campo non per limitare i danni ma per vincere, e non solo contro gli scozzesi. L'Italia non sa attaccare e questo è evidente. La difesa resta la prima pietra su cui costruire la casa, ma solo con quella non si va da nessuna parte e, prima o poi si crolla. Se presa nel verso giusto (anche se c'è già chi rimpiange il realismo di Berbizier) questa suonata può far crescere il nostro rugby più di tante "onorevoli sconfitte" di misura. Contro un Galles che sembra addirittura più più forte di quello che nel 2005 realizzò il Grande Slam (vale a dire: 6 nazioni vinto a punteggio pieno), gli azzurri non avrebbero avuto nessuna speranza in ogni caso. La partita che può decidere il vincitore dell'edizione 2008 è quella che metterà di fronte l'8 marzo a Croke Park Irlanda e Galles. Gli irlandesi contro la Scozia, nella prima sfida del "supersabato", hanno confermato le belle cose mostrate negli ultimi venti minuti della gara perduta contro la Francia a Parigi. Contro gli uomini di O'Sullivan, che nel finale ha riproposto il recuperato Paul O'Connell (miglior giocatore della precedente campagna), gli scozzesi hanno messo in campo il solito cocktail di talento e errori che vanifica puntualmente un gioco spesso spettacolare e arioso. Il 34-13 finale per gli irlandesi è una punizione forse eccessiva ma meritata per una squadra incapace di concretizzare tutto quel che produce e di mantenere la concentrazione in difesa. Limiti che ne fanno, assieme agli azzurri, la candidata principale all'ultimo posto in classifica. Per Hadden l'unica notizia positiva è che il nazionale Scott MacLeod è stato assolto dall'accusa di doping: il medicinale usato non mirava ad alterare le prestazioni sportive ma solo a curare l'asma, l'equivoco è stato provocato da un errore nella compilazione di un modulo.



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22.2.08

L'uovo di Giacosa a Torino 2006

xxolympicwintergames.blogspot.com_Scatti Olimpici
Cresce la festa, si accendono cori e sorrisi quando nello stadio olimpico di Torino entra in scena un pezzo di storia italiana. Ingresso trionfale al centro del palco, lenta e singhiozzante come una novellina densa di emozione. Cicala bicilindrica, icona del boom economico italiano si aggira simpaticamente dentro lo stadio, mentre uno snowboarder la guarda dall'alto raggiungendola con l'immaginazione. Bianca come la neve, bianca e tonda come un simpatico uovo... quello disegnato da Giacosa. Torino 2006, passione e storia si fondono tra loro. Storia italiana e storia olimpica per un' Italia che ha messo in campo tutta sè stessa. Image: liberamente tratta dalla rete. Size: 3,30Mb, high.
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It grows the party, they ignite choirs and smiles when in the Olympic stadium in Turin it enters scene a piece of Italian history. Triumphal entry to the center of the stage, slow as a new dense of emotion. Bicilindric, icon of the Italian economic boom nicely wanders inside the stadium, while a snowboarder bewares her/it of reaching her/it with the imagination. Bianca as the snow, white and round as a nice egg... that drawn by Giacosa. Turin 2006, passion and history melt him among them. Italian history and Olympic history for a' Italy that has put in field all itself same. Image: freely drawn by the net. Size: 3,30Mb, high.
Il grandit la fête, ils s'allument choeurs et sourires quand dans le stade olympique de Turin il entre en scène un bout d'histoire italienne. Entrée triomphale au centre de la loge, lente comme une novice dense d'émotion. Bicilindrique jacasse, icône du boum économique italien rôde dans le stade sympathiquement, pendant qu'un snowboarder se la garde de haut qui en l'atteint avec l'imagination. Blanche comme la neige, blanche et ronde comme un oeuf sympathique... celui-là dessiné par Giacosa. Turin 2006, passion et histoire se fondent entre eux. Histoire italienne et histoire olympique pour une' Italie qu'il a mis en champ tout soi même. Image: librement tirée par le réseau. Size: 3,30Mb, high.

18.2.08

Rocca e Zoeggeler: un week-end alla grande

xxolympicwintergames.blogspot.com_Antonella

Lo Slalom di Zagabria, valido per la Coppa del Mondo di sci alpino, ha visto sul gradino più alto del podio Mario Matt. L`austriaco ha amministrato nella seconda manche il vantaggio accumulato nella prima, chiudendo con il tempo di 1`51``36. Matt ha preceduto il padrone di casa, il croato Ivica Kostelic ed il connazionale Reinfried Herbst. Al quarto posto un ottimo e rinato Giorgio Rocca (1`52``08) che, dopo aver chiuso nella stessa posizione la prima manche, ha mantenuto un atteggiamento propositivo, sciando fluidamente e facendo vedere che nel finale di stagione darà battaglia. Per quanto riguarda gli altri azzurri in gara, da registrare il 13.o posto di Moelgg, il 14.o di Thaler e il 16.o di Deville. Per quanto riguarda i punti della classifica di Coppa del Mondo, l`austriaco Benjamin Raich non e` riuscito a sfruttare la giornata nera di Bode Miller (non qualificatosi per la seconda manche a causa del 36.o tempo), commettendo un errore che ne ha compromesso la gara. Buone notizie invece per la classifica di specialita`, dove Moelgg sfrutta l`uscita di Grange, riducendo lo svantaggio (che era di 91 punti prima di questa gara) nella Coppa del Mondo di slalom speciale. La CdM riprendera` il prossimo week-end in Canada (Whistler), dove sono in programma un Gigante e un Super G.

Nello slittino, invece, Zoeggeler ha fame di vittorie! Non è mica soprannominato "il cannibale" così per scherzo?! Il 34enne altoatesino, campione sulle piste ghiacciate di tutto il mondo, reduce dalla settima coppa del mondo, ha conquistato la terza sfera di cristallo consecutiva nelle due gare finali a Sigulda (Lettonia). Dopo il successo di venerdì scorso, è giunto secondo nella prova decisiva di domenica, vinta dal russo Albert Demtschenko con 67 millesimi di vantaggio. Terzo è il tedesco David Moeller, sempre in lizza con Zoeggeler per la coppa, prima di cedere il passo a Sigulda. Al carabiniere di Foiana bastava un settimo posto per essere al sicuro da ogni sorpresa, ma ha voluto dimostrare di essere il più grande ed ha spinto al massimo come solo lui sa fare, forte dei nove successi (compreso un Mondiale) ottenuti in passato sulla pista lettone. Zoeggeler ha così alzato al cielo il traguardo che vinse già nel 1998, 2000, 2001, 2004, 2006 e 2007 e si conferma il più grande campione nella storia della specialità con una rosa di ben 40 vittorie in coppa, quattro medaglie olimiche (due ori, un argento e un bronzo) e sette medaglie iridate (cinque ori e due bronzi). Un unico primato gli manca: eguagliare le10 coppe del mondo nello slittino singolo, che per ora (sottlineiamo per ora!) lo detiene l'austriaco Markus Prock. Zoeggeler, durante le interviste, non si sbilancia: «Andiamo avanti una stagione per volta. Mancano due anni alle Olimpiadi di Vancouver e la mia attenzione è rivolta a quell'appuntamento, poi vedremo».
Nel doppio, meritano gli azzurri Oberstolz/Gruber, che hanno chiuso la stagione al secondo posto, 20 punti dietro i tedeschi Leitner/Resch. Gli altoatesini hanno vinto l'ultima gara di Sigulda (nono successo in carriera e secondo di stagione).

16.2.08

Quarantesimo sigillo per "Arminator"

xxolympicwintergames.blogspot.com_Luca & Yahoo Sport
A volte ci si inchina al campione o all'outsider di turno che trova la gara giusta e inanella il successo che ricorderà per una vita. "Raramente", "a volte", parole che che determinano una certa contingenza. Grandezza sportiva pura ma comunque labile e aperta. Queste parole perdono miseramente il loro significato quando nel tubo di ghiaccio scende lui, il fuoriclasse da tutti ribattezzato "Arminator".
Accade così, che il "raramente" assurga a "sempre" e che quel "a volte" possa diventare più ridondante di una dolcissima certezza. Merito di questa leggenda del ghiaccio che sta riscrivendo le regole dello slittino singolo maschile. Giunto alla 40a vittoria e con la 7a Coppa del Mondo a portata di mano, Armin Zoeggeler si appresta a divenire il più grande slittinista che gli annali sportivi possano mai ricordare. Uno Schumacher dello slittino, con tante differenze ma anche molto in comune: oltre agli accenti, tendenzialmente teutonici in cui si affaccia un timido "latino", la capacità innata di pennellare curve impossibili ad una velocità fuori portata per i comuni mortali.
Se esiste una pista dove Armin Zoeggeler si sente particolarmente a casa sua, questa è quella di Sigulda, in Lettonia. Un budello dove il carabiniere azzurro ha trionfato per l'ottava volta, in Coppa, e ha vinto il quarto dei suoi cinque titoli mondiali nel 2003. È il tracciato che potrebbe regalargli la settima Coppa del Mondo, portandolo a meno tre dall'austriaco Markus Prock, vincitore di dieci trofei di cristallo.
Sul budello lettone, lungo le 16 curve dei 1260 metri, Armin non vince, stravince! A un lustro di distanza da quel 28 febbraio 2003 dove, oltre al titolo iridato, aveva stabilito il record della pista, nella prima manche l'azzurro lo ha ritoccato, abbassandolo di 65 millesimi. Solo il russo Albert Demtschenko, lo ha impensierito finendo a 43 millesimi. Ma nella seconda run la supremazia di Zoeggeler è stata davvero "imbarazzante": quasi mezzo secondo al russo e 8 decimi e mezzo all"austriaco Daniel Pfister, relegato al terzo posto.
Peggio è andata al tedesco David Moeller che, a questo punto, vede la Coppa del Mondo allontanarsi: il quarto posto finale - era terzo dopo la prima run - lo allontana ancora di più dalla leadership di Zoeggeler che, oltre ai 15 punti di margine che aveva dopo la gara di Altenberg, ne aggiunge altri 40, salendo a + 55. E alla conclusione delle ostilità rimane solo l'ottava e ultima gara ancora a Sigulda fra poco meno di 48 ore.

15.2.08

Il braciere olimpico arde

xxolympicwintergames.blogspot.com_Scatti Olimpici
57 metri di altezza, il più alto di tutta la storia dei Giochi Olimpici; disegnato da Pininfarina, come la torcia della Fiamma Olimpica.
Erano già due giorni che il Braciere ardeva in Torino. Ma quante emozioni all’atto dell’accensione.
Il fuoco che infiammava i XX Giochi Olimpici Invernali - Torino 2006
è stato acceso ad Olimpia, in Grecia il 27 novembre 2005 con la cerimonia rituale che precede ogni Olimpiade. Dopo una breve staffetta in terra greca, la fiamma è giunta in Italia l’8 dicembre. Da qui il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi l'ha consegnata, dopo una sontuosa cerimonia in piazza del Quirinale, al primo tedoforo italiano: Stefano Baldini, che ha dato inizio ad un viaggio per tutte le province e le regioni del Paese.
La destinazione finale della Fiamma Olimpica era lo "Stadio Comunale" di Torino
(ad oggi "Stadio Olimpico"), sede prescelta per l'accensione del tripode. La staffetta olimpica ha attraversato capoluoghi di provincia e regioni. La Fiamma Olimpica è stata portata anche all'estero, con brevi tratti in stati a noi vicini: Stato Città del Vaticano (dove la fiaccola ha ricevuto la benedizione di Papa Benedetto XVI), Repubblica di San Marino. Com'è ovvio che sia ha toccato anche i territori d’oltralpe: Slovenia, Austria, Svizzera e Francia, dove la fiamma ha transitato per le città di Grenoble ed Albertville che, nel passato, hanno ospitato i Giochi Olimpici invernali.
La sera del 10 febbraio 2006, nel corso della Cerimonia di Apertura delle XX Olimpiadi Invernali, la Fiamma Olimpica è stata scortata da Alberto Tomba, che ha dato inizio all'ultima parte della staffetta. Dopo di lui, la torcia è passata di mano in mano dei quattro componenti della storica selezione italiana di Sci di Fondo, oro a Lillehammer nel 1994, (Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner). La torcia è poi passata a Piero Gros, oro nello Slalom Speciale ad Innsbruck 1976, poi a Deborah Compagnoni, olimpionica di Sci Alpino, ed infine alla fondista piemontese Stefania Belmondo, vincitrice di ben dieci medaglie olimpiche in carriera: "Stefania Belmondo la più medagliata". Fonte: Archivio Antonella, size: low 88 Kb.
57 meters high, the tallest of the whole history of the Olympic Games; drawn by Pininfarina as the torches. By now they were already a couple of days that the Brazier burned in Torino. But how much you excite to the action of the lighting. The fire that inflamed the Winter Olympic XX Giochi in Torino 2006 has been turned on to Olimpia, in Greece November 27 th 2005 with the ritual ceremony that precedes every Olympiad. After a brief relay race in Greek earth, the flame has come in Italy on December 8, gives in which the President of the Republic Carlo Azeglio Ciampi has delivered her, after a ceremony in the Plaza of the Quirinale, to the first Italian tedoforo, Stefano Baldini, that has begun a trip for all provinces of the Country. The final destination of the flame was the "Stadio Comunale" in Torino (for the occasion rechristened "Olympic Stadium"), where, during the Opening Ceremony of the Olympiads, the Olympic brazier would have been turned on. The Olympic relay race of the tedoforis has crossed chief towns of province and numerous provincial places. The Olympic flame has also been brought to the foreign countries, with brief raids with the territories that confine with Italy: City of the Vatican (where the torch has received the benediction of Pope Benedetto XVI) and the Republic of San Marino; besides it has also touched the territories of oltralpe: Slovenia, Austria, Switzerland and France, where the flame has transited for the cities of Grenoble and Albertville that, in the past, they have entertained the winter Olympic Games. The evening of February 10 th 2006, during the Ceremony of Opening of the Games, the Olympic flame has been brought inside the Olympic Stadium Alberto Tomba, that has begun the last part of the relay race. After him, the torch has passed to the four components of the Italian relay race of Ski leading, gold to Lillehammer in 1994, Maurilio De Zolt, Marco Albarello, George Vanzetta and Silvio Fauner. The torch has passed then to Piero Gros, gold in the Special Slalom to Innsbruck 1976, then to Deborah Compagnoni, champion in the Alpine Ski, and finally to the Piedmontese Stefania Belmondo, winning of ten Olympic medals in career, that, as last tedoforo, with the torch has turned on the complex mechanism that has brought the flame on top of the tower of the Olympic brazier among the fires of artifice. Image: Antonella's archive; size: low 88 Kb.
57 mètres de hauteur, le plus haut de toute l'histoire des Jeux Olympiques; dessiné par Pininfarina comme les torches. Ils étaient maintenant déjà une paire de jours que le Brasier brûlait en Torino. Mais combien de tu émeus à l'acte de l'allumage. Le feu qui enflammait les XX Jeux Olympiques De hiver de Turin 2006 a été allumé à l'Olimpia, en Grèce le 27 novembre 2005 avec la cérémonie rituelle qui précède chaque Olympiade. Après un bref relais en terre grecque, la flamme est arrivée en Italie le 8 décembre, donne dans lequel le Président de la République Carlo Azeglio Ciampi l'a remise, après une cérémonie dans la place du Quirinale, au premier tedoforo italien, Stefano Baldini, qu'il a commencé à un voyage pour toutes provinces du Pays. La destination finale de la flamme était le "Stade Communal" de Torino, pour l'occasion rebaptisée "Stade Olympique", où, au cours de la Cérémonie d'ouverture des Olympiades, le brasier olympique aurait été allumé. Le relais olympique des tedofori a traversé chef-lieu de province et nombreuses localités provinciales. La flamme olympique a aussi été portée à l'étranger, avec des brèves incursions avec les territoires qui confinent avec l'Italie: Ville du Vatican (où le flambeau a reçu la bénédiction de Pape Benedetto XVI) et la République du Saint-Marin; il a en outre touché aussi les territoires d'oltralpe: Slovénie, l'Autriche, la Suisse et la France, où la flamme a passé pour les villes de Grenoble et Albertville que, dans le passé, ils ont reçu les Jeux Olympiques de hiver. Le soir du 10 février 2006, au cours de la Cérémonie d'Ouverture des Jeux, la flamme olympique a été portée à l'intérieur du Stade Olympique d'Alberto Tombe, qu'il a commencé la dernière partie du relais. Après de lui, la torche est passée aux quatre composants du relais italien de Ski de Fondo,oro au Lillehammer en le 1994, Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta et Silvio Fauner. Puis La torche est passée à Piero Gros, or dans le Slalom Spécial à l'Innsbruck 1976, puis à Deborah Compagnoni, championne dans le Ski Alpin, et finalement à la coureuse de fond piémontaise Stefania Belmondo, vainqueur de dix médailles olympiques en carrière, que, comme derniers tedoforo, avec la torche il a allumé le mécanisme complexe qu'il a porté la flamme en cime à la tour du brasier olympique entre les feux d'artifice. Image: Antonella's archive; size: low 88 Kb.

11.2.08

6 Nations: l'Italia perde onorevolmente

xxolympicwintergames.blogspot.com_article Sara
Grazie a Sara (www.pinguino-sportivo.blogspot.com) per la gentile concessione di questo scritto ripreso dal suo stesso blog.
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L'Italia al Flaminio ha perso 19-23 contro l'Inghilterra. E' stata una nazionale a due facce: distratta e inefficace nel primo tempo e agguerrita nel secondo, in cui ha dato filo da torcere alla ben più titolata Inghilterra.Aria di festa, Flaminio tutto esaurito da giorni. I presupposti per un match di livello ci sono tutti, con una speranza in piu' per l'Italrugby: capitan Vickery, gia' in forse per un problema al polpaccio, deve arrendersi ad un mal di pancia che lo costringe alla tribuna. Un'assenza in piu' in un'Inghilterra gia' rimaneggiata e priva di uno dei suoi cardini, Tindall, mentre Mallett conferma il XV caduto con onore in Irlanda con l'aggiunta di Galon al posto dell'infortunato Canavosio. Nick Mallett aveva chiesto attenzione per tutti gli ottanta minuti, ma le due mete inglesi del primo tempo nascono da topiche incredibili degli azzurri. I vice-campioni del mondo non avrebbero bisogno di regali e invece passano soli 3' ed ecco l'erroraccio italiano in touche che mette in moto la trequarti britannica, permettendo a Sackey di girare al largo e schiacciare senza particolari opposizioni. Wilkinson fa il suo in trasformazione e per Parisse e compagni l'inizio e' tutto in salita.Ottimo Bortolussi, che ha segnato 5/5 calci piazzati, e Picone, che ha segnato una meta nei minuti conclusivi. Certo se fosse arrivata prima avrebbe potuto cambiare il risultato.Comunque bisogna essere soddisfatti di questa Italia, competitiva e onorevole, supportata da un grande movimento di tifosi e guidata da un ct che sembra far ben sperare. Attendiamo fiduciosi la prima vittoria di questo 6 nazioni.

10.2.08

Torino 2006 + 2


xxolympicwintergames.blogspot.com_Antonella B.

Tutto era pronto per la Cerimonia d’Apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali. L’attesissimo spettacolo, al quale hanno collaborato quasi 4.000 persone tra staff e volontari, aveva iniziato il proprio conto alla rovescia.
Ora “x”, le 20 di quella stessa sera, di 2 anni fa però.
I cancelli dello Stadio si sarebbero aperti a metà pomeriggio, per consentire i controlli di sicurezza e facilitare l’ingresso di quanti si recavano allo Stadio “Grande Torino”, ribattezzato per l’occasione Stadio Olimpico, al fine di assistere a quest’evento mondiale.
Gli organizzatori attendevano 35.000 persone, cioè l’intero stadio pieno, tutti i posti occupati. E così è stato.
Sotto ogni sedia era sistemato un sacchetto (argento) con, all’interno, svariati oggetti che ci sarebbero serviti, durante lo svolgimento della Cerimonia, per calarci ulteriormente all’interno della stessa, per vivere e respirare ancor più il clima Olimpico. Durante l’ultima ora che precedeva l’inizio della Cerimonia, alcuni performer, divisi per settore, ci spiegavano quando usarli, ci si accordava per un segno distintivo, un cenno affinchè capissimo quando era il momento di accendere la pila, piuttosto che sventolare la bandierina.
In questo periodo di attesa, denominato “pre-Show” ed affidato a Piero Chiambretti, i monitor posti all’interno dello Stadio Olimpico, proiettavano le immagini delle passate Olimpiadi e la testimonianza del campione Gustav Thoeni. Nel palco, si è assistito all’incursione delle “Sparks of Passion”, le “Scintille di Passione”, icone simbolo di “Torino 2006”.
Ora “X”. Ore 20.
Si spengono le luci, sui monitor inizia il conto alla rovescia: dall’Olimpiade di Chamonix del 1924, all’ultima edizione di Salt Lake City del 2002, per proseguire con un vero count down che ha portato all’apparizione del logo e della scritta “Torino 2006”. E tutti noi che eravamo all’interno dello Stadio siamo esplosi in un applauso assordante e, al contempo, liberatorio.
Parole chiave della Cerimonia: passione, dinamismo e, soprattutto, italianità. Un progetto coordinato da Andrea Varnier, Direttore Immagine ed Eventi TOROC e per la Direzione Artistica e la Produzione Esecutiva da Marco Balich.
Passione intesa come entusiasmo, solarità, ardore ed impeto. Passione sinonimo di creatività, stile, gusto, ricerca del dettaglio. Ancora passione come motivazione stessa del gesto sportivo, come desiderio di scoprire, sperimentare.
Italianità come espressione di stile, moda, design, arte. Come concezione dello spazio, nell’idea di una “piazza” che prendeva forma nel nuovo Stadio Olimpico. “Piazza” che, come si è visto nel corso dello spettacolo di Apertura, avrebbe accolto gli atleti come veri paladini, ponendoli al centro della scena, nel cuore dello Stadio, e trasformandoli, come mai era accaduto nelle precedenti Cerimonie Invernali, nei veri e propri protagonisti di tutto lo show.
Questi, in sintesi, gli ingredienti che, due anni orsono, hanno dato vita all’evento italiano, uno show dinamico ed avvincente, in cui si sono alternati momenti di suggestione visiva a coreografie di massa mai viste in Italia; costumi sontuosi a futuribili abiti-struttura. Il tutto amalgamando retorica ed ironia, fuoco e ghiaccio.
Un momento di particolare emozione è stato il “gioco” di cerchi metallici. Inizialmente disposti orizzontalmente, con i Kataklò che ballavano su essi, come dei ragni che tessono la tela, poi i cerchi che, roteando in aria, hanno dato vita ad un simpatico girotondo aereo. A seguire gli stessi che, meccanicamente, si sono girati in verticale e hanno composto i 5 Cerchi Olimpici. Inizialmente un’esplosione di luce bianca, con i cerchi monocromatici, che hanno assunto, un po’ alla volta, i classici colori olimpici del blu, rosso, giallo, verde e nero, a richiamare i cinque Continenti.
Alla fine di questo momento, ha avuto inizio la sfilata delle delegazioni che avrebbero preso parte a questi XX Giochi Olimpici Invernali: a partire dalla Grecia, culla delle Olimpiadi, fino all’Italia, ombelico del mondo per le prossime due settimane.
Molti i nomi di spicco che hanno dato il loro contributo per la massima riuscita dell’evento. Protagonisti del mondo della moda, della danza, del cinema, della musica e, soprattutto, dello sport italiano. In primis Jury Chechi, che ha fatto il suo ingresso proprio ad inizio Cerimonia. Con il suo scandire il tempo, battendo su un braciere che sembrava rivivere ad ogni colpo, Chechi ha dato inizio alla Cerimonia che sarebbe culminata con il via ufficiale ai XX Giochi Olimpici Invernali di “Torino 2006”. Con lui, le “Scintille di Passione”, che avrebbero animato svariati momenti della serata: otto esperti pattinatori, otto atleti di hockey che, facendo delle vere e proprie scorribande su e giù per la “Piazza” dello Stadio, avrebbero sprigionato, ognuno dal proprio casco, una fiamma rossa lunga due metri. Il tutto per accendere, ancor più, la Passione che si sarebbe sprigionata durante tutto il periodo di questa Olimpiade.
Altri nomi erano pronti ad alternarsi nel corso della Cerimonia: Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala, ma piemontese di nascita, che ha interpretato uno dei segmenti principali della Cerimonia di Apertura, dando vita ad una performance coreografica di grande impatto emotivo; i Kataklò, che hanno riprodotto in modo esemplare e clamoroso le diverse coreografie. La top model Eva Herzigova, nelle vesti della Venere del Botticelli; Yoko Ono, che ha letto un messaggio di pace e libertà, e Peter Gabriel che ha interpretato “Imagine”. Anche Claudio Baglioni sul palco che, dirigendo l’orchestra, ha presentato”Va’”, Inno ufficiale di “Torino 2006”, ideato e scritto dallo stesso. Altro sportivo presente alla Cerimonia, Luca Badoer, collaudatore Ferrari, che, con la Rossa di Maranello (nuovamente il colore della passione), ha disegnato i 5 Cerchi Olimpici nel cuore dello Stadio.
Ancora, Giorgio Armani che ha vestito e firmato una delle circostanze protocollari più suggestivi della Cerimonia Olimpica: l’ingresso del nostro drappo. Momento che ha reso omaggio allo stile italiano e al gesto atletico. Ventisei tra donne ed uomini, tutto atleti di punta nelle discipline sportive non invernali, hanno sfilato nell’ambito di una performance che ha visto coinvolta una bellezza italiana nota: Carla Bruni. Torinese di nascita, la ex top model ha fisicamente portato la Bandiera Italiana all’interno dello Stadio Olimpico, indossando un abito dall’effetto ‘cristallo’ opera dello stesso stilista che ha voluto trasformare il tricolore in una “bandiera vivente”.
Altre grandi emozioni, si hanno avuto nell’istante in cui il Drappo Olimpico, sorretto da otto grandi donne, tra cui Sofia Loren, Susan Sarandon, Manuela Di Centa e Isabel Allende, ha fatto il suo ingresso nello Stadio
Intorno alle ventidue, in un istante, il clou della Cerimonia: il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha pronunciato la tanto attesa frase “Dichiaro aperti i XX Giochi Olimpici Invernali” e nello stesso istante lo Stadio è esploso in un fragoroso applauso.
Ultimo momento di grande patos vissuto allo Stadio “Grande Torino”, è stato l’accensione del braciere ideato da Pininfarina, cosi come le torce. All’interno dello Stadio si è assistito ad una vera staffetta di ex olimpionici italiani. Da Alberto Tomba, che ha introdotto la torcia nello Stadio, passando per il quartetto oro nello sci di fondo a Lillehammer nel 1994 (De Zolt, Albarello, Vanzetta, Fauner), proseguendo con Piero Gros (oro nello slalom speciale ad Innsbruck ’76) e Deborah Compagnoni (tre volte oro nello sci alpino). Dalle mani della Compagnoni, la Torcia è passata a quelle dell’ultima tedofora: Stefania Belmondo. Piemontese della provincia di Cuneo, con ben dieci medaglie olimpiche in carriera (record per lo sport italiano), la Belmondo ha acceso il meccanismo che ha portato la fiamma a 57 metri di altezza, in cima alla torre del braciere olimpico, il tutto tra i fuochi d’artificio e la piena ed attiva partecipazione di noi fortunati spettatori all’interno dello Stadio.
A chiudere la Cerimonia, la ciliegina sulla torta: il Maestro Pavarotti che, nella sua ultima esibizione, ha fatto rivivere l’opera italiana, intonando “Nessun Dorma” dalla Turandot di Puccini.

Fanchini, Moelgg, Deville: che Italia!

xxolympicwintergames.blogspot.com_Luca & Gazzetta dello Sport
Passaggio di Coppa del Mondo importante per i colori azzurri. Una di quelle giornate in cui esci soddisfatto anche se non hai vinto. E va bene che l'importante è partecipare ma qui ci riferiamo a tutt'altra cosa. Sguardo al futuro con ragazzi ritrovati, confermati e "scoperti".
Nadia Fanchini scivola bene a Sestriere ed ottiene un validissimo terzo posto nella discesa libera disputatasi ieri sulla pista Kandahar Banchetta Giovanni Nasi. Risultato di primissimo rilievo se si pensa che la Fanchini è rientrata da pochissimo nel Circo Bianco con neppure un mese di allenamento. La classe indubbiamente c'è, speriamo che i fastidiosi guai fisici possano mollare nel futuro e permettere a questa giovane promessa di non esser più tale. In campo maschile emerge un Deville confortante e si conferma Moelgg.
Il primo ha talento da vendere deve soltanto maturare e diventare più costante. L'Italia infatti nello slalom speciale di Garmisch esce piazzata ma per poco non sbanca. Lo sciatore di San Vigilio disputa una seconda manche da urlo, anticipando il palo ed evitando quel saltellamento nei cambi di direzione che tanto non paga. Scende a valanga Moelgg sembra una furia, la sua sciata è grintosa ma trova l'ostacolo Herbst in autentica giornata di grazia. Quest'ultimo non rischia, scia pulito senza sbavature, a tal punto che visivamente sembra andar lento. In realtà il cronometro è di parere contrario, Herbst incrementa il suo vantagggio e va a vincere senza problemi. Slalom speciale maschile che continua a non avere padroni veri, eccezion fatta per il pettorale rosso di Grange (ieri in ombra). Transizione dello sci mondiale in cui il fenomeno assoluto non esiste più ed il livello è più uniformato. Guardando a ciò che accade è un vero peccato non avere Giorgio Rocca in piena condizione. Sabato di sci alpino con due podi ed una medaglia di legno... il nostro turno però sta per arrivare.
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Manfred Moelgg si ferma a un soffio dalla vittoria. Il 25enne di San Vigilio di Marebbe è stato battuto solo dall’austriaco Herbst nello slalom di Garmisch Partenkirchen. "Ho sciato bene, ho dato il massimo. Oggi Herbst ha sciato meglio di me" dice Moelgg sul traguardo dopo il quinto podio stagionale, il migliore in slalom dopo i tre terzi posti di Reiteralm, Bad Kleinkirchheim e Schladming. Sul pendio che nel 2011 ospiterà i Mondiali Moelgg ha chiuso la prima manche al secondo posto, a 45/100 dall’austriaco e davanti a Lizeroux e Neureuther, con Raich in crisi e Matt e Miller fuori. "In alto ero andato bene, sotto non ero riuscito a fare il massimo, sapevo che non era il miglior tempo, che si poteva fare meglio" dice Moelgg. Ancora in gara con gli sci con il buco sulla punta, Manfred è sceso per penultimo nella seconda manche, chiudendo comunque con il miglior tempo. Alla fine è stato superato solo dall’austriaco, che ha saltato tutta la scorsa stagione per un infortunio alla caviglia rimediato in una partitela con gli amici. "Non penso sia sfortuna, ma solo merito del mio avversario che oggi è andato più forte di me - sorride Moelgg - so che prima o poi toccherà a me, sono riuscito ad avere una continuità che era il mio obiettivo in questa stagione. E non è detto che il primo successo non arrivi in gigante, dopo una vita che tutti mi danno dello slalomista". Moelgg si avvicina anche al primo posto nella classifica di specialità, ora ha 91 di ritardo da Grange, ieri solo 25°. "Un altro passo avanti, sarebbe bellissimo vincere la coppetta. Ma quando sono al cancelletto non penso certo alla coppetta di specialità". Garmisch sorride a tutta la squadra azzurra. In 5 nei 20 nella prima manche, alla fine dietro a Moelgg il migliore è Cristian Deville, quarto e mai così avanti in una gara di coppa del Mondo. Poi 13° Thaler, 15° Rocca e 21° Razzoli. Il prossimo appuntamento è a Zagabria, sabato prossimo, con un altro slalom. Nella discesa libera, valida per la coppa del Mondo femminile, successo per l'americana Lindsey Kildow-Vonn con il tempo di 1'38"86 davanti alla canadese Kelly Vanderbeeck. Grande prestazione di Nadia Fanchini, rientrata da poco alle gare e ancora non al meglio della condizione; l'azzurra ha chiuso al terzo posto con 77 centesimi di ritardo rispetto alla Vonn. Tredicesima Elena Fanchini (a 1"56), seguita da Verena Stuffer e Daniela Merighetti.

8.2.08

Gold medal

xxolympicwintergames.blogspot.com_Scatti Olimpici
Mi sento di introdurre le medaglie di Torino 2006 con queste parole. Oggi a voi astratte, domani forse più chiare. Disegnate da "Ottaviani Group" hanno rappresentato una delle icone principali di Torino 2006. Stile e sobrietà del design italiano, inconfondibili. Image, archivio Luca, size: 669 kb, high.
...2663 atleti in rappresentanza di
ben 80 paesi. Non bisogna attendere più nulla, è il loro momento. Sforzi diversi
da una parte e dall’altra. Quelli fisici, di chi si allena una vita per quei pochi secondi nel tentativo di assurgere ad "eletti" di Olimpia. Una possibilità
che tra il destino ed il motto di De Coubertin cerchi di giocarti sino all'ultimo respiro con rispetto.

I hear to introduce the medals of Turin 2006 with these words. Today to you abstract, tomorrow maybe clearer. Draw from "Ottaviani Group" have represented one of the principal icons of Turin 2006. Style and sobriety of design Italian, unmistakable. Image, register Luca, size: 669 kb, high.
...2663 athletes in representation of well 80 countries. Awaiting is not necessary any more not at all, is their moment. You force part and other several. Those physiques, that exercise a vitaper those little second in the assurgere attempt to "elects" of Olimpia. A possibility for what between the destiny and the saying of De Coubertin looks to play you up to the last breath with respect.
Je me sens introduire les médailles de Turin 2006 avec ces mots. Aujourd'hui à vous abstraite, demain peut-être plus claires. Vous dessinez de "Ottaviani Group" ils ont représenté une des icônes principales de Turin2006. Style et sobriété du design italien, uniques. Image, archives Luca, size: 669 kb, high.
...2663 athlètes en représentation de bien 80 pays. Il ne faut plus rien attendre, c'est leur moment. Efforts différents d'une partie et de l'autre. Le physiques, qu'ils s'entraînent un vitaper ces peu second dans la tentative d'accéder à "élus" d'Olimpia. Une possibilité qu'entre la destinée et la devise de De Coubertin tu tâches de te jouer même au dernier je respire avec respect.

4.2.08

Riscatto Zoeggeler ad Altenberg

xxolympicwintergames.blogspot.com_Articolo Data Sport & Il Giornale
Il marziano torna tale dopo esser sceso sulla terra per un giorno, un unico giorno, purtroppo quello dell'iride mondiale. Il bicambione olimpico stacca nuovamente tutti, ottiene la trentanovesima vittoria stagionale ed ipoteca la sua settima Coppa del Mondo. Numeri da leggenda di questo sport, emozionante e difficile come pochi, ma che purtroppo le nostre televisioni continuano inspiegabilmente a snobbare.
Armin Zoeggeler torna a dominare la Coppa del mondo si slittino artificiale. Archiviata la delusione per il risultato negativo dei Mondiali di settimana scorsa (quinto posto), il campione olimpico si e` rituffato all`inseguimento della settima Coppa del mondo personale e sulla pista di Altenberg ha messo una serie ipoteca sul titolo col trentanovesimo successo della carriera, ottenuto sul tracciato in cui vinse in passato per ben sei volte. Zoeggeler ha realizzato il miglior tempo in entrambe le manches e si e` messo alle spalle l`avversario di sempre, David Moeller (+0.289) e il russo Albert Demtschenko (+0.449). Il tedesco Moeller e` ora distanziato in classifica di 15 punti (540 contro 525) quando mancano appena due appuntamenti alla fine della stagione, sul catino di Sigulda dove l`azzurro e` salito sul podio piu` alto in sette occasioni. Buoni anche i risultati degli altri azzurri: David Mair ha concluso undicesimo, Wilfried Huber dodicesimo e Patrick Schwienbacher sedicesimo. Fra due settimane la Coppa si chiude con il doppio appuntamento lettone fra il 13 e il 17 di febbraio.
Per ammiratori e avversari lui è il Cannibale: la litania dei record non rende giustizia alla grandezza di Armin Zoeggeler e non rende giustizia nemmeno allo slittino, che conta molti più praticanti di altre discipline olimpiche e ha difficoltà tecniche che nessuna telecamera riuscirà mai a rendere. Una delle condanne del calcio sono gli spettatori, per non parlare dei giornalisti del genere «l'avrei segnato anche io». Ecco, allora lo slittino non fa per loro: al di là di trascurabili differenze come qualche miliardo di tifosi e di euro in meno, l'essenza di questo sport è che anche a livello dilettantistico è solo per pochi, non tanto per la tecnica, quanto per un fattore determinante: la paura. Cioè il senso di impotenza di fronte al pericolo che prova chi si tuffa a 120 chilometri orari in quel budello senza alcun tipo di protezione, a parte quella divina.Non ci stiamo ovviamente riferendo a chi durante la settimana bianca va sugli ultimi cinquanta metri della pista baby con lo strudel sullo stomaco, ma a chi abbia provato almeno una volta nella vita ad andare in una pista vera e propria. Così, ecco che abbiamo deciso di rompere il ghiaccio a San Candido, Alta Pusteria, su una pista considerata facile dagli appassionati «veri», quella del Baranci: salita in seggiovia e tre chilometri spaventosi per chi si butta per la prima volta, con la testa all'indietro ad imitare i campioni ed il timore fondato di non riuscire a frenare.Pronti, via: non c'era il volante, come da ignoranti credevamo, ma nemmeno un qualche tipo di timone. Insomma, regola numero uno, per non dire unica: si curva di puro corpo, già dalla prima curva, particamente un muro. E poi come freno (che non c'è... ) non esistono altro che piedi, mani e banali leggi aerodinamiche. Ecco allora una curva, poi un’altra, e poi - fatta la pista facile - abbiamo provato a salire di livello, mettendo finalmente il casco e le scarpe giuste (in pratica con una suola dai chiodi in gomma). Ma il risultato è stato lo stesso: la paura cieca non se ne è mai andata. E stiamo parlando di velocità da pensionati e di pseudopiste, magari pericolose ma quasi sempre naturali e non come quella - bellissima - di Cesana Pariol, 1.233 metri, costruita per l'Olimpiade 2006 e adesso utilizzata anche per la coppa. Così, dopo anni da fedelissimi spettatori (grazie Eurosport), alla fine di dieci minuti da paura (Zoeggeler ce ne metterebbe uno e mezzo... ) non si può che ribadire l'ammirazione totale per il 34enne Armin, anche ieri ad Altenberg dominatore della tappa di Coppa del mondo dopo la fresca delusione del quinto posto ai mondiali di Oberhof. È il duro destino dello slittinista, o primo o fuori anche dalle brevi dei media nazionali perché non fa notizia. Così non fa notizia il fatto che viaggi a oltre 120 (ad Altenberg nella seconda manche ha sfiorato i 124) all'ora su uno slittino in quel muro di ghiaccio che abbiamo visto così vicino. Non fa notizia: fino a quando si prova davvero a vivere un giorno da Zoeggeler, sia pure da Zoeggeler di serie zeta. E di sicuro, anche andando piano, oltre al divertimento alla fine c'è solo una domanda: ma come fa?

3.2.08

Coppa Europa Tuffi

xxolympicwintergames.blogspot.com_Articolo Antonella B.
Ieri ed oggi, all’Arena Champions Cup di Stoccolma, si svolge la Coppa Europea di Tuffi.
Nelle gare che si sono svolte ieri, la coppia azzurra Dallapé – Batki, con un punteggio di 313.80, ha guadagnato il posto più alto del medagliere, vincendo dal trampolino di 3 metri nella competizione sincro.
Con il punteggio raggiunto, le ragazze hanno stabilito anche il loro record personale.
Francesca e Noemi si sono lasciate alle spalle le russe (Bazinha-Smirnova), che hanno raggiunto il punteggio di 288.66, e le svedesi (Andren-Lindberg), padrone di casa, con 226.44.
Questo risultato dà loro una ulteriore carica in vista della Coppa del Mondo, che le vedrà protagoniste a Pechino, tra una quindicina di giorni. Coppa, quest’ultima, che sarà l’ultima possibilità per le qualificazioni alle Olimpiadi: chi rientra tra le prime otto coppie – per quanto riguarda il sincro – si qualifica di diritto.
Ma questa non è stata l’unica medaglia portata a casa ieri dagli azzurri.
Nel tuffo dalla piattaforma, Valentina Marocchi si è piazzata al secondo posto, alle spalle della svedese Eggers, con un punteggio di 307.30, contro i 339.75 delle atlete che giocavano in casa.
Simpatico vedere come, in entrambe le competizioni, le medaglie siano andate ad Italia, Russia e Svezia.
Va evidenziato anche il quarto posto dell’azzurro Christopher Sacchin, nel trampolino tre metri. Questo risultato lo porta comunque in finale, alle spalle del finlandese Puhakka (1°), dello spagnolo Illana (2°) e del bielorusso Kuchmasov (3°).Oggi, il programma prevede la fase eliminatoria in mattinata, mentre, nel primo pomeriggio, le finali iniziando con il trampolino 3 metri femminile, per proseguire con la piattaforma maschile, la piattaforma sincro femminile e, a concludere, il trampolino 3 metri sincro maschile.

1.2.08

Ultimi preparativi

xxolympicwintergames.blogspot.com_Scatti Olimpici
31 gennaio 2006, gita a San Sicario Cesana. Ultimi preparativi in vista delle prime gare che si sarebbero svolte di li a dieci giorni. La macchina di "Torino 2006", la macchina dei Giochi Olimpici Invernali è in pieno movimento. Il motto "Passion Lives Here" si sta appropriando di ogni angolo della città e delle sue valli. In ogni sito di gara gli addetti stanno sistemando la scenografia che farà da cornice a competizioni e premiazioni. Qui sopra, alcuni ragazzi stanno disponendo i cerchi olimpici tra la neve fresca, in modo da rendere ancor più olimpica la cornice dei giochi. Fonte: Archivio Antonella, size: low 34,5 Kb.
January 31st, 2006, trip to San Sicario. Finish preparations in view of the first competitions which would have taken place of they within ten days. Plot you in "Torino 2006", the car of the winter Olympic games is in full movement. The saying "Passion Lives Here" is appropriating of every corner of Torino and his valleys. In every competition site, the experts are arranging the set which will do from frame to competitions and prizegivings. Here above, some boys are arranging the Olympic circles between the fresh snow, so as still to make Olympic the frame of the games. Image: Antonella's archive, size: low 34,5 Kb.
31 janvier 2006, excursion à San Sicario. Dernier préparatifs en vue des premières compétitions qu'elles se seraient déroulées d'eux aux dix jours. La voiture de "Torino 2006", la voiture des Jeux Olympiques De hiver est en mouvement plein. La devise "Passion Lives Here" on est en train d'approprier de chaque angle de Torino et de ses vallées. En chaque situé de compétition, les employés sont en train de ranger la scénographie qui fera au cadre à compétitions et distributions des prix. Ici sur, quelques garçons sont en train de disposer les cercles olympiques entre la neige fraîche, de façon au cadre des jeux rendre encore plus olympique. Image: archive Antonella, size: low 34,5 Kb