29.3.09

Coraggio Carolina!


_Il Mondiale di Carolina Kostner finisce con un autentico fallimento. L’azzurra, quinta dopo il programma corto, al termine di una controprestazione come raramente capita di vedere, finisce addirittura dodicesima. Il Dumskio Trio del suo programma libero, che lo scorso anno l’accompagnò fino all’argento iridato, stavolta si trasforma in un incubo. Difficile dire cosa sia successo: più semplice, per riassumere, spiegare che la gardenese non è praticamente riuscita a centrare nessun elemento di salto di quelli previsti. Un pianto, un’agonia. Cominciata sulla combinazione iniziale: sul triplo flip, come nella prima parte di gara, in uscita c’è una mano sul ghiaccio e il triplo toeloop che dovrebbe seguire diventa semplice. Da lì in poi Carolina non c’è più. Entra in un tunnel senza vie d’uscita. Diventa un fantasma, incapace di tutto. Per paradossale che possa essere, cade soltanto una volta, sul triplo toeloop della terza combinazione. Ma prima e dopo, in balia di se stessa, fuori tempo, non riesce a concretizzare alcunché. L’allieva di Michael Huth è travolta da una valanga, non reagisce. La musica, incalzante, diventa una serie di pugnalate. Quando le note terminano, Carolina, affranta, fatica a trattenere le lacrime. Il punteggio, un misero 90.38, il quindicesimo della serata, è tanto basso quanto tristemente corrispondente alla prova offerta.
"Non no spiegarmi cosa sia successo - dice con un filo di voce - forse l’aver sbagliato in apertura lo stesso salto del giorno prima mi ha condizionata. Certo avrei voluto far di più... E dire che stavo bene, non avevo problemi, nè fisici nè mentali. Mi spiace per i miei tifosi e per chi, in Italia, è rimasto sveglio nel cuore della notte per seguirmi in televisione. Ora, con calma, dovrò mettermi a un tavolo col mio allenatore e cominciare a pensare ai programmi per la prossima stagione, agli stage estivi di allenamento. Fino a un minuto fa ero concentrata solo su questo Mondiale, non ho avuto modo di pensare a altro". Prima di guardare al futuro, probabilmente, ci sarà da capire con esattezza cosa sia successo in pista. Magari si dovranno prendere decisioni drastiche. In vista della stagione olimpica, il flop - non il primo della carriera - dev’essere molto più di un campanello d’allarme. Intanto, insieme a una possibile medaglia (e alla partecipazione al Gala) sfumano anche delle belle cifre per premi, bonus e indotti vari.
La gara, quella vera, è dominata da una straordinaria Yu-Na Kim. La sudcoreana, dopo quello del corto, centra anche il record del mondo del libero e del totale. E’ la prima donna nella storia a superare i 200 punti complessivi. La sua prestazione è nuovamente da brividi. La 18enne trapiantata in Canada alla corte di Brian Orser è magica, sensazionale. Fa molto più di quello che le servirebbe per l’oro. E il pubblico ringrazia. Raramente s’è vista un’esibizione così intensa. Salvo sorprese, la ragazza detterà legge per anni. In una competizione al vertici di altissimo livello, l’argento è per la canadese Joannie Rochette e il bronzo per la giapponese Miki Ando. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

Lippi: "Ora allunghiamo"


_Il nuovo personaggio è lui, il ragazzo di Monsummano Terme, nato giovane promessa e poi perduto nel calcio che cerca solo grandi firme e big stranieri. Mentre il fenomeno invece lo hai già in casa... Da metà gennaio a Giampaolo Pazzini sta succedendo tutto. Gol, gloria e soprattutto un futuro che torna a sorridere. "E' incredibile ma vero, in due mesi mi è cambiata la vita", ha detto appena finita la partita della nazionale a Podgorica. Un suo colpo di testa ha messo definitivamente ko il Montenegro permettendo alla nazionale di vincere 2-0, di staccare l'Irlanda fermata in casa dalla Bulgaria, e di avviarsi così alla sfida di mercoledì contro la nazionale di Trapattoni con molta tranquillità in più e possibilità perfino di gestire il risultato. Tante grazie da mister Lippi, e non solo. Non era stata un'Italia perfetta fino al gol di Pazzini, tutt'altro, abbastanza indecisa e ferma nel primo tempo, poco convincente in attacco, anche a causa del gravissimo infortunio di Di Natale che alla nazionale ha immolato un ginocchio. Pazzini, che due anni fa con la maglia dell'Under 21 segnò una tripletta all'Inghilterra nel giorno dell'inaugurazione del nuovo Wembley, è entrato al posto di uno zoppicante Iaquinta, e con un bel colpo di testa ha sistemato le cose. Confermando di essere in un periodo di grandissima ispirazione. Come dice Lippi "quando tocca palla la mette dentro". Ora bisogna insistere, per sfruttare la grande vena ispiratrice. Toscano, esploso fin da giovane nell'Atalanta, la Fiorentina lo aveva acquistato nel gennaio 2005 per 6,5 milioni di euro quando aveva appena vent'anni. Non sempre il suo rendimento era apparso convincente, ma aveva cominciato a segnare sempre di più. Fino a quest'anno... Giampaolo, 25 anni da compiere ad agosto, ha dovuto lasciare la Fiorentina perché chiuso da Gilardino e Mutu. E probabilmente anche a causa di un rapporto non buono con Prandelli, che aveva preso a tenerlo spesso, troppo spesso, in panchina. Appena liberato dalla Fiorentina, appena arrivato alla Sampdoria, per 9 nove milioni di euro più il prestito di Bonazzoli, è esploso in una sequenza di gol impressionante. Otto reti in campionato, 12 in tredici partite giocate con la maglia blucerchiata, un'intesa praticamente perfetta con Cassano, diventato il suo personale assistman. La Samp ha cominciato anche a risollevarsi dalla sua stagione grigia. "Ho un bel rapporto con tutti in nazionale - ha detto alla fine - adesso non è il momento di parlare del passato".
Già, non è il momento, ma la sua è una vera e propria rivincita personale. E certo alla Fiorentina non deve far piacere vedersi dimostrare pubblicamente di aver sbagliato, di non aver saputo ritagliare uno spazio per un attaccante così. Adesso, con l'infortunio di Di Natale, Pazzini dovrebbe anche diventare titolare nella gara con l'Irlanda. L'Italia fatica a trovare, di questi tempi, un assetto efficiente in attacco. Contro il Montenegro Iaquinta e Quagliarella non hanno fatto granché e l'inserimento di Pepe è servito a poco. Le armi migliori la nazionale sembra averle nelle retrovie della panchina dove ci sono appunto Giampaolo Pazzini e Giuseppe Rossi. Infortunati Toni e Gilardino - che per altro non hanno mai avuto il ruolo di leader - basterebbe forse trovare un attaccante dal rendimento più continuo per restituire alla nazionale campione del mondo quella forza che sembra aver perduto strada facendo. Può Pazzini assumere un ruolo del genere? Forse no, ma certo è meglio farlo giocare il più possibile. Considerato che a centrocampo la coppia De Rossi-Pirlo ha sfiorato quasi la perfezione, i ritocchi da fare non sembrerebbero poi molti. Risultato positivo a parte la partita di Podgorica ha fatto però provare qualche brivido di troppo. Un primo tempo abbastanza grigio - risolto solo per un mani in area che ci ha regalato il rigore di Pirlo - la mancata espulsione di Cannavaro, l'intervento di Buffon nella ripresa che ha salvato gli azzurri dal pareggio. Lippi se ne è reso perfettamente conto, tanto da aver fortemente scosso la squadra nell'intervallo. "Sono contento della prestazione della squadra e sono contento per i ragazzi che si meritavano questo successo. Adesso abbiamo due punti sull'Irlanda e la possibilità mercoledì di costruirci un buon vantaggio in classifica". Intanto pensiamo alla qualificazione, gioco e spettacolo dopo. Si sta anche lavorando per evitare spiacevoli incidenti o contestazioni sul caso Cassano, ormai a dir la verità abbastanza stemperato anche dal buon andamento della nazionale. "Siamo tutti sicuri - ha detto Lippi - che il pubblico di Bari saprà accogliere gli azzurri come meritano". No, si può essere in disaccordo sulla mancata convocazione di Cassano, ma non c'è alcun motivo per contestare gli azzurri.
(Fonte: La Repubblica)

Inferno Ferrari, Brawn in paradiso


_Poche note e per me non positive. Dopo esser passati da circuiti a giostra la Formula 1 (o parte di essa) ha intrapreso la strada dei kartodromi cittadini. Le monoposto via via stravolte da regole spesso inefficaci sono divenute come dei goffi mezzi, sproporzionati tra anteriore e posteriore, lontane dall'avanguardia tecnologica che questo sport ha sempre rappresentato. Poi il Kers e regole cambiate sino al giorno prima di calare la visiera e dare gas. D'accordo il ridimensionamento dei costi, questa però non è Formula 1. Le regole che avrebbero dovuto aumentare lo share in nome del Dio spettacolo stanno narcotizzando questo sport. Quello andato in scena a Melbourne non è chiaramente un Gran Premio, Brawn o meno, Ferrari o no. Non parla il tifoso di Maranello ma chi ama questo sport ancor prima che osannare determinati colori. Infine: prestiamo molta attenzione al vincitore del primo Gp stagionale. Negli ultimi dieci anni o quasi chi ha vinto la prima gara iridata ha conquistato il titolo a fine stagione.
_Doppio ritiro per la Ferrari, doppietta della Brawn, Hamilton quarto con una rinata McLaren e Hamilton sul podio: basterebbe questo per fare del Gp d'Australia una gara davvero speciale, ma c'è stato dell'altro con Trulli che arriva terzo, festeggia con il team e poi dopo ore dalla fine della gara viene retrocesso al quarto posto per far spazio ad Hamilton. Tutto è nato dal fatto che in regime di safety car Trulli esce di pista, finisce sul prato e viene così passato da Hamilton. Trulli però torna in pista e, sempre in regime di safety car, risorpassa Hamilton. I giudici però, dopo mille analisi, hanno deciso che quello di Hamilton non si poteva considerare un sorpasso (Trulli in quel momento era fuori pista), mentre quello dell'italiano si: addio podio per la Toyota...
Colpi di scena su colpi di scena, quindi, come quello di Vettel che è stato stabilmente al secondo posto per tutta la gara per poi rovinare tutto con l'aiuto di Kubica. I due a pochi giri dalla fine si sono toccati distruggendo le macchine e sciupando un'occasione storica per entrambi. Se infatti il primo stava per arrivare sul podio al debutto con il nuovo team, Kubica era velocissimo, al punto che poteva sperare perfino di andare a prendere Button. E non si capisce quindi la necessità - da una parte - di resistere alla follia - e dall'altra di attaccare a testa bassa in un punto molto pericoloso.
Una gara pazzesca insomma, piena di sorpassi e di colpi di scena, anche da parte del team che ha dominato, la Brawn: Barrichello è partito malissimo, poi ha innescato una pericolosa carambola e semi distrutto la sua macchina per poi resistere fino al primo pit stop e quindi salire sul podio grazie alla frittata fatta dalla coppia Vettel-Kubica.
Va detto in ogni caso che se la Brawn va forte e domina, Ferrari e McLaren hanno dimostrato comunque di non essere così disastrose: a inizio gara il Kers ha permesso una serie di sorpassi insperati e soprattutto Raikkonen e Massa hanno fatto infiammare gli animi dei tifosi, già rassegnati al peggio. D'altra parte lo stesso Raikkonen nel dopo gara - forse proprio per il nervosismo del ritiro - si è lasciato sfuggire che già in Malesia "il gap con la Brawn potrebbe essere colmato". A cosa si riferisse precisamente il finlandese è un mistero ma è chiaro che sia pure nell'impossibilità tecnica di rifare completamente la macchina per avere lo stesso estrattore aerodinamico della Brawn a Maranello qualcosa devono avere nel cassetto, probabilmente una soluzione intermedia che avvicini un po' le prestazioni della rossa a quella delle bianche Brawn.
Ma cosa diavolo è successo in realtà alle Ferrari? I problemi appaiono enormi perché tutte e due le macchine sono state costrette al ritiro immediato, anche se tutto per ora è avvolto nel più totale mistero: per Massa sembra si sia trattato di un problema al servosterzo, per Raikkonen al differenziale. A proposito di affidabilità comunque la sorpresa della gara è stata proprio quella della Brawn, un team che ha fatto pochissimi test e che - viste fra l'altro le stratosferiche prestazioni fatte vedere nelle prove ufficiali - era sotto osservazione da parte di tutti. E invece no: non solo le Brawn non si sono rotte, ma grazie ai disastri combinati da Barrichello, hanno dimostrato di avere una robustezza record. E, soprattutto, un'efficienza aerodinamica talmente elevata da sopportare senza troppi problemi diversi giri di pista (con ottimi tempi) anche con l'alettone anteriore distrutto. Una doccia gelata per tutti: se la Brawn è capace di questo, significa che le sue prestazioni record non derivano solo dal magico e tanto discusso estrattore posteriore, ma da tutta un'aerodinamica molto sofisticata, da un bilanciamente perfetto della macchina (cosa che chi monta il kers non potrà mai avere) e da un motore (Mercedes) che va come un razzo. Insomma, quest'anno ne vedremo delle belle perché oltre alla Brawn nella lotta per la leadership si inseriranno anche Red Bull, Williams e Toyota. Ferrari e McLaren, si sa, sono d'ufficio quelli da battere, sempre e comunque...
(Fonte: La Repubblica & Luca Tittoni)

28.3.09

Formula caos


_Nuovo ribaltone nel GP di Australia. Dopo la retrocessione di Hamilton per la sostituzione del cambio, ora tocca alle Toyota essere nell'occhio del ciclone. Le due monoposto della scuderia sono state squalificate dai commissari della Fia e retrocesse nelle ultime due posizioni della griglia di partenza per aver utilizzato un alettone, quello posteriore, irregolare.
"I commissari di gara hanno ricevuto un rapporto dal delegato tecnico in cui risulta che l'ala anteriore delle vetture numero 9 e 10 e' troppo flessibile, in contrasto con l'articolo 3.15 del regolamento tecnico 2009 della F1- si legge nella nota della Fia- I commissari hanno ascoltato le spiegazioni della Toyota esaminando le macchine in questione, approvando l'opinione del delegato tecnico che queste macchine non sono conformi all'articolo 3.15 del regolamento tecnico. Le due macchine sono state quindi escluse dalla classifica ufficiale delle qualifiche".
Dunque Timo Glock e Jarno Trulli partiranno dal 19° e dal 20° posto e questa squalifica aiuta la rimonta della Ferrari. Felipe Massa, infatti, sarà al via dalla terza fila (in sesta posizione), mentre guadagna addirittura due posti Kimi Raikkonen, dal nono al settimo posto. Sorride anche Lewis Hamilton, dal 20° al 18° posto. (Fonte: Gazzetta dello Sport)
_Jenson Button ha conquistato la pole position nel Gp d'Australia, prima prova del Mondiale 2009 di Formula 1. Il pilota inglese della Brawn GP ha ottenuto il miglior tempo nella terza manche delle qualifiche, girando in 1'26''202. Il pilota inglese, alla quarta pole della carriera, domani scattera' davanti al suo compagno di squadra. Il brasiliano Rubens Barrichello (1'26''505), infatti, partira' dalla seconda posizione.Alle spalle delle due Brawn Gp, dalla seconda fila si muoveranno la Red Bull del tedesco Sebastian Vettel (1'26''830) e la Bmw Sauber del polacco Robert Kubica (1'26''914). Settima e nona posizione in griglia per le Ferrari. Il brasiliano Felipe Massa (1'27''033) aprira' la quarta fila. Il finlandese Kimi Raikkonen (1'27''163) e' in quinta con la Red Bull dell'australiano Mark Webber (1'27''246).
Massa appare rassegnato: ''In qualifica noi mostriamo il massimo, non penso che in gara si potra' fare molto di piu'''. ''Mi aspettavo un po' di piu' - ammette il verdeoro ai microfoni di Sky Sport -. Ci si aspetta sempre una buona qualifica e speravamo di essere un po' piu' avanti. Ma sapevamo che sarebbe stato difficile''.Le qualifiche hanno confermato la superiorita' delle monoposto che utilizzano i diffusori contestati da alcune scuderie. Brawn Gp, Toyota e Williams hanno piazzato complessivamente 5 piloti nelle prime 4 file della griglia. Jarno Trulli (Toyota), in particolare, si e' assicurato l'ottavo tempo con 1'27''163 e partira' tra le due rosse.Le Toyota sono state poi retrocesse in fondo alla griglia di partenza per le irregolarita' ravvisate nell'ala posteriore delle monoposto.I commissari hanno giudicato gli elementi non conformi al regolamento. Glock si era qualificato con il sesto tempo, Trulli con l'ottavo. Domani partiranno dall'ultima fila.In difficolta' Fernando Alonso e Lewis Hamilton, eliminati nel corso della seconda manche. Il pilota spagnolo della Renault comincera' dalla 12esima posizione. Il pilota inglese della McLaren-Mercedes, campione del mondo in carica, addirittura dalla 15esima. In penultima fila, infine, la Force India di Giancarlo Fisichella.
La Corte d'appello della Federazione internazionale (Fia) esaminera' il 14 aprile il ricorso presentato da Ferrari, Renault e Red Bull contro i diffusori utilizzati da Brawn GP, Williams e Toyota. I commissari del Gp d'Australia hanno respinto un primo reclamo. La Corte d'appello si pronuncera' dopo la seconda gara stagionale, in programma il 5 aprile sul tracciato malese di Sepang. (fonte: adnkronos.it)

Carolina quinta dopo il corto


_Sarà una finale di fuoco. Stasera Carolina Kostner, quinta dopo il programma corto, alle 19.33 di Los Angeles, le 4.33 della notte italiana (lancette già spostate avanti di un’ora), andrà a caccia di un podio lontano, ma non irraggiungibile. L’oro, però, pare già essere assegnato: dovrebbe finire al collo della sudcoreana Yu-Na Kim che, pattinando sulle nuvole, con 76.12, migliora il proprio record del mondo di addirittura 4.17 punti. Nella categoria delle umane, a precedere Carolina, anche la canadese Joannie Rochette e le giapponesi Mao Asada e Miki Ando. Tra Carolina e la Asada, quindi una possibile medaglia, il divario è di 2.88 punti. Tanti, non tantissimi. A patto, naturalmente, di interpretare il Dumskio Trio, programma che l’accompagna dall’inizio della scorsa stagione, senza la minima sbavatura. Meglio, molto meglio, di come proposto il tango della prima parte di gara. L’azzurra, che nell’ultimo gruppo di merito scende in pista per sorteggio subito dopo la stessa Asada e subito prima di Yu-Na Kim, offre una prestazione intensa e sensuale, ma imprecisa: c’è una mano sul ghiaccio nel triplo flip della combinazione (col toeloop solo doppio) e l’atterraggio dal triplo lutz successivo è su due piedi. Il resto è pulito, nuova sequenza di passi circolare compresa, una vera chicca. L’allieva di Michael Huth, a cui nella seconda metà del programma si stacca un fiore dalla decorazione del costume, prende anche tre livelli-4 e due livelli-3. Ma in una gara dai contenuti tecnici spaventosi, non basta per stare ai vertici. Il problema è che il triplo-triplo, da sempre un suo punto di forza, in questa stagione è pressoché sparito e i problemi sul lutz sono ormai strutturali. "Sul flip - spiega la gardenese cercando di nascondere la delusione - sono atterrata in avanti, sbilanciata e sul secondo salto ho faticato di conseguenza. Sul lutz, invece, non ho preso bene il giro. Sono errori che avrei dovuto evitare, soprattutto perché ero pronta a far bene. Mi sono costati 5-6 punti preziosi". I giudici, tra cui l’italiana Raffaella Locatelli, non l’hanno comunque penalizzata. Carolina ha meritato 33.50 per gli elementi tecnici e 29.68 per i components, quinto piazzamento in entrambi i casi, per un totale di 63.18, personale stagionale. "Ho preso quel che mi aspettavo - ammette -, ma a un Mondiale il livello è sempre molto alto, anche se non posso commentare le prestazioni delle altre perché non le ho viste. La Rochette? L’anno prossimo l’Olimpiade è in Canada... E poi lei ormai è stabilmente nel gruppo delle migliori. Il fiore che s’è staccato? Ho messo un lampeggiante nel punto in cui è caduto per non finirci sopra con la lama del pattino, ma quel che è successo non mi ha distratta. Semmai ora si tratterà di combattere, senza strafare, senza esagerare. Non servirebbe. Mangerò e dormirò bene, sosterrò l’ultima rifinitura e poi, via. Consapevole che, al di là degli errori, ho pattinato il miglior corto della stagione". A questo punto, con relativamente poco da perdere, potrà quasi giocare da outsider. Nella notte assegnate anche le medaglie della danza. L’oro torna in Russia dopo quattro anni grazie a Oksana Domnina-Maxim Shabalin bravi a respingere l’assalto degli statunitensi Tanith Belbin-Ben Agosto. Il bronzo ai canadesi Tessa Virtue-Scott Moir. Federica Faiella-Massimo Scali e Anna Cappellini-Luca Lanotte hanno confermato la posizione del dopo originale, ottavi (dopo il 5° posto di Göteborg 2008 e il fresco argento europeo) e decimi, miglior risultato iridato eguagliato. Avrebbe potuto andar meglio. In ogni caso l’Italia, nel 2010, sia all’Olimpiade di Vancouver sia ai Mondiali di Torino potrà contare su due coppie. (Fonte Gazzetta dello Sport)

27.3.09

F1: al via il nuovo campionato



_Dominio Williams nelle prove libere del GP d'Australia, prima prova del Mondiale di Formula 1. Nico Rosberg firma il miglior tempo in entrambe le sessioni sul circuito di Melbourne. Nella seconda sessione il pilota tedesco della Williams ha fermato il cronometro sull'1'26"053 davanti al brasiliano della Brawn Gp Rubens Barrichello, capace di un 1'26"157. Terza la Toyota dell'italiano Jarno Trulli, in 1'26"350. In ritardo sia Ferrari sia McLaren: la prima delle due Rosse è quella del brasiliano Felipe Massa che non è andato oltre la 10ª prestazione in 1'27"064 davanti al compagno di squadra Kimi Raikkonen (1'27"204). Per la scuderia di Woking il campione del mondo Lewis Hamilton, con un 1'27"813, ha chiuso addirittura in terzultima posizione dietro al compagno di squadra finlandese Heikki Kovalainen (1'27"802). Indietro anche il due volte iridato della Renault Fernando Alonso, 12° in 1'27"232, davanti all'altro italiano Giancarlo Fisichella su Force India che ha fermato il cronometro sull'1'27"282.

Il bilancio della giornata non è certo positivo, ma il tempo per recuperare c'è. Kimi Raikkonen, che ha chiuso la prima sessione al terzo posto e la seconda all'undicesimo, commenta così il lavoro svolto nelle libere del Gran premio d'Australia: "Questa mattina la macchina si comportava bene mentre nel pomeriggio non siamo riusciti a trovare un assetto soddisfacente, pur avendo provato diverse soluzioni. Credo che ci siano tutte le possibilità per migliorare la prestazione ma non sono in grado di dire di quanto rispetto agli altri concorrenti. Oggi è difficile dire dove siamo rispetto agli altri: vedremo domani dopo le qualifiche".
CARICHI DIVERSI - Ancora più fiducioso Felipe Massa, prima settimo,
poi decimo. "Siamo più o meno a posto come assetto, anche se c'è ancora spazio per migliorare la prestazione. Non sono riuscito a fare il tempo con le gomme morbide nella seconda sessione perché ho commesso un errore causato dal sovrasterzo. In quella fase avevamo un bilanciamento diverso della macchina rispetto a quando avevamo utilizzato le dure, una scelta che non era ideale. Inoltre, alla fine della sessione si era un po' alzato il vento, il che non ha certo aiutato. Domani, quando tutti avremo la stessa benzina, vedremo quale sarà la situazione".
"SERVE TEMPO" - Anche Lewis Hamilton non è del tutto tranquillo dopo il sedicesimo posto nella prima tornata e il diciottesimo nella seconda. "La mia giornata non è andata così male. Abbiamo svolto il programma previsto e abbiamo fatto qualche passo avanti. Non sappiamo cosa stiano facendo gli altri, ma noi siamo soddisfatti della nostra giornata, ha detto il campione del mondo. "Il tracciato? Molto irregolare. In generale c'è una mancanza di aderenza. Non si limita ad una particolare sezione delle curve. Non possiamo essere veloci in traiettoria come vorremmo ma stiamo lavorando sodo. Il gap che ci separa dagli altri non è così ampio come era ai test di Barcellona. Ma serve tempo". (fonte: gazzetta.it)

23.3.09

L'Italia fa 100

_L'Italia fa cento. Sfuggita nel fondo e nel pattinaggio velocità, la centesima medaglia nella storia dei Giochi Invernali arriva quando è ormai sera, grazie alle ragazze della staffetta dello short track. Un bronzo vinto a tavolino per la squalifica delle cinesi. Ancora una delusione nel pattinaggio per la Simionato nei 1500: quinta. Un trionfo per quattro. Le azzurre Marta Capurso, Arianna Fontana, Cecilia Maffei, Katia e Mara Zini hanno conquistato la medaglia di bronzo nella staffetta femminile dello short-track al Palavela di Torino grazie alla squalifica della formazione cinese che le aveva precedute sul traguardo. Al primo posto si è piazzata la Corea, medaglia d'argento al Canada. Per l'Italia è la decima medaglia in questa edizione dei Giochi e la prima per lo short track femminile alle Olimpiadi. (Fonte: Corriere della Sera)
Image: Oval Lingotto - Torino. Size image: 157 kb, medium

20.3.09

Napolitano in visita alla Ferrari

_E' stata una giornata speciale quella di ieri per la Ferrari. Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, a Modena per una visita di Stato, si è recato nel pomeriggio a Maranello per visitare gli stabilimenti dell'Azienda. Ad accoglierlo al suo arrivo c'erano il Presidente Luca di Montezemolo, il Vicepresidente Piero Ferrari, l'Amministratore Delegato Amedeo Felisa e il Direttore della Gestione Sportiva Stefano Domenicali.
Napolitano ha visitato i reparti delle Lavorazioni Meccaniche, la Galleria del Vento e le nuove linee di Assemblaggio Vetture prima di andare alla Pista di Fiorano, dove ad attenderlo c'erano non soltanto Felipe Massa e Kimi Raikkonen insieme ai vertici tecnici della Scuderia ma anche un gruppo di operai: è spettato ad uno di loro, Gaetano Romeo (lastratura, Carrozzeria Scaglietti), l'onore di salutare ufficialmente il Presidente con un breve discorso. La massima autorità dello Stato si è intrattenuto con i componenti della Scuderia e poi è andato insieme a loro a vedere da vicino la Ferrari F60, esposta ai box di Fiorano, prima di farsi portare in pista a bordo di una 612 Scaglietti che aveva un equipaggio speciale: alla guida c'era Montezemolo, nei sedili posteriori Kimi e Felipe. Prima di lasciare Maranello per fare ritorno a Roma, Napolitano ha salutato Montezemolo in un colloquio privato durato una ventina di minuti. La Ferrari ha voluto rendere omaggio al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano con un discorso di un operaio, Gaetano Romeo, in rappresentanza di tutte le donne e gli uomini dell'Azienda: "Ho 22 anni e sono un operaio del reparto di Lastratura. Nel mio reparto conosciuto anche come Scaglietti, produciamo tutte le scocche delle vetture Ferrari Gran Turismo, 8 e 12 cilindri. Sono di origini calabresi ma fin da piccolo mi sono trasferito con i miei genitori a Modena, dove circa due anni fa ho cominciato la mia esperienza in Ferrari, lavorando alla costruzione delle vetture che ammiravo sin da piccolo. La sua visita a Maranello è per tutti noi motivo di orgoglio, consapevoli della grande attenzione che Lei da sempre riserva al mondo del lavoro. Proprio per questo vorrei che questa sua visita fosse anche di buon auspicio per tutti coloro che in questo momento in Italia stanno attraversando un momento di difficoltà. La Sua presenza oggi rende noi dipendenti Ferrari ancor più consapevoli dell'importanza del nostro lavoro, non solo per l'Azienda ma anche, se mi posso permettere, per il Paese. Sappiamo bene che nel mondo le nostre vetture GT e le di Formula 1 sono considerate un simbolo dell'Italia e speriamo che Lei, che ha l'onore e l'onere di rappresentare tutti gli italiani, sia soddisfatto del lavoro che facciamo. Le garantisco che noi, donne e uomini di Ferrari che ogni giorno ci impegniamo in fabbrica, portiamo la bandiera italiana sul braccio con orgoglio. E l'orgoglio, con la passione e l'impegno, credo che siano fondamentali per svolgere bene qualsiasi lavoro. Vorrei concludere il mio breve saluto con un augurio, al quale sono sicuro Lei vorrà unirsi: che nel 2009 la Ferrari e l'Italia tutta siano ai vertici mondiali." Il Presidente Napolitano, che ha ricevuto in dono un modellino della F2008 campione del mondo, ha così risposto al saluto: "L'orgoglio che sentite voi lo sento anche io per la Ferrari. Questa visita la faccio per un impulso egoistico, perché quando si vede un luogo di lavoro come questo, tecnologie avanzate e questo splendido capitale umano, ci sono grandi motivi di fiducia e incoraggiamento personale anche per il mio lavoro, che è un po' diverso dal vostro, ma credo richieda la stessa fiducia nell'Italia, lo stesso amore e la stessa volontà di lavorare insieme per uscire dalle difficoltà di questo momento e per aprire una nuova prospettiva di sviluppo per chi lavora e per chi ancora non lavora nel nostro Paese." (fonte Sassuolo2000)

17.3.09

Auguri Trap!


_Giovanni Trapattoni è un patrimonio del nostro calcio e dello sport pulito. Per noi di Passion Still Lives Here fare gli auguri all'attuale commissario tecnico dell'Irlanda è il minimo. Ancora cento di questi fischi e di queste panchine Trap.
_A ben guardare i compleanni di peso, con tanto di cifra tonda, sono due. C'è quello del signor Giovanni Trapattoni, nato a Cusano Milanino il 17 marzo 1939, e che quindi festeggia i 70 anni. E poi, sempre quest'anno, c'è quello del Trap, che compie mezzo secolo di grande calcio e grandi trofei. Lo fa alla sua maniera, da protagonista dell'ennesima nuova avventura, cioè alla guida di quella nazionale irlandese che il prossimo primo aprile contenderà all'Italia la qualificazione mondiale. In ogni caso, cinquant'anni che forse neanche un'enciclopedia o un serial televisivo riuscirebbero a raccontare per intero: qui ci limitiamo a qualche assaggio video in grado di darne un'idea. Il Giuàn, giovane tipografo dell'hinterland milanese, diventa il Trap già a vent'anni, quando approda nella prima squadra del Milan, dove tutti iniziano ad abbreviare il suo cognome nel modo ancora in voga oggi. Fa il mediano, ma di quelli che puntano più sull'agilità che sulla forza. Ottimo interditore, sa rilanciare l'azione come si deve e anche, all'occorrenza, andare in gol. E, attraversando in rossonero l'intero arco degli anni Sessanta, con quel Milan vince di tutto. Amava soprattutto le sfide più difficili, mentre qualche volta soffriva quelle più semplici. Un aspetto che - ha spiegato nei giorni scorsi - usa come esempio proprio adesso per caricare i suoi ragazzi in vista della sfida con gli italiani: racconta di quando l'azzurro lo vestiva lui (lo fece 17 volte), e di un'amichevole del 1962 vinta col Brasile per 3-0 che lo vide annullare letteralmente Pelè. Come dire: sfidate avversari più forti? Se date il massimo potete batterli. Lo snodo è sempre lì, nella nazionale. E' vero che Trap inizia ad allenare nelle giovanili del Milan, e che nel 1974, quando Nereo Rocco rompe con la dirigenza, si ritrova catapultato in prima squadra. Ma l'esplosione del Trapattoni allenatore avviene due anni dopo, con la Juve, dove lo chiama il presidente Giampiero Boniperti. I due si erano conosciuti proprio in azzurro, in un'amichevole del 1960 contro l'Austria: uno all'esordio, l'altro all'ultima partita. Ma evidentemente a Boniperti devono essere rimaste impresse la carica e la grinta di quel giovane mediano, e nonostante i soli 37 anni (e meno di due di panchina) decide di affidargli la costruzione della nuova Juve. I risultati sono strabilianti: nel decennio trascorso alla guida dei vari Bettega e Boninsegna, Furino e Zoff, Platini e Boniek inanella sei scudetti e una sfilza di coppe nazionali e internazionali. E alla fine delle varie stagioni è ospite fisso della Domenica sportiva, dove espone le sue ricette vincenti sempre all'insegna di un grande senso pratico, che bada al risultato, e dell'attenzione al rapporto umano con i giocatori. Un patrimonio che porta con sé quando si trasferisce all'Inter, trasformandola in quella che passerà alla storia come "Inter dei record" nella stagione dello scudetto 1988-89. La nuova svolta è il passaggio al Bayern (1994), dopo un nuovo periodo bianconero, un po' meno vincente del precedente. Non tanto perché vince e vince subito (a questo il Trap aveva già abituato tutti), ma perché Monaco di Baviera è il teatro della celeberrima conferenza stampa in cui "Ciofanni" inveisce contro giornalisti e giocatori, e se la prende in particolare con Strunz. In sostanza accusa parte della stampa di incompetenza (non sarebbe stata l'ultima volta) e alcuni suoi uomini di scarso impegno. Ciò che conta però è che quelle acrobazie linguistiche, in quel tedesco "esuberante" di cui non si vergogna affatto, consacrano il comunicatore, l'istrione, il personaggio. Quei 3 minuti e 13 secondi diventeranno un tormentone, ne nasceranno bande musicali e il Trap diventerà - in Germania come in Italia - una star della pubblicità.
Negli anni seguenti i suoi guizzi (e svarioni) lessicali televisivi si moltiplicheranno, in tedesco come in italiano, fino all'inglese di questi ultimi mesi. E lo confermeranno tanto quale bersaglio preferito dalla satira quanto, probabilmente, tecnico italiano più amato. Un amore che non sarà scalfito dell'altalena dei risultati alla guida di Cagliari, Fiorentina e Stoccarda, e soprattutto da quelli conseguiti da ct della nazionale (2000-04, fuori agli ottavi al Mondiale 2002 e al primo turno nell'Europeo 2004). Del resto vincerà ancora: un campionato in Portogallo col Benfica, uno in Austria con il Salisburgo. E fanno dieci.
GLI AUGURI DELLA FIFA - Ora eccolo in corsa per un biglietto per il Sud Africa con la sua Irlanda. Ed è la Fifa stessa a fargli gli auguri di buon compleanno, con un'intervista pubblicata sul suo sito: "Sto bene e sono ancora motivato abbastanza per continuare a lavorare - dice lui -. Sono un credente e tutto è nelle mani di Dio, io lo ringrazio. Non ho programmi che vadano al di lá delle qualificazioni mondiali, vediamo cosa succede. L'esperienza sta tornando di moda: secondo me, il calcio è una scuola. Non si finisce mai di imparare. Forse, persone come me o come Alex Ferguson hanno passato a scuola un po' più di tempo rispetto agli altri. Cosa dicono in famiglia? I miei figli e le mie figlie sono felici che io vada avanti. Ma mia moglie mi chiede in continuazione: 'Quando finisci? Quando finisci?'. Io le dico solo: 'In futuro!'. Lei prova a tirarmi fuori dal calcio, ma non ha molto successo". Infine, l'Irlanda: "Mi sto divertendo molto. Avrei potuto scegliere un'altra nazione, ma sentivo che qui c'erano le condizioni giuste. Conosco bene il calcio inglese e sapevo giá abbastanza di molti giocatori irlandesi: hanno una mentalitá simile alla mia, il loro spirito è fantastico. Nel primo incontro, ho detto ai ragazzi che avrebbero dovuto fidarsi di me: ho l'esperienza per portare avanti la squadra. Loro, per fortuna, hanno accettato con entusiasmo".(Fonte: Gazzetta dello Sport & Luca Tittoni)

Villaggio Olimpico di Sestriere

_I XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 si sono snodati in tre venue, oltre che nelle Valli. Erano 3, infatti, i Villaggi Olimpici che ospitavano atleti, delegazioni, Capi di Stato e noi volontari. Oltre a Torino vi erano Bardonecchia e Sestriere.
Il Villaggio di Sestriere non potevi non vederlo durante il periodo dei Giochi! Il bianco della neve faceva da cornice ad un insieme di colori estivi e caldi. Il colore era dato da tutte le bandiere delle Nazioni partecipanti e dalla torre del Villaggio stesso: un insieme di rosso, arancione, giallo e blu-azzurro. Il tutto snodato lungo le curve di livello del terreno. A dare luce al complesso Olimpico una galleria di vetro ed acciaio con una stupenda visuale sulle Alpi da togliere il fiato e sulle piste adiacenti.
(fote: archivio Antonella)

15.3.09

L'Italia vince la gara squadre


_L'Italia ha vinto la prova per Nazioni ad Aare, gara di chiusura della Coppa del Mondo di sci. Al secondo posto l'Austria, a pari punti con gli azzurri (21), ma con meno vittorie (3-2). Cinque le Nazioni iscritte: oltre a Italia e Austria anche Svizzera, Francia e Svezia. Nella prima gara, il supergigante, l'Italia (con Nadia Fanchini, Peter Fill, Werner Heel e Daniela Merighetti) si era piazzata al primo posto grazie alle vittorie di Fanchini, Fill e Werner Heel. Nella seconda prova, lo slalom speciale, Daniela Merighetti ha invece ottenuto il quarto posto e Manfred Moelgg il terzo. Risultati che hanno consegnato all'Italia la vittoria. Terzo posto per la Svizzera, quarta la Svezia, quinta la Francia. Nella Coppa per Nazioni successo dell'Austria davanti a Svizzera e Italia. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

12.3.09

L'Italia chiude col botto


_Fantastica Italia nell'ultimo supergigante maschile di Coppa del mondo. Sulla pista di Are, Werrner Heel ha conquistato una splendida vittoria davanti ad Aksel Lund Svindal e con uno scatto felino sale sul podio di specialità, in seconda posizione, alle spalle proprio del norvegese. Heel ha meritato il successo, il terzo della carriera dopo quello ottenuto a Kvitfjell l'anno passato e quello in supergigante in Val Gardena delo scorso dicembre, con una condotta di gara esemplare, soprattutto nella parte finale dove ha resistito al ritorno di Svindal, relegato al posto d'onore per appena sette centesimi. Sul podio colorato d'azzurro sale anche Christof Innerhofer, ormai una realtà delo sci mondiale. L'altoatesino della Fiamme Gialle in questa stagione era salito sul podio in discesa (primo a Bormio) e supercombinata (terzo a Sestriere), stavolta è riuscito nell'impresa in supergigante con il terzo posto, dimostrando di essere sulla strada giusta verso la polivalenza. Il suo distacco è di appena 20 centesimi da Heel, mentre Peter Fill ha chiuso con un pretgevole quinto posto (dietro a Benny Raich, quarto) a 74 centesimi, confermando che l'Italia della velocità funziona e bene. Fuori dai venti è finito invece Patrick Staudacher (25simo), preceduto di una posizione da Manfred Moelgg che ha assaggiato il tracciato in vista del gigante di venerdì. In classifica generale Svindal allunga al primo posto con 1009 punti davanti a Raich con 907, mentre Cuche è terzo a 859. La lotta per la sfera di cristallo è ormai una cosa a due fra il norvegese e l'austriaco. Il migliore dei nostri è Fill, nono, con Innerhofer decimo e Heel quattordicesimo. Come anticipato in precedenza, la coppa di superg è andata a Svindal con 292 punti davanti a Heel con 256, terzo Defago a 242. (Fonte articolo FISI)

8.3.09

Piller primo sulla lunga distanza

_Pietro Piller Cottrer balza in vetta alla classifica delle lunghe distanze grazie ad una splendida 15 km a Lahti che lo vede secondo alle spalle del russo Alexander Legkov che ha chiuso nel tempo di 33'05"9. Piller e' dietro per soli 7"5 e conquista 80 preziosi punti che gli permettono di staccare Dario Cologna e Axel Teichmann nella classifica assoluta Lunghe Distanze. Ora l'azzurro guida con 469 punti, contro i 416 di Cologna e i 395 di Teichmann. Per terminare la stagione delle distanze mancano la 50 km C di Trondheim, e poi la pursuit e la 15 km delle Finali di Falun che saranno precedute da un prologo. Sarà un testa a testa fino all'ultimo chilometro, ma Piller ha ottime chances da giocare per la conquista della Coppa.
Terzo si è piazzato l'austriaco Christian Hoffmann, mentre Giorgio Di centa, dopo una gara trascorsa sempre attorno al terzo posto, ha avuto un piccolo cedimento nella parte finale piazzandosi al quinto posto con un ritardo di 24"3. Grande prova d'insieme dell'Italia di Silvio Fauner che piazza anche Roland Clara all'ottavo posto con 32"5 di ritardoe David Hofer 14/o a 48"5. A punti anche Fulvio Scola, 23/o, Cristian Zorzi 25/o e Valerio Checchi 27/o.
Ordine d'arrivo della 15 km F di Lahti (Fin):
1. Alexander Legkov RUS 33'05"9
2. Pietro Piller Cottrer ITA +7"5
3. Christian Hoffmann AUT +20"7
4. Sergei Dolidovich BLR +21"7
5. Giorgio Di Centa ITA +24"3
6. Maxim Vylegzhanin RUS +26"1
7. Petter Northug NOR +30"2
8. Roland Clara ITA +32"5
9. Lukas Bauer CZE +37"5
10. Petr Sedov RUS +37"9
Sono davvero contento - dice Pietro Piller, appena tagliato il traguardo -, dopo la delusione dei Mondiali il mio obiettivo e' la Coppa di specialita' nelle lunghe distanze: e' un risultato prestigioso che nessun italiano e' mai riuscito a raggiungere".
"Per intanto sono molto contento di essere tornato sul podio in Coppa del mondo. Era quello che oggi volevo ottenere e ci sono riuscito, nonostante avessi sentito le gambe un po' pesanti dopo la 50 km di Liberec. Oggi era una gara per atleti veri, non falsata dalle condizioni climatiche, con partenza a cronometro e non in linea: una gara che per me andava benissimo e il risultato e' arrivato. Ora e' importante essere in testa alla classifica prima delle ultime quattro gare della stagione: bisognera' sapersi gestire perche' mentre la 50 km di Trondheim assegna 175 punti al vincitore, il mini-tour di Falun attribuisce 50 punti per tappa. Deciderò, iniseme allo staff, come gestire le forze e le gambe in questo finale con l'obiettivo di cercare il successo di specialita'".
"E' una giornata da ricordare - dice soddisfatto il ct Silvio Fauner - con 7 italiani su 7 a punti fra i machi e un grande risultato anche in campo femminile. Era da parecchio tempo che non si vedeva una classifica cosi' piena di tricolori. Una grande parte del merito va ai nostri skimen, che in queste giornate sono stati davvero superlativi e ci hanno preparato sci eccezionali, nettamente superiori a quelli di tutti gli altri: i risultati di oggi vanno dedicati a loro, senza nessun dubbio". (fonte: fisi.it)

Pellegrini maestosa, risponde a tutti

_La favola continua, sempre più pazza ed appassionante. E’ una Federica Pellegrini da raccontare ai ragazzini per addormentarsi felici, quella dell’olimpionica dei 200 sl, che oggi a Riccione ha fatto segnare un altro capitolo appassionante ed entusiasmante. A capo di una settimana piena come sempre di tutto, dai temponi alle crisi, Federica infatti è riuscita a stabilire il primo record mondiale in casa, nella gara che ama di più: quella dell’apogeo di Pechino, dove aveva trionfato in 1’54"82, crono che in una domenica neanche di primavera anche se siamo ai Primaverili, ha stampato anzi sbriciolato il suo stesso primato mondiale europeo ed italiano in 1’54"47 (27"31, 28"74, 29"58, 28"84 le sue incredibili vasche concluse in crescendo). Un crono sensazionale che la candida, nonostante la sua scaramanzia assoluta, alla conferma iridata. Non è un messaggio chiaro o inequivocabile di chi vuol annunciare al mondo che sarà difficile e problematico pensare di buttare giù dal trono questa veneta ventenne "baciata dalla grazia" come dice il suo allenatore Castagnetti, che buca il video e fa emozionare, piangere e infine non esita a dedicare alle donne questo record nel giorno della festa delle donne? Una predestinata e fortunata, disse una volta suo padre Roberto, che quando nacque Federica il 5 agosto dell’88 smise di fare il paracadutista! E adesso? Per Castagnetti "non deve fare altro che continuare ad allenarsi con la stessa intensità, dunque non deve adagiarsi sugli allori, ma non cambiare gli equilibri, e questo è un messaggio chiaro alla stessa Federica, reduce da un 53"5 nei 100 sl che la candiderebbero a diventare superstar anche nello sprint (è a 67/100 dal mondiale dell’australiana Lenton), e reduce dalla crisi d’ansia nei 400 sl che digerisce sicuramente peggio ancorché sia la primatista mondiale dei 400 sl in 4’01"53. Di sicuro, da questa settimana romagnola, la veneta esce più rafforzata e con argomenti in più da buttare sul tavolo dei Mondiali di Roma a luglio, nella piscina che ama di più e che richiamerà anche grazie al suo carisma ancora più passione e folle, insieme all’altra medagliata olimpica, la romana Alessia Filippi che qui ha chiuso la sua settimana di fatiche stabilendo il nuovo primato italiano dei 200 dorso in 2’08"44 (precedente 2’09"04 del 2007). E da record sono stati anche i 50 farfalla grazie a Cristina Maccagnola in 26"51 che batte Silvia Di Pietro autrice del record juniores e cadette in 26"71, mentre il napoletano Francesco Vespe ha stabilito il record italiano dei 200 farfalla in 1’56"33 migliorando se stesso (1’56"37), Filippo Magnini ha nuotato i 100 sl di cui è bicampione del mondo col miglior crono mondiale in 48"28 davanti a un Calvi da 48"87 e a Galenda da 48"90 e con un tocco che gli ha procurato una sublussazione al dito medio destro. Infine Federico Colbertaldo ha vinto i 1500 sl in 14’58"71 e Loris Facci ha vinto i 200 rana in 2’10"58 davanti a Luca Pizzini autrice del record cadetto in 2’10"95. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

6.3.09

Verso Roma 2009: Filippi ok, Pellegrini "ni"

_I Primaverili di nuoto, primo appuntamento cruciale per chi vuole andare ai Mondiali di Roma a luglio, danno il pass numero uno - qualcosa anche di simbolico per una romana - ad Alessia Filippi, che vince i 1500 sl in 16’00"60 - uno dei primi riferimenti cronometrici mondiali della nuova stagione - dunque meglio del tempo richiesto (16’13"54). Alessia ci aveva abituato così bene nella scorsa stagione, quando ai tricolori estivi di Spresiano si era presa nella specialità addirittura il record europeo in 15’52"84, che all’uscita dall’acqua pareva lei stessa insoddisfatta della prestazione e dunque la consolazione di aver centrato la qualificazione almeno la faceva rientrare in hotel meno preoccupata. In fondo, è il vernissage in vasca lunga, siamo solo a 21 giorni dal rientro dal durissimo collegiale in montagna e in questi campionati la Pupona dovrà gareggiare ogni giorno, mentre a Spresiano fece il botto continentale disputando solo la gara più lunga del programma in corsia. Un inizio dunque senza squilli di tromba, ma in linea con la preparazione: "L’importante è andar forte in estate, i meccanismi di assimilazione di questa gara non sono facili e lei qui era solo la seconda volta che disputava questa gara" ha detto il suo allenatore Cesare Butini. Anche Federico Colbertaldo, in arte Scienzy, si aspettava di più del 7’51"65: il bronzo mondiale del 2007 ha sfiorato il tempo limite richiesto (7’51"06) mentre batteva il medagliato europeo Samuel Pizzetti (7’54"27), ma anche lui non era al top com’è prevedibile al rientro dagli Usa. E anche il veneto è chiamato a una settimana di impegni, tra 200, 400 e 1500. - Dopo le prime due gare lunghe, da domani il programma si accenderà con tutti gli altri big attesi: la gara centrale del secondo pomeriggio saranno quei 200 stile libero che danno il lasciapassare anche per la 4x200, la staffetta che dà lo spessore a una nazione e che a Pechino non ha dato il riscontro atteso sul podio più che sul tempo. Tocca a Magnini, a Rosolino, a Brembilla, a Belotti e Cassio verificare la condizione e centrare quel crono necessario a sentirsi già con la maglia di Roma. Il pass dei pass è 1’47"35, il record italiano è fermo dal 2000 in 1’46"60 di Massimiliano Rosolino, i primi 4 saranno di fatto i promossi. Un confronto affascinante. Domani tocca anche a Lestingi e Aversa nei 200 dorso, a Elena Gemo e Romina Armellini nei 100 dorso nonchè all’olimpionica Federica Pellegrini che ha deciso di cominciare da una gara insolita per lei, ad Alessio Boggiatto e Luca Marin nei 200 misti, ancora alla Filippi nei 400 misti, la gara che l’ha vista quinta ai Giochi, prima di diventare vicecampionessa olimpica degli 800 sl. Si riparte da quelle emozioni cinesi.
_Colpo di scena ai Primaverili di Riccione. Federica Pellegrini ha rinunciato a disputare la batteria dei 400 sl, la tanto attesa sfida con Alessia Filippi (stamattina miglior tempo). La campionessa veneta era pronta a prendere parte alla sua batteria quando all'improvviso ha deciso di rientrare negli spogliatoi e rinunciare alla gara. Due le ipotesi: Federica potrebbe avere avuto un attacco di panico oppure potrebbe aver voluto prevenire un alto malore come quello patito a Genova nello scorso novembre. (Fonte articolo: Gazzetta dello Sport)

2.3.09

Sorriderai a Vancouver Giorgio!


_Giorgio Di Centa chiude il suo positivo Mondiale con un quarto posto nella 50 km di Liberec e racconta le sue sensazioni. "Sono arrivato al pirmo cambio dopo 8 km con sci buoni, ma poi ho cominciato a fare fatica per oltre 20 km perchè non erano così buoni come quelli iniziali. Così ho sprecato molte energie per rimanere agganciato agli avversari, finalmente quando sono riuscito a fare un ulteriore cambio dopo il km 30 ho potuto riprendere un buion passo. Ho cercato di scattare nell'ultima salita, sono rimasto chiuso e sul rettilineo conclusivo Nortthug era sicuramente il più veloce. Chiudo con un bronzo nella pursuit che mi soddisfa, adesso penso al prossimo anno con l'importante appuntamento olimpico".Pietro Piller Cottrer ha ceduto nei metri finali: "E' stata una gara dura e spettacolare, ce l'ho messa tutta per rompere un po' il gruppo ma non ce l'ho fatta, e sull'ultima salita sono rimasto staccato dalle prime posizioni perchè le gambe non rispondevano più tanto bene. Mi spiace perchè ci tenevamo tanto a raggiungere un bel risultato in questa gara, torno a casa col sacco vuoto ma purtroppo questo è lo sport. Ho dato tutto quanto avevo in corpo, adsesso rimane da disputare l'ultima parte della stagione dove posso ancora fare bene in Copa del mondo".Silvio Fauner: "Chiudiamo il Mondiale con un altro quarto posto che con maggiore fortuna avrebbe potuto essere una medaglia, ma abbiamo messo da parte un bottino pregevole. Quattro piazziamenti sul podio e tre quarti posti ci confermano al vertice. Longa e Follis sono stabilmente fra le più forti donne, Di Centa e Piller Cottrer rimangono una sicurezza e anche Zorzi nella 50 km ha dimostrato ancora di valere molto. E dietro ci sono giovani come Clara e Hofer che stanno crescendo".(Fonte articolo: FISI)