29.9.09

Il mondo a Copenaghen

Su due piedi verrebbe da dire Copenaghen caput mundi. Arrangiamento linguistico poco nordico ma molto reale. La capitale danese è infatti il luogo prescelto per la designazione dello stato-città che ospiterà i Giochi Olimpici del 2016. Tutto ciò soltanto una manciata di settimane prima del vertice mondiale sul clima. Rio de Janeiro sembrerebbe avere una marcia in più e nelle ultime ore anche la benedizione del presidente della FIFA Blatter. Chicago però ci crede e la presenza dello staff presidenziale al gran completo ne è la prova. Madrid non si arrende e puntella la sua candidatura puntando sul clima con le sue 7,5 ore di luce ogni giorno, il precedente entusiasmante di Barcellona 1992, cibo e cultura. Zapatero e re Juan Carlos voglinono - dopo i numerosi successi sportivi iberici - tornare all'aeroporto di Barajas con la bandiera olimpica in pugno. Più defilata Tokyo che silenziosa mostra la sua forza organizzativa e che forse dal punto di vista infrastrutturale vanta un'eccellenza non raggiungibile dagli altri candidati. Basti pensare agli impianti del '64 ancora perfettamente funzionanti dopo mezzo secolo. In questa "partita" ci sarà soltanto un eletto, nel vertice di dicembre speriamo che l'eletto sia il mondo intero.
Sport e ambiente il connubio c'è per valori e non solo. Speriamo che da Copenaghen rispondano presente in molti. Sotto riportiamo i rispettivi siti delle città che si contenderanno la nomina olimpica.
Quattro città si contenderanno venerdì prossimo l’onore, l’onere e gli affari di organizzare i Giochi Olimpici del 2016: la gara si svolgerà a Copenaghen, dove si riunisce il plenum dei “Signori degli anelli”, i membri del Comitato Internazionale Olimpico che delle Olimpiadi è detentore dei diritti. Le quattro città sono Chicago, Madrid, Rio de Janeiro e Tokyo. Gli esperti e gli elettori hanno già minuziosamente studiato e analizzato i dossier della candidatura: dicono che nessuno sia così più forte degli altri da calamitare i voti. Le lobbies sono all’opera per convincere altezze reali, ex campioni e dirigenti sportivi a vario titolo, l’elettorato attivo. I bookmakers inglesi danno nettamente favorita Chicago, sotto la pari: cioè giochi dieci euro e la vincita è inferiore a dieci euro. Rio de Janeiro è a due contro uno, Tokyo a 6 e Madrid a 12.
L’alta quota di Madrid si deve al fatto che i Giochi del 2012 si terranno a Londra: dal 1948 soltanto una volta una città europea seguì un’altra città europea (Londra 1948, Helsinki 1952); ogni altra volta ci fu una alternanza dei continenti. Su questo punta Roma che vorrebbe candidarsi per il 2020: vincendo Madrid, l’ipotesi sarebbe impraticabile; tre OLimpiadi consecutive in Europa non sono nelle corde (e nella borsa) del Cio che subisce il “fascino” delle multinazionali sponsor e degli affari.
Chicago è data per favorita anche per l’effetto Obama: è la sua città. Per il momento è stata assicurata la presenza di Michelle alla votazione; se arrivasse anche il Presidente vorrebbe dire che i Giochi sono fatti: non metterebbe la faccia su di una sconfitta. Chicago doveva già organizzare i Giochi nel 1904, ma furono spostati a St Louis, dove si teneva il Festival delle Razze (a proposito di politically correct...).
Rio de Janeiro ha due carte buone: il Sudamerica non ha mai ospitato i Giochi Olimpici dal 1896 quando furono reinventati dal Barone De Coubertin, e il Brasile rappresenta un Paese economicamente emergente. Organizzerà i mondiali di calcio del 2014: gli daranno da gestire i due più grandi eventi mediatici del palinsesto mondiale?
Tokyo dicono che abbia il più bel dossier: farebbero un’isola nuova per costruirci il Parco Olimpico, che ormai è un must nell’organizzazione dei Giochi non essendo più proponibile, per ragioni di trasporti e sicurezza, una spalmatura dei siti in un territorio troppo vasto. Contro Tokyo sta il fatto che i Giochi sono appena andati in Asia, Pechino 2008.
La contesa è incerta: Roma 2004 aveva la vittoria in tasca contro Atene, ma in una notte a Losanna tutto cambiò; i “Signori degli anelli” scelsero la Grecia che avevano bocciato per il 1996 preferendole le bollicine della Coca Cola di Atlanta. Il 2004 fu anche un risarcimento: anche Roma ha “diritto” al risarcimento 2020... (Fonte: Il Messaggero)

Alonso - Ferrari: matrimonio prossimo

Stando a quel che scrive il quotidiano spagnolo 'As', Fernando Alonso avrebbe siglato con la Ferrari un contratto di 6 anni, con una formula abbastanza particolare: base triennale, opzione per i successivi due campionato e sesto anno legato ad una serie di clausole. Alonso dovrebbe percepire una somma attorno ai 25 milioni di euro all'anno. Una somma niente male se consideriamo il fatto che si tratta di molto di più di quello che lo spagnolo percepiva in Renault. Anche se la cifra risulta di qualche milione più bassa di quella guadagnata invece dall'attuale pilota Ferrari, Kimi Raikkonen (si parla di una cifra intorno ai 34!). Fernando Alonso, se dovesse arrivare sino alla fine del suo accordo, esaurirà il suo contratto in Ferrari quando avrà 34 anni.
Le indiscrezioni riportate dalla stampa spagnolo riportano anche che il pilota asturiano già lo scorso 24 luglio si era rivolto all'ormai ex boss Renault Flavio Briatore, pregandolo di liberarlo per la prossima stagione. L'obiettivo Ferrari già da qualche tempo era nella testa di Fernando Alonso, anche se lo scambio avrebbe avuto luogo già nel 2008, quando le due parti (Ferrari e spagnolo, ndr) avevano già raggiunto un accordo, anzi un pre-accordo.
As riporta che il contratto dell'ex campione del mondo è già stato depositato presso la FIA; come già anticipato nell'edizione di lunedì, l'annuncio ufficiale dovrebbe avvenire tra giovedì e venerdì, in occasione della prima giornata del Gran Premio del Giappone a Suzuka. L'attesa è ovviamente dovuta al raggiungimento dell'accordo tra la McLaren e il finlandese Kimi Raikkonen: anche questo matrimonio' però dovrebbe conoscere il suo sì' definitivo in Asia.
Dalla Spagna infine arrivano anche notizie di diverse meeting già avvenuti tra Alonso e il team di Maranello: durante queste riunioni i dirigenti della Rossa avrebbero già messo in chiaro gli obiettivi della prossima stagione. Il pilota spagnolo avrebbe, tra le altre cose, fatto richiesta di avere alcuni ingegneri fidati alle sue spalle, gente conosciuta nelle esperienze in Red Bull, McLaren e Renault. (Fonte: Eurosport)

28.9.09

Hamilton conquista Singapore

_La F1 riparte da Singapore cercando di dimenticare l'ennesimo ciclone che si è abbattuto su un ambiente già duramente provato quest'anno da questioni regolamentari, contrapposizioni fra team e Federazione, differenti visioni sul futuro. E' il primo gp senza Briatore, dopo la squalifica a vita comminata dalla Fia per l'affaire del falso incidente di Piquet jr un anno fa. E anche la gara di quest'anno è stata particolarmente tormentata con diversi incidenti e l'ingresso della safety car. Tanto da concludersi al limite delle due ore, tempo massimo per questo tipo di competizioni. Alla fine vince Lewis Hamilton (McLaren-Mercedes) che godeva del grande vantaggio di partire in pole, davanti a Timo Glock Toyota e Fernando Alonso (Renault). Quarto Vettel (Red Bull) mentre Button (Brawn Gp) giunto quinto, mantiene la testa della classifica nel mondiale piloti. A tre gare dalla fine della stagione, Button guida infatti la classifica iridata con 84 punti. Barrichello insegue a quota 69 e Vettel è terzo con 59. Tra i costruttori, la Brawn GP domina con 153 punti, la Red Bull è seconda con 110,5. Male le Ferrari con Raikkonen giunto decimo e Fisichella tredicesimo davanti al solo Liuzzi. La casa di Maranello rischia ora sempre di più il sorpasso da parte della McLaren al terzo posto nel Mondiale costruttori. Maranello non si schioda infatti da quota 62 punti, la McLaren incalza a 59.
I verdetti sono maturati dopo 2 ore di gara che hanno evidenziato le qualità di Hamilton, oggi praticamente impeccabile. Scattato dalla pole position, ha difeso il primato al semaforo verde e ha cominciato ad imporre un ritmo insostenibile per la concorrenza. Il pilota di Stevenage ha avuto bisogno di 7 giri per scavare un gap di oltre 2 secondi rispetto alla Williams di Nico Rosberg, l'unico in grado di rimanere nella scia della freccia d'argento. Il tedesco ha complicato la sua serata con un clamoroso errore all'uscita dal primo pit stop, nel corso della 19esima tornata: Rosberg ha oltrepassato la linea bianca che divide la pit lane dalla pista ed è stato penalizzato con un drive-through che lo ha fatto precipitare nelle zone anonime della classifica. A ravvivare la gara, nel corso del 21° giro, hanno provveduto altri due driver tedeschi: Adrian Sutil è stato protagonista di un testa-coda con la sua Force India, Nick Heidfeld lo ha centrato con la Bmw. L'incidente ha determinato l'ingresso della safety-car, complicando i piani di Hamilton: il campione del mondo, reduce da un impeccabile pit stop, si è ritrovato al comando di un gruppo compatto nel quale le Ferrari di Raikkonen e Fisichella hanno continuato a recitare ruoli di secondo piano. Il finlandese e il romano, partiti rispettivamente dalla 13esima e dalla 18esima posizione, sono rimasti lontani dalla zona punti anche quando, nel 26° giro, l'uscita della safety-car ha decretato il nuovo inizio del Gp. Hamilton si è ritrovato negli specchietti la sagoma della Red Bull di Vettel, protagonista di una brillante fase centrale della corsa. La coppia si è divisa nel 40° giro, quando il tedesco si è fermato per il secondo rifornimento: la corsia dei box, come nel caso di Rosberg, ha mietuto un'altra vittima illustre. Vettel ha superato il limite di velocitá ed è stato penalizzato come il connazionale: addio sogni di vittoria e strada in discesa per Hamilton, scortato sul podio da Glock e Alonso. «Per me è stato abbastanza semplice» ha dichiarato a fine gara Hamilton. Il pilota inglese della McLaren-Mercedes ha infatti dominato la gara dal primo all'ultimo giro. «Sono partito bene, sono riuscito ad accumulare un certo vantaggio rispetto agli avversari e ho dovuto pensare soprattutto a controllare le gomme. Non ho mai avuto problemi con il Kers, ha sempre funzionato», ha detto il campione del mondo uscente. «È stata una gara dura, penso che questo valga per tutti. La pista è fantastica, ma ci vuole concentrazione costante: bisogna rimanere attenti curva dopo curva» ha concluso Hamilton. Fernando Alonso ha dedicato a Flavio Briatore il podio conquistato al Gran Premio di Singapore. Lo spagnolo ha chiuso al terzo posto la gara di oggi, la stessa che vinse lo scorso anno ma che ha portato poi al "crashgate" con tanto di radiazione del direttore della scuderia, alle spalle dell’inglese campione del mondo in carica Lewis Hamilton (McLaren-Mercedes) e del tedesco Timo Glock (Toyota). «Questo podio arriva in un momento particolare, dopo tutto quello che è successo», ha detto Alonso dopo la gara. «Il team ha passato momenti veramente difficili, ma ora dobbiamo dimenticare tutto e continuare con questa concentrazione fino alla fine del Mondiale. Ma intanto io dedico questo podio a Briatore: lui ora è a casa, ma una fetta del bel risultato di oggi è anche sua». (Fonte: Corriere della Sera)

27.9.09

Guderzo e Cantele, l'Italia canta

La medaglia di bronzo a Pechino 2008 si è confermata a solo un anno di distanza arrivando all'oro iridato, trionfo completato dal podio di una maiuscola Noemi Cantele. La squadra del C.t. Savoldi si è mossa impeccabilmente per tutto l'arco della prova concluso magistralmente grazie anche ad un'ottima condizione complessiva. Non bene quest'oggi i ragazzi di Ballerini, a caccia del leggendario quarto oro mondiale consecutivo. La prova in linea è stata vinta con una imperiosa prova di forza da Cadel Evans. La locomotiva di Berna, Cancellara, si è fermata sul più bello mentre Damiano Cunego ha chiuso in ottava posizione.
Tatiana Guderzo oro, Noemi Cantele bronzo. L’Italia trionfa nella gara femminile che ha aperto stamattina le prove in linea del Mondiale 2009. Prima e terza, come a Stoccarda 2007, quando vinse Marta Bastianelli e Giorgia Bronzini centrò il bronzo. L’anno scorso, ai Giochi di Pechino, la Guderzo aveva centrato il terzo posto nella prova in linea. L’Italia femminile chiude così i Mondiali di Mendrisio con tre medaglie: l’oro della Guderzo, l’argento (a cronometro) e il bronzo della Cantele. La Nazionale del c.t. Edoardo Salvoldi, che è il vero artefice del fenomeno rosa in bicicletta e oggi ha conquistato la 79a medaglia dal 2001, da quando è c.t., ha dominato la corsa, resa molto dura dal percorso e dalla pioggia caduta nella notte. Ne ha fatto le spese una delle favorite, la campionessa di Varese 2008, Nicole Cooke, caduta pesantemente al secondo giro nella discesa di Acquafresca e poi costretta al ritiro. Noemi Cantele ha attaccato a tre giri dalla fine, ha costretto le avversarie a inseguire: è stata ripresa a 23 km dalla conclusione, ma la sua azione è stata determinante per indurire le gambe delle rivali. All’ultimo dei nove giri, restano davanti 19 atlete, tutte le migliori a eccezione della Cooke. L’Italia ha le due leader, Guderzo e Cantele. Sulla salita di Acquafresca, 1600 metri che cominciano già a Mendrisio, l’azione che risolve la corsa. Guderzo, 25 anni, vicentina di Marostica, è più scalatrice della Cantele, e parte nel tratto al 12% della salita. Fa subito il vuoto, alle sue spalle rispondono l’olandese Vos e l’americana Armstrong, oro nella crono, più la Cantele. La Guderzo ha 4", poi viene ripresa. Ci prova subito in contropiede la Cantele: raggiunta. E riparte allora la Guderzo, nel tratto finale della salita, meno impegnativo. Dietro tirano la Vos e la Armstrong: all’inizio dell’ultima difficoltà, il Novazzano, la vicentina ha solo 3", sembra che l’azione debba finire, ma la Guderzo rilancia in modo eccezionale. Le avversarie si piegano, in cima ha 18" di vantaggio che le sono sufficienti per trionfare a braccia alzate. Per la medaglia d’argento, la Vos batte la Cantele. "La prima dedica va alla squadra per quello che ha fatto - ha detto la Guderzo, seguita a Mendrisio da circa 40 membri del suo fan club, compreso il fidanzato -. In più ci sono poche altre persone a cui dedicherei questa maglia: sul traguardo ho fatto il gesto di battermi il cuore, avranno capito che pensavo a loro". Sull'ultima salita si è voltata più volte, tanto che molti hanno pensato fosse "al gancio", esausta per lo sforzo. "In realtà non sentivo il c.t. via radio perché l'incitamento della gente era troppo forte, mi sono voltata un paio di volte per questo, non perché temessi di non farcela. Del resto ero sicura che Noemi stesse facendo un lavoro eccezionale dietro di me e sapevo bene che l'ultima salita era il punto dove buttare l'anima con le ultime energie rimaste per fare selezione". A un paio d'ore dalla fine della corsa Tatiana scherza, raggiante. L'adrenalina è scesa. Le mani stringono la maglia con l'iride. Le unghie colorate d'azzurro danno un tocco d'originalità ancora più acceso. "Lo faccio dal 2002 e molte hanno seguito questa mia 'moda' portafortuna- aggiunge Tatiana, che corre per le Fiamme Azzurre/Michela Fanini Record Rox. E’ al quinto Mondiale in linea. Da junior ha vinto l’argento in linea a Verona 2004. In questa stagione si era imposta nel Giro del Friuli. Intanto nel ritiro della Nazionale professionisti a Gazzada, gli azzurri di Franco Ballerini affrontano l’ultimo allenamento prima della domenica Mondiale. L’uscita programmata per le 10 di questa mattina rappresenta l’ultimo collaudo per Damiano Cunego e il resta della squadra. Per il veronese si tratta della prima partecipazione da capitano al fianco di Ballan, detentore del titolo. "Vado forte dall’inizio dell’anno, quindi la pressione non rappresenta un problema - ha detto il veronese -. Mi fa paura la Spagna perché ha la squadra più forte".

19.9.09

Laure, è ritiro

Nell'aria e non più nell'acqua dopo il flop di Pechino 2008. Auguriamo a Laure Manadou la più profonda serenità e la conquista della strada per lei migliore.
Stavolta è ufficiale. Laure Manaudou si ritira. Dopo otto mesi lontano dalle vasche, la francese, 22 anni, ha deciso di mettere la parola fine ad una carriera folgorante, quanto logorante. Una decisione presa con due anni di ritardo rispetto al momento in cui Laure ha capito di aver perso la “voglia” di allenarsi. L’annuncio arriva con un’intervista esclusiva al quotidiano Le Parisien: “Non è stata una decisione facile, ma è maturata un po’ per volta”. Il motivo è semplice: “Non è tornata la voglia. Ormai ho altri interessi, altre passioni. Da gennaio mi sono dedicata a me stessa e mi godo le cose della vita che non ho potuto fare prima, come, molto stupidamente, truccarmi o pettinarmi. E poi c’è anche la pressione mediatica, sono sempre spiata e questo non lo sopporto più”. La decisione non è stata presa all’improvviso: “Diciamo che quando mi sveglio al mattino non ho più voglia di nuotare”. Ormai, Laure si sente “liberata”: “Spero anche che adesso certi media mi lasceranno tranquilla senza andare a spulciare nella mia vita”. Sul passato, nessun rimpianto: “Ho dato molto tra il 2003 e il 2007 con Philippe Lucas, con cui ho raggiunto risultati eccezionali, ma ora voglio vivere la vita che non potevo avere prima”. Dopo l'annuncio del suo ritiro dal nuoto agonistico, fonti concordanti hanno riferito all'agenzia francese Afp che la Manaudou sarebbe in attesa di un bambino. Laure , che attualmente vive a Marsiglia con il fidanzato e nuotatore Frederick Bousquet, non aveva mai nascosto il suo desiderio di maternità, ma ne aveva sempre parlato come di un progetto non a breve termine. La separazione burrascosa da Philippe Lucas aveva provocato quella frattura che ha tolto a Laure il desiderio di continuare a nuotare. Era il 2007, allora la francese viveva anche un’intensa storia d’amore con Luca Marin: “Col senno di poi, posso individuare il momento di rottura nel maggio del 2007. Continuai comunque ad allenarmi perché c’erano le Olimpiadi in vista, ma avevo già perso il piacere di allenarmi. Non c’era più la magia, tutto era più complicato”. "È stata una delle nuotatrici che rimarranno nella storia. La vita però non è soltanto nuoto. In bocca al lupo, Laure". Così, Federica Pellegrini commenta il ritiro ufficiale dalle competizioni della francese Laure Manaudou. Laure Manaudou e Federica Pellegrini sono state grandi rivali in vasca dando vita ad avvincenti duelli a suon di record strappati a vicenda. Una rivalità anche lontana dal cloro tra le due nuotatrici, che si sono contese il nuotatore siciliano Luca Marin, prima fidanzato della francese e oggi compagno della Pellegrini. “Non ho diplomi – ammette Laure - per cui non è semplice trovare la mia strada. Per tutta la mia vita ho parlato solo di nuoto e in più sono timida, ma ora ho più tempo per me. Per esempio posso dedicarlo all’associazione Magia all’Ospedale. O anche solo utilizzarlo per scoprire le cose che mi piacciono davvero”. Una vera sfida. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

17.9.09

Uragano Piquet, Briatore lascia

L'uragano Piquet si abbatte sulla Renault F1 ed in particolare su Flavio Briatore e su Pat Symonds. Il manager di Cuneo sembrerebbe voler lasciare anche il team QPR. Non passa stagione ormai che la Formula 1 non venga lasciata in pace. Il livello umano e professionale degli interpreti scade di fronte ad interessi ormai enormi che esulano anche il contesto automobilistico e con esso il degrado di uno degli sport più belli.
“Lascio per il bene del team”: così parlò Flavio Briatore in esclusiva per il Daily Mirror, dopo la decisione del capo della Renault di andarsene (e con lui anche il direttore tecnico Pat Symonds) a seguito del “crashgate” (come lo hanno prontamente ribattezzato i giornali inglesi): ovvero, la denuncia presentata da Nelson Piquet Jr, secondo cui il team gli avrebbe imposto di uscire di pista nel GP di Singapore del 2008 per favorire la vittoria di Fernando Alonso. “Sto cercando di salvare la squadra – ha detto il supermanager italiano – perché è mio dovere farlo. Ecco perché me ne vado”. In effetti, il suo volontario allontanamento dal team che lui stesso ha portato al successo negli anni passati gli eviterà di dover comparire davanti al Consiglio Mondiale il prossimo 21 settembre per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse dal pilota brasiliano e il fatto che né lui né Symonds siano più dipendenti Renault potrebbe anche evitare pesanti ripercussioni sul team (leggi, squalifiche) anche se, perlomeno a detta del tabloid, una multa di oltre 55 milioni di euro sarebbe una più che concreta possibilità. Tra l'altro, secondo il Telegraph, vi è anche un risvolto penale nello scandalo Renault. Singapore potrebbe infatti chiedere l’estradizione di Briatore e Symonds, nel caso emergesse un ruolo di responsabili-mandanti dell’incidente di Piquet. E mentre il Sun parla di un possibile addio di Briatore anche dal QPR, la squadra di seconda divisione inglese di cui è co-proprietario insieme con il miliardario indiano Lakshmi Mittal e Bernie Ecclestone, perché la sua posizione “sarebbe di potenziale imbarazzo per la squadra”, come ha commentato una fonte anonima, proprio l’(ex?) amico Ecclestone, sempre dalle colonne del Daily Mirror, pare prendere le distanze dal “disgaced” manager, spiegando che “Briatore aveva già deciso di andarsene, perché non voleva fare la mia fine, ovvero ritrovarsi alla mia età a “giocare” con le macchine da corsa. Almeno così si è evitato questo imbarazzo”. Ma il capo della Formula Uno nega decisamente che tale dipartita possa significare la fine di questo sport. “Avevano detto la stessa cosa quando morì Ayrton Senna e si ritirò Michael Schumacher e, invece, siamo andati avanti lo stesso, perché la vita va sempre avanti, malgrado tutto e tutti. E’ un peccato che Flavio abbia lasciato la Formula Uno in questo modo, soprattutto vista la sua carriera, ma è impossibile difenderlo per quello che ha fatto, anche perché era una cosa assolutamente non necessaria”. Il sostituto di Flavio Briatore potrebbe essere Alain Prost. Secondo il quotidiano francese L'Equipe, il "professore" è uno dei candidati ad occupare il posto di team principal alla Renault. L'ex ferrarista e quattro volte campione del mondo di Formula 1 commenta le indiscrezioni "come semplici voci, ne sarei onorato, ma nessun dirigente della Renault mi ha contattato". Si fanno comunque anche altri nomi, a cominciare da quello di Frederic Vasseur, per continuare con Craig Pollock e David Richards. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

13.9.09

A Monza trionfa Barrichello

Anche quest'anno nel tempio della velocità c'è un tocco di rosso, trionfano infatti gli ex ferraristi Rubens Barrichello e Ross Brawn. Secondo il leader del mondiale Button mentre per vedere il rosso vero, quello di "casa", occorre attendere Kimi Raikkonen ottimo terzo con una Ferrari(na) ancora lontana dalle prestazioni top. Il campione del mondo in carica esce clamorosamente di pista all'ultimo giro mentre Fisichella chiude ai piedi della zona punti. Bel campionato per questa "Formula Kart" lontana anch'essa, come la Ferrari, dagli storici fasti assoluti degli anni passati.
Il Mondiale di F.1 è sempre più aperto, ma sempre più ristretto ai due della BrawnGP. Il GP d’Italia vinto da Rubens Barrichello davanti a Jenson Button unitamente all’ottavo posto di Sebastian Vettel e al ritiro di Mark Webber, è stato insomma la grande risposta del team leader del campionato, ultimamente molto poco brillante. Una doppietta che è in pratica un k.o. tecnico alla Red Bull a quattro gare dalla fine della stagione. Terzo posto per la Ferrari di Kimi Raikkonen. Il finlandese ha approfittato del clamoroso ritiro di Lewis Hamilton all’ultimo giro e ha preceduto il tedesco Sutil con la Force India. Poi Alonso, Kovalainen, Heidfeld e Vettel. Nono ai piedi della zona punti Giancarlo Fisichella con l’altra Ferrari, comunque positivo per aver terminato la gara e accumulato chilometri per il resto della stagione. Barrichello è quindi sempre più scatenato. Ora ha 14 punti di distacco rispetto a Button, un divario importante ma sul quale l’inglese non potrà speculare granché. Oggi in casa BrawnGP ha funzionato tutto, a cominciare dalla strategia di una sola sosta che è stata decisiva. Hamilton, Raikkonen e Sutil hanno sì preso la testa. Ma non sono mai riusciti a scappare nel contesto di una corsa emozionante solo al via con il ritiro di Webber, l’alettone penzolante di Kubica e qualche sorpasso mozzafiato di Alonso e Liuzzi (ritirato pure lui per problemi al cambio. Le soste hanno deciso la corsa. I primi tre ne hanno fatte due, le BrawnGP una sola. La consistenza delle due vetture dell’ex d.t. della Ferrari ha poi permesso a Barrichello e Button di gestire agevolmente il finale in cui si è distinto in modo negativo Hamilton, in testacoda proprio all’ultimo giro. Quattordicesimo Jarno Trulli con una Toyota che appare ormai in fase abbastanza calante. La Force India, rivelazione di queste due gare, si consola col giro veloce in gara di Sutil. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

12.9.09

Valentino e Cammarelle, l'Italboxe vola!

Lacrime d'oro per Domenico Valentino che conquista il titolo iridato nella categoria 60 kg. Non è più una sorpresa invece Roberto Cammarelle, campione olimpico ed ora campione del mondo nella sua Milano. Certezza quasi scontata quella dell'atleta meneghino che sa dosare le forze con grande esperienza e scatenarsi nei momenti dovuti del match. La squadra azzurra estremamente competitiva alle scorse Olimpiadi di Pechino resta tra le prime al mondo, segno dell'ottima guida tecnica di un Damiani allenatore, padre e tifoso dei suoi ragazzi. Bene così Italia.

Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta. Grazie a Domenico Valentino, 24enne peso leggero di Marcianise, l'inno di Mameli risuona per la prima volta al Forum d'Assago, teatro dei Mondiali Aiba di pugilato, tra le ovazioni e il delirio di un pubblico numeroso e caldissimo che conferma quanto la boxe sia ancora, e nonostante tutto, sport popolare e amatissimo. L'azzurro ha superato in finale il portoricano José Pedraza ai punti per 9-4, al termine di un match rimasto in equilibrio solo per un round e mezzo. La prima ripresa, tutta di studio, finisce infatti 1-1, con i due pugili a segno quasi in simultanea. Nel secondo round l'azzurro incassa due volte, ma non patisce e si riporta rapidamente sul 3-3, per poi passare in vantaggio 4-3 e assestare il diretto del 5-3 a 2 secondi dal termine della ripresa. Trascinato dalla torcida di Marcianise messa in scena dalle centinaia di compaesani giunti a Milano in pullman, Valentino apre subito bene il round decisivo portandosi 6-3, ma con un rapido scambio di colpi si arriva rapidamente all'8-4 per l'italiano. Un altro colpo a segno porta al 9-4, dopo di che Valentino è bravissimo a tenere per il resto del tempo l'avversario a distanza, fino alla campanella finale che sancisce l'oro per l'Italia e fa esplodere il Forum. Splendido il festeggiamento di Domenico, che indossa subito una maglietta con la scritta Scusate il ritardo, in riferimento alla delusione patita a Pechino 2008, quando il nostro pugile, molto atteso dopo l'argento ai mondiali 2007, deluse profondamente, venendo eliminato negli ottavi dal cubano Ugas. Ora è arrivato appunto il momento della rivincita e della gioia incontenibile, che ha spinto Valentino a scavalcare le transenne in lacrime e scalare un tratto di tribuna, per andare a festeggiare con i suoi familiari, che lo sollevano in trionfo. Dopo la premiazione per mano del presidente del Coni Gianni Petrucci e il pianto liberatorio sul podio mentre tutto il Forum canta l'inno italiano, Valentino arriva raggiante in sala stampa: Per me è stato importante riuscire ad andare in vantaggio. Grazie al pubblico che mi segue in ogni evento, ogni volta che li sentivo urlare mi caricavo; quando li ho sentiti gridare tre volte di seguito, allora ho pensato di risparmiarmi perché avevo capito di essere in vantaggio e alla fine ho vinto. Ho fatto 3 o 4 punti di fila, ma non pensavo di essere così' avanti. Il peso allo stomaco? E' un problema che ho sempre, ma la medaglia pesa ancora di più! Adesso ho superato Russo ed eguagliato Cammarelle come risultati ai Mondiali... Per ora! Cammarelle è obbligato a vincere per passarmi di nuovo davanti! La giornata, tutta dedicata alle finali, si era aperta con il trionfo del mongolo Serdamba Purevdorj nella categoria dei 48 kg, grazie al successo in finale sul russo David Ayrapetyan. Ni 51 kg, l'altro pugile mongolo Tugstsogt Nyambayar ha dovuto invece arrendersi al portoricano Arroyo McWilliams, in un match senza storia chiuso sul 18-2. Piuttosto deludente la finale dei 54 kg, che vede il bulgaro Dalakliev imporsi per 5-3 sul russo Abzalimov.

Nella categoria 75 kg, l'incontro non ha storia: si impone l'uzbeko Abbos Atoev con il punteggio di 9-0 sull'impotente armeno Andranik Hakobyan, proseguendo con la tradizione della giornata, secondo cui chi indossa il completo rosso vince. Gli 81 kg si trasformano nel match più bello visto rispetto ai precedenti: vince ancora un rosso e finalmente arriva la consacrazione anche per la Russia. Artur Beterbiev sconfigge un altro uzbeko, Elshod Rasulov, in un incontro sempre in bilico. Fino a metà della seconda ripresa, infatti, l'uzbeko è in vantaggio, anche se sempre di al massimo un paio di punti. Poi il russo si fa più aggressivo e l'arbitro è costretto a contare il blu due volte, mentre Beterbiev recupera punti e prima si appaia a 10, poi passa in vantaggio. 13-10 è il risultato che consegna il primo oro ai russi dopo tanti argenti. Si sale ancora di peso e si arriva ai massimi, con il cubano Osmai Acosta Duarte che combatte contro Egor Mekhontsev. Il russo sembra da subito più solido e al termine della prima ripresa è avanti 3-0.Il cubano va spesso a vuoto e nel secondo round il vantaggio si fa più consistente fino ad arrivare a 6 punti, sul 7-1. Alla fine dell'incontro, chiuso 12-2 per Mekhontsev, in completo blu, si infrange dunque la tradizione del rosso. Ma il secondo momento più atteso, oltre che l'evento che chiude la cerimonia, vede salire sul ring per i supermassimi Roberto Cammarelle, opposto all'ucraino Roman Kapitonenko. L'incontro non parte bene per l'azzurro, sempre costretto a rispondere agli attacchi dell'avversario che riesce a raggiungere sul 3-3. Nel secondo round è ancora l'ucraino a portarsi avanti, ma Cammarelle finalmente ingrana e mette a segno una serie di 4 colpi che costringono l'arbitro a contare il blu. Va a destinazione anche l'8-4 per l'azzurro e l'arbitro conta di nuovo, poco prima che termini la ripresa, non senza qualche perplessità da parte del pugile stesso. Negli ultimi e decisivi tre minuti Cammarelle aumenta il suo vantaggio, mentre, pur conquistando un altro punto, Kapitonenko è visibilmente inferiore al gigante di Cinisello Balsamo. Finisce 10-5 per la gioia del pubblico locale, che può festeggiare con due ori su due. (Fonte: Eurosport)

10.9.09

Italia, bene così

Gli azzurri ad un passo dall'imbarco per il Sudafrica, ai ragazzi di Lippi basterà infatti un solo punto per la qualificazione alla rassegna mondiale del 2010. Il tecnico viareggino ha cambiato la squadra ha risposto. Di ottima fattura entrambe le marcature azzurre e la gestione complessiva dell'incontro con efficaci movimenti sia in attacco che a centrocampo in fase di proposizione e di chiusura. L'Italia ancora a corrente alternata rialza la testa in cerca di quella continuità che la metterebbe in grado di difendere il titolo mondiale conquestato a Berlino. Per ora bene così ragazzi, ma niente entusiasmi, la Bulgaria è poca cosa.
L’Italia è a un passo, anzi a un punto - se fatto in Irlanda -, da Sud Africa 2010. Questa è la notizia principale dopo Italia-Bulgaria. Ma quello che resta negli occhi della sfida dell’Olimpico è il bel gioco degli azzurri, che hanno finalmente appagato tifosi e critica con un signor primo tempo, coniugando risultato e spettacolo. Lippi ha cambiato modulo. Con umiltà, perchè il 4-3-3 è naufragato in Confederations Cup, e il 4-4-2 classico delle ultime due uscite aveva denunciato limiti in fase di manovra. E allora vai con il rombo. Che va di moda in Italia: lo fanno Inter, Juventus e Milan. Che utilizzano l’elemento di maggiore fantasia della propria squadra come trait d’union tra centrocampo e attacco, che sia Sneijder, Diego o Ronaldinho. E siccome Lippi un giocatore con queste caratteristiche non lo ha in gruppo, ha fatto di necessità virtù, avanzando Pirlo nel suo vecchio ruolo di fantasista. Il milanista ha risposto alla grandissima, con assist al bacio e tanta qualità spalmata nell’arco dei 90’. Ma Lippi ha scelto la qualità tout court in mezzo: tutti piedi buoni, da De Rossi, la cui assenza per squalifica a Tbilisi si era fatta sentire, a Camoranesi, che non sarà in grande forma atletica, ma ha sempre talento da vendere. E poi il c.t. si è affidato a Marchisio, ragazzo che abbina qualità e quantità in maniera sorprendente. E che ha i mezzi per diventare una colonna azzurra. Insomma, niente mediani puri, ma giocatori di talento, disposti a sacrificarsi per il bene della squadra. Del resto la ricetta Champions degli ultimi anni è chiara: in Europa fanno strada le squadre che giocano a pallone, con vocazione e atteggiamento offensivo e la voglia di imporre il proprio gioco. Stasera ha funzionato anche per gli azzurri. E anche di più. Nel senso che di bianconeri in campo dal 1’ contro la Bulgaria ce n’erano addirittura sette. Compresi i due che sono finiti nel tabellino dei marcatori, Grosso e Iaquinta. Ma più in generale l’atmosfera dell’Olimpico è stata favorevole agli azzurri, che si sono sentiti la fiducia addosso fin dall’inizio, e stavolta hanno saputo ripagarla. La complicità dei compagni di squadra in bianconero ha facilitato le cose, così come la conoscenza dei reciproci sincronismi di gioco. Vedremo se Lippi insisterà su questa falsariga o se si è trattato di un episodio circostanziato, favorito anche dalla sede della partita - appunto Torino -. Una buona fetta del pubblico dell’Olimpico nel secondo tempo, con la partita già in saccoccia, si è esibita in cori per tutti i bianconeri, con Del Piero ovviamente invocato a squarciagola, e al triplice fischio finale ha chiamato i suoi beniamini sotto la curva. Una botta di entusiasmo che, a prescindere dal valore assoluto della Bulgaria, ha fatto bene a tutto l’ambiente. Se l’Italjuve avrà un futuro è ancora presto per dirlo, per adesso, anche se siamo a Torino e non (alla mostra del Cinema di) Venezia, "buona la prima". (Fonte: Gazzetta dello Sport).

3.9.09

Fisichella nuovo pilota Ferrari

E' Giancarlo Fisichella il nuovo pilota della Ferrari. Il romano, dal prossimo gran premio di Monza e per tutta la stagione 2009, sarà il sostituto di Felipe Massa e prenderà il posto del collaudatore Luca Badoer dopo i suoi due deludenti Gp.
La conferma, indiretta, e prima ancora del comunicato ufficiale del Cavallino, è arrivata dalla Force India che ha concesso la liberatoria al pilota romano con effetto immediato.
Un sogno che si realizza per il 36enne pilota nato a Roma. In carriera, "Fisico" ha disputato 225 Gran Premi bagnati da tre vittorie (Brasile 2003, Australia 2005 e Malesia 2006), quattro pole e due giri veloci. Esordio in Minardi (1996), poi le esperienze in Jordan, Benetton, Sauber, Renault (nel 2006 chiude col quarto posto nel Mondiale) e infine Force India, motorizzata Ferrari, con la quale ha ottenuto in Belgio la settimana scorsa il secondo posto dietro Kimi Raikkonen.
"E' vero che è sempre stata la mia ambizione correre in Ferrari. Per questo sono molto grato a Vijay Mallya per avermi concesso questa opportunità. Dal canto mio spero di aver aiutato la Force India a crescere e ad essere al punto giusto per soddisfare le loro ambizioni. Ora sono un team competitivo e faccio loro tanti tanti auguri" - queste le prime parole del pilota romano. (eurosport.yahoo.com)
È ufficiale: Giancarlo Fisichella prende il posto di Luca Badoer sulla Ferrari. L'annuncio è stato dato da un comunicato della Force India, poi confermato da un'altra nota del Cavallino. Fino al termine della stagione Fisichella correrà al posto di Luca Badoer, attuale sostituto del convalescente Felipe Massa ma deludente nei GP di Valencia e Spa. Il romano sarà anche pilota di riserva per Maranello nel 2010 e ha già raggiunto Maranello, dove sta provando il sedile e provando alcune regolazioni coi tecnici. "È vero che è sempre stata la mia ambizione correre in Ferrari. Per questo sono molto grato a Vijay Mallya per avermi concesso questa opportunità - le prime parole dell'italiano - dal canto mio spero di aver aiutato la Force India a crescere e ad essere al punto giusto per soddisfare le loro ambizioni. Ora sono un team competitivo e faccio loro tanti tanti auguri. Ancora stento a credere al fatto che si stia realizzando il sogno della mia vita e per questo voglio ringraziare la Ferrari e il suo presidente, Luca di Montezemolo. Nell'ultima settimana mi sono accadute delle cose incredibili: la pole e il secondo posto di Spa e ora la chiamata della Ferrari per correre nelle cinque gare che restano fino alla fine della stagione. Darò il massimo per ricompensare la scuderia per la grande opportunità. So che non sarà facile ma ce la metterò tutta per ottenere i migliori risultati possibili. Ci tengo a dire che mi dispiace molto per Luca: so quanto ci tenesse a correre a Monza alla guida di una Ferrari perchè per un pilota italiano è il massimo poter guidare una Rossa davanti ai nostri tifosi". "Abbiamo scelto Fisichella perché ci aspettiamo un importante contributo in questo finale di stagione - ha dichiarato il responsabile del Cavallino Stefano Domenicali - Giancarlo ha dimostrato nel corso della sua lunga carriera di essere veloce e competitivo e siamo lieti di poter comunque schierare un pilota italiano nella nostra gara di casa. Ci teniamo a ringraziare Luca Badoer per lo spirito di squadra che ha dimostrato in questo frangente, ci dispiace che non abbia potuto dimostrare il suo valore in queste due ultime gare, affrontate in condizioni che sarebbero state molto difficili per chiunque". Fisichella, 36 anni, ha disputato 225 GP con tre vittorie (Brasile 2003, Australia 2005 e Malesia 2006), quattro pole e due giri veloci. Ha inziato dalla Minardi e ha poi corso per Jordan, Benetton, Sauber, Renault e Force India. La sua migliore stagione è stata il 2006 quando arrivò quarto nel Mondiale su Renault. (Fonte: Gazzetta dello Sport)

2.9.09

Mondiali di boxe: risultati prima giornata

Decisamente il richiamo di Roberto Cammarelle è di quelli forti. Al Palaforum di Assago, nella sezione serale della prima giornata, il gigante di Cinisello Balsamo rappresentava l’attrazione principale, tanto più che non si trattava di un debutto soft, ma di una prova da non sottovalutare. Il giovane statunitense Michael Hunter anche se escluso dai Giochi di Pechino, non era certo uno sconosciuto e nel suo clan l’opera di convincimento a poter creare la sorpresa era stata forte. Ma oggi contro il campione del mondo e olimpico, non è facile passare. Infatti Cammarelle si è imposto con un netto 8-1 che lascia capire quanta strada deve ancora fare prima di poter far diventare realtà il sogno. Ugualmente non si è trattato una passeggiata. La vittoria dell’azzurro non è mai stata in dubbio: 4-1, 6-1 e 8-1 numeri che mettono in risalto la capacità di leggere l’incontro da parte di Cammarelle. “Ho gestito il match, pensando che il torneo è lungo e il difficile arriverà in semifinale quando dovrei affrontare il bulgaro Pulev, secondo i pronostici. Hunter ha cercato di buttare il confronto sulla bagarre e in un certo senso ci è riuscito, visto che mi ha fatto sanguinare il naso, sa pure con un colpo sporco. Ma non è andato oltre. L’americano è coraggioso, lo ricordo quando perse a Chicago contro Timurziev con onore. Forse dovrebbe combattere senza ricorrere ai trucchetti come legare, colpire dopo il break, cose che lo dimensionano”.
Adesso un lungo riposo, fino al 7 senza combattere. Va bene così?
Per niente, il calendario è da rivedere assolutamente, anche nel rispetto dei pugili. Una sosta così lunga è nociva per tutti. Tanto più che dopo si combatterà ogni due giorni e nella parte finale due giorni a fila. Non ha senso. Sono cose da cambiare. Sono venuto ai mondiali per combattere e non per fare lo spettatore e poi gli straordinari”.
Un po’ di nervosismo al debutto?
Certo, mica siamo macchine. Combatto nella mia città, il pubblico è tutto per te, come non sentire emozione? Infatti, quando ho guardato in alto mi sono detto che non potevo deluderli. D’altronde sono il favorito e punto a bissare l’oro di Chicago”.
Che il pubblico fosse tutto per Cammarelle non c’era dubbi, l’aspetto confortante è che sono arrivati più di mille per il mancino plurititolato.
Evidentemente – scherza ironico – ho tanti parenti. Intanto hanno vinto anche Picardi e Vangeli a conferma che siamo una squadra forte e lo dimostreremo nel corso del torneo”.
Hunter da atto di aver perduto con un grande campione: “Ci ho provato in tutti i modi – conferma il giovane americano – ma Cammarelle è troppo bravo. Se attaccavo mi anticipava, se chiudevo portava montanti pesanti. Non sarà facile batterlo”.
Ha destato grande impressione il giovane (24 anni) gigante cubano di Guantanamo, Erislandy Costilla Savon che ha pure smentito di essere parente di Felix Savon, il mitico quattro volte vincitore ai mondiali. In meno di 2’ ha costretto alla resa il pallido gallese Wal Jones, che a 28 anni sembrava un novizietto alle prime armi. Preso in velocità dal caraibico, non ha saputo allestire alcuna difesa, vittima di una pochezza che ha messo in risalto le doti di velocità di questo atleta snello, alto 1.90 che sicuramente sarà l’avversario più difficile per il cinese Chen Zhang che dovrebbe trovare in semifinale. Cammarelle richiesto di un pronostico ha detto che vede il cubano finalista.
Gli altri protagonisti della serata: il bulgaro Pulev facile vincitore dell’albanese Hysa, addirittura senza combattere ha vinto l’ucraino Kapitonenko, mentre un po’ a sorpresa il rappresentante delle Isole Vergini, Laurent che aveva all’angolo l’ex mondiale dei medi, Julian Jackson, avversario del nostro Cardamone, ha avuto la meglio sul nigeriano Ehwarieme, fisico splendido ma poca resistenza. Dopo esser partito bene, si è fatto raggiungere dal meno elegante ma più concreto avversario. Avanti anche il cinese Zhang e il russo Sergeev, senza incantare.
La prossime fatiche dei supermassimi sono fissate al 7 settembre, lunedì prossimo e Cammarelle dovrà vedersela con lo sloveno Urbanc, che ha battuto il modesto serbo Stankovic.
Al mattino si comincia con i mosca, dove milita il nostro Vincenzo Picardi, una delle punte azzurre, bronzo mondiale e olimpico. L’esordio, sulla carta non è da sottovalutare. L’azero Nihat Seydov, diciottenne emergente, alto e buon colpitore, si presentava con buone credenziali. Per sua sfortuna incrocia un Picardi, che non impiega troppo tempo a scaldare il motore e dopo il primo round, il 6-1 per l’italiano specchia il giusto avvio per un match incanalato tatticamente nel modo migliore. Picardi ha giocato sul tempo, contro un rivale che si è dovuto inventare attaccante per cucire lo svantaggio, tattica suicida per un rimessista come Vincenzo che ha continuato a incamerare punti senza rischiare troppo. Alla fine, un emblematico 17-2 fotografa la situazione in maniera esatta. Picardi tornerà a combattere venerdì nella riunione del mattino, affrontando il giovanissimo argentino Fernando Martinez che si è imposto senza problemi sull’australiano Andrew Maloney, ancora tenero per impegni di questo tipo. Martinez è un attaccante molto deciso, usa il montante e avanza sempre. Sicuramente venderà cara la pelle, ma il Picardi visto in avvio ci pare superiore. “Avevo bisogno di scaldarmi – ha detto dopo la vittoria il campano – e all’inizio ho voluto capire che tipo di boxe esprimeva l’azero. Problemi non ne ho avuti. Nella terza ripresa mi sono limitato a muovermi colpendolo solo in sicurezza. Sono soddisfatto, sto bene e contava debuttare nel modo giusto”. Damiani sorridendo esclamava: “Dottore, devi visitarmelo. Finito il match gli ho chiesto come stava e mi ha risposto: tutto benissimo. Solitamente ha qualche doloretto, sono preoccupato. Scherzo, mi è piaciuto e penso che sia il Picardi di Chicago e Pechino”.
Il confronto d’apertura ha visto il messicano Avila, più concreto e tempista, sfruttare il maggiore allungo, tenendo testa al forcing di Byrd che si lancia in avanti ma con poca lucidità. Finisce 14-12 per Avila, pugile di 23 anni, molto abile. Vince con più chiarezza anche il pakistano Muhammad Waseem nei confronti del tajko Oraz Avzalshoev, imponendo il miglior fraseggio tecnico e la consistenza dei colpi. Netto il punteggio di 13-7.
Di rilievo la vittoria dell’irlandese Gerraghty, che non fatica nel tenere a distanza il quotato ghanese Manyo Plange, numero nove per l’AIBA, sconfitto 12-5.
Sul filo dell’equilibrio il derby d’Africa tra il nigeriano Anu Michael e il keniano Benson Gicharu, mancino dalle lunghe braccia, che dopo una partenza in salita cercava il recupero che purtroppo sfiorava soltanto. Vittoria di Michael 11-10. Per trovare il vincitore tra il mongolo Nyambayar e l’indiano, in falsa guardia, Mayengbam, brevilineo che si affida alla sventola sinistra, dapprima fuori bersaglio poi sempre più centrata, capace di recuperare il gap di tre punti, finendo 10-10, ma lo score lo puniva a favore del più lineare Nyambayar, che soffre gli attacchi violenti.
Esibizione del russo Misha Aloyan, fresco ventunenne, nato a Novisibir in Siberia da famiglia armena, capace di eliminare Balakshin, ma ignorato ad alto livello. Sarà bene tenerlo d’occhio perché arriverà nelle zone alte. Contro il burundiano Yaya Runanga è stato un semplice allenamento, col russo che ha sciorinato tutto il repertorio, mostrando ottimo gioco di gambe e grande varietà di colpi. Alla World Cup di Mosca, ha battuto il nostro Picardi in semifinale e potrebbe ritrovarlo ancora in semifinale, essendo entrambi nella parte bassa del tabellone. Sono passati al turno successivo, nei 16° anche l’armeno Gizhlaryan di misura (11-9) sul kazako Usenaliev, come il cinese Chao Li ai danni del giapponese Misu (18-2), inferiore ma anche poco premiato dai giudici.
Nel turno pomeridiano, va bene anche al superleggero Dario Vangeli, contro l’inconsistente Carl Hield, delle Bahamas, fisicamente ben costruito, tecnicamente tutto da inventare. Vangeli trova subito il bandolo della matassa con tre azioni semplici ma concrete, e si porta avanti 3-0. Poi il meccanismo si inceppa e il mancino leccese cade nel vecchio difetto di iniziare l’azione col diretto destro (è mancino) facendolo seguire dal sinistro, dimenticandosi di chiudere col terzo colpo. In questo modo l’azione si fa farraginosa e il punteggio ristagna. Damiani e Bergamasco si sgolano ma l’azzurro non sente. O meglio, ogni tanto si ricorda dei consigli e confeziona l’esecuzione giusta, aumentando il vantaggio fino ad un tranquillo 9-3, che segna il debutto vincente per Vangeli, che comunque si deve rendere conto di non farsi trascinare dall’enfasi. Basta controllare col destro più deciso e avrebbe fatto meno fatica, ottenendo migliori risultati. Adesso lo attende il ghanese Dawson che ha più esperienza e un fraseggio tecnico di ben altra consistenza. Non è un match impossibile, ma ci vuole un Vangeli con le idee chiare, decisamente migliore di quello visto al debutto. Degli altri incontri, si presenta bene l’australiano Qamil Balla, l’elemento più esperto della squadra, che ha soggiornato a lungo in Italia. Il più basso boliviano Mantilla Luis non ha le armi per scardinare la buona difesa di Balla, che approda al successo senza troppe difficoltà. Non bello ma combattuto lo scontro tra il giordano Farai Almatboli, brevilineo forte anche se dal fraseggio tecnico limitato, ma appena sufficiente per tenere a freno il colombiano Oscar Torres, che ha cercato più il match, purtroppo con poco successo. 11-9 per Farai. Delude il giapponese Kawaki, bronzo a Chicago, dopo aver battuto i migliori, dal thailandese Manus Boonjumong al dominicano Diaz e l’armeno Hambadzumyan, attuale campione d’Europa, che ha passeggiato contro il costaricano Freiser (15-2), in questa occasione il mancino orientale è parso lento e remissivo contro il non irresistibile lituano Kavaliauskas, mobile e più deciso, che nonostante un richiamo per colpo basso, che gli è costato tre punti, ha rimontato e poi vinto 8-5. E’ la prima esclusione di un aspirante al podio. Si è visto anche il turco Onur Sipal, vincitore ai Giochi del Mediterraneo, vittorioso sul tenace messicano Agaton, impostato sullo scambio serrato poco curandosi della difesa. Il turco è sempre un brutto cliente da affrontare, molto muscolare. Ma è anche un libro aperto e di fronte all’armeno Hambardzumyan, il prossimo avversario, difficilmente dovrebbe cavarsela. Il primo ko della giornata l’ha centrato l’ucraino Klyuchko, vecchia conoscenza nei leggeri, dove ha raggiunto il bronzo europeo nel 2006. E’ al debutto nei 64 kg. e si è presentato di forza. Sahatov del Turkmenistan ha cercato di evitare la lotta serrata, muovendosi molto sulle gambe, ma al terzo round, ormai stanco è stato centrato da un preciso destro al plexus, e lo stop è stato immediato.
In questa categoria alcuni perdenti hanno lasciato buona impressione. Tra questi l’albanese Albi Sorra (19 anni), battuto netto dal coetaneo kazako Svayev (16-4), dall’esperienza decisamente superiore, ma difesosi bene, sempre in linea, purtroppo carente sul piano muscolare.
Dopo il mosca Mayengbam, superato al barrage, l’India perde anche nei 64 il proprio rappresentante, il brevilineo Manoj Kumar, incapace di trovare nella prima parte, il bersaglio sul più alto e mobile brasiliano Myke Carvaho. Il generoso serrate finale dell’indiano lo ha riavvicinato fino ad un punto, ma non è bastato. Decisamente sfortunata questa grande nazione. Vanno avanti anche il mongolo Uranchimeg che ha battuto il giovanissimo slovacco Gloner e il georgiano Gvamichava su Colin delle Mauritius.
Non ha tradito le attese il baby USA Frankie Gomez, classe ’92, ottimo fra gli jr. che ha imposto i diritti di una classe superiore al bielorusso Bakarura, otto anni più anziano, sempre bloccato appena accennava ad un attacco. Il divario di punti è stato nettissimo e Gomez si propone come uno dei papabili al podio. Importante sarà il confronto col coreano Soo Park, elemento solido, che combatte da professionista, guardia bassa, attendista, boxe sui riflessi, come ha dimostrato contro l’africano del Randa, Birkorimana, bel longilineo ma troppo inesperto per l’orientale.(Fonte: Datasport)

US Open, resistono le azzurre

All'Us Open 2009 proseguono le vittorie delle tenniste italiane: mentre i tennisti dell'Atp si stanno facendo eliminare uno dopo l'altro. Sara Errani ha battuto, nella seconda giornata, l'olandese Arantxa Rus 6-0 6-3. Anche con un problema muscolare al braccio destro l'Azzurra è riuscita a tenere a bada l'avversaria diciannovenne, che aveva partecipato all'ultimo Roland Garros. "Riesco a non sentire dolore soltanto se gioco il rovescio - ha detto la Errani - Per il resto è stato un buon esordio. Lei è solida e se lo scambio si allunga riesce sempre a mettermi in difficoltà". Al secondo turno troverà la svizzera Patty Schnyder. Si è qualificata anche Tathiana Garbin, con un 6-0 6-1 alla wild card Mallory Cecil (Usa). L'azzurra di Mestre affronterà al prossimo turno la vincente del match Alisa Kleybanova-Petra Kvitova. Non ce l'ha fatta Roberta Vinci, opposta alla testa di serie numero cinque Jelena Jankovic: 6-2 6-3 il finale. Gli Azzurri: Fabio Fognini è stato battuto in tre set dal finlandese Jarkko Nieminen 7-5 8-6 6-4. "E' un giocatore d'esperienza che viene fuori alla distanza. Il rammarico più grande è per aver lottato senza essere riuscito ad allungare la partita più di tanto" ha commentato Fognini. Flavio Cipolla ha almeno vinto un set dei quattro giocati contro il francese Julien Benneteau: 4-6 6-1 6-3 6-3. Ha faticato più del previsto contro Olivia Rogowska, la numero uno Dinara Safina 6-2 6-4 (con rimonta nel secondo set). Stasera tocca di nuovo a Flavia Pennetta, contro Sania Mirz. Francesca Schiavone troverà Stefanie Voegele. Ci sarà l'esordio per Rafa Nadal contro Richard Gasquet. E Roger Federer giocherà il secondo turno contro Simon Greul. Venus Williams sfiderà Bethanie Mattek, sua sorella Serena, Melinda Czink. (puntosport.net)

1.9.09

Miami dà l'ok a Massa

Quella di ieri è stata una lunga giornata di visite mediche per Felipe Massa. Il pilota della Ferrari era volato domenica a Miami per sottoporsi ad un'importante serie di controlli con il Professor Stephen Olvey, responsabile della Neuroscience Intensive Care Unit del Jackson Memorial Hospital. I controlli effettuati (test neurometrici e d'impatto, prove di capacità cognitiva) hanno dato un esito positivo così come gli esami alla vista: ci sono tutte le condizioni per poter svolgere l'attività agonistica.
Si rende adesso necessario soltanto un intervento di chirurgia plastica per sistemare la scatola cranica nel punto in cui si era verificato l'impatto con la molla nell'incidente dell'Hungaroring. L'intervento verrà effettuato nei prossimi giorni e, al termine di una breve convalescenza, Felipe potrà riprendere gradualmente la preparazione fisica.

"Sono molto contento dell'esito degli esami" - ha detto Felipe alla redazione del sito della Ferrari prima di salire sull'aereo che lo ha riportato a San Paolo - "Dopo il piccolo intervento che farò nei prossimi giorni potrò finalmente cominciare a fare un po' di palestra per rimettermi in forma e, successivamente, potrò iniziare anche a fare qualche prova sui kart. In pista su una Formula 1? Facciamo un passo alla volta: ora sono concentrato soltanto sulla ripresa dell'attività fisica, che è già un bel passo avanti."
Ovviamente, l'esito degli esami è stato accolto con grande soddisfazione a Maranello, nella prospettiva di poter contare su un Felipe al 100% per l'inizio della prossima stagione agonistica. (Fonte: Sito ufficiale Scuderia Ferrari)

Milano sale sul ring

I test match contro nazioni tradizionalmente fortissime come Cuba - soprattutto - e Stati Uniti, hanno dato risposte importanti, e la nazionale italiana di boxe si presenta come una delle squadra più interessanti ai Mondiali dilettanti, al via al Forum di Assago da martedì primo settembre. Tre le punte di diamante: Roberto Cammarelle, Clemente Russo e Vincenzo Picardi. Ma possono far bene anche Vittorio Parrinello, Alessio Di Savino, Domenico Valentino, Dario Vangeli, Alessandro Marziali, Luca Podda e Gianluca Rosciglione. L'edizione è la numero 15, presenta numeri da record e sperimenta il punteggio trasparente per garantire equità di giudizio.
Centoquarantatrè nazioni iscritte, 623 pugili di 11 categorie che si sfideranno in oltre 600 incontri, dai preliminari alle finali del 12 settembre, precedute da due esibizioni al femminile, per dare il benvenuto al gentil sesso nel pugilato olimpico. L'uomo più atteso è Roberto Cammarelle: campione olimpico e mondiale in carica, per mantenere la cintura dovrà vedersela con i rivali di Pechino e dell'ultimo mondiale a Chicago, dal cinese Zhang Zhilei (ko in finale ai Giochi, ora si è affidato al vecchio marpione Lou Duva) al bulgaro Kubrat Pulev, campione europeo. "Sono io il padrone di casa - avverte Cammarelle, che vive a Cinisello Balsamo - e anche se il Mondiale è più duro di un'Olimpiade, posso solo fare un ''in bocca al lupo'' al mio sfidante perché di sicuro io sarò l'altro finalista".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Clemente Russo, argento olimpico ma campione del mondo in carica: non ci sarà il suo rivale storico Chakhkiev, passato al professionismo. Ed allora il pugile di Marcianise dovrà fare attenzione al cubano Acosta, nell'ucraino Usyk e soprattutto nel russo Mekhontsev. Mentre Picardi, nella categoria mosca, non dovrà confrontarsi nè con il campione olimpico nè con quello mondiale, ma dovrà stare attento al cubano Gonzales e al thailandese Ruenroeng. Per la prima volta negli incontri del Mondiale i punti assegnati dai giudici saranno visibili in tempo reale sul tabellone del Forum. Un mezzo "per fare comprendere la boxe anche ai profani - spiega il presidente dell'Aiba Ching-Kuo Wu - e anche per prevenire scambi di favore o interferenze da parte dei giudici, che vengono a Milano a spese nostre e non delle federazioni nazionali". (Fonte: La Repubblica)