31.8.08

Rossi blinda il mondiale

Passion_Still_Lives_Here_Article Gazzetta dello Sport
"A un certo punto ho anche pensato ad Agostini. Oggi l'ho visto prima della gara, l'ho visto sorridente, ho avuto il uso appoggio e ho vinto...". Valentino Rossi scherza così sulla simbolica vittoria di Misano. Oggi il pesarese ha vinto il GP di San Marino e ha raggiunto Giacomo Agostini a quota 68 successi nella classe regina del Motomondiale. Soprattutto ha praticamente chiuso il discorso per il Mondiale. La seconda caduta di fila di Casey Stoner gli ha praticamente spianato la strada: "Ero partito bene, ma purtroppo Pedrosa mi aveva superato e avevo perso tempo, Stoner è andato forte ma non mi andava via, io tenevo un buon passo, poi l'ho visto scivolare, e così sono sei vittorie".
Valentino si gode il gran lavoro fatto quest'anno: "Abbiamo 75 punti di vantaggio, vuol dire che finora siamo stati veramente forti, non abbiamo mai mollato, e soprattutto abbiamo tenuto sempre la testa alta anche nelle difficoltà - sottolinea Rossi - quest'anno mi sono detto che per battere Stoner ci voleva il miglior Valentino, ho provato a tirarlo fuori, con varie scelte, ma non sei mai sicuro di trovarlo, penso di averlo trovato e sono contento". Il pilota della Yamaha parla anche della caduta del rivale: "Stoner stava spingendo, io stavo andando più o meno come lui e voleva darmi un altro 'tirone', ma se noi siamo a posto non siamo tanto più lenti di lui. Magari Stoner ha provato a spingere un po' di più ed è caduto. Anch'io ho avuto in quella curva delle avvisaglie, l'asfalto era un po' scivoloso".
A vedere Valentino è venuto oggi nientemeno che Diego Armando Maradona. L'ex fuoriclasse argentino del Napoli non ha usato mezze misure: "Oggi sono venuto a vedere un mito vivente, che è Valentino. In Argentina mi devo alzare troppo presto per poterlo seguire, sono stato alle Olimpiadi dove ho visto Ginobili, Messi e Bryant. Mi mancava di vedere dal vivo Rossi. Non sono stato proprio uno sportivo - ha poi ammesso - quando è caduto Stoner.... Gli chiedo scusa, ma è stato più forte di me. Sono venuto qui per veder vincere Rossi e ce l'ho fatta. È sempre di più nella storia, sono contentissimo". A Misano c'era anche Marco Materazzi. Il difensore dell'Inter è un grande amico di Rossi, oltre che suo tifoso. "Tifo per Valentino e per la Yamaha - ha detto il difensore, reduce dal pareggio con la Sampdoria - la difesa dell'Inter ha ballato? A Genova può capitare di subire".

30.8.08

Moto GP: Stoner in pole

Passion_Still_Lives_Here_Article Gazzetta dello Sport
Un altro super Stoner come a Brno. Là vinse Rossi perché Casey cadde dopo pochi giri. Stavolta a Misano l'australiano non vuole più sbagliare. Ci sono da recuperare 50 punti al pesarese, impresa forse impossibile. Però anche domani la Ducati sembra in grande spolvero e senza sbagli la vittoria potrebbe essere alla portata. Stoner non si fa troppe aspettative ma promette battaglia come sempre : "Aspettatevi il mio impegno massimo al 100% - ha detto dopo la pole - ho fatto qualche errore in questa stagione, ma tante altre volte non ne ho commessi". Rossi conferma che domani contro la Ducati non sarà facile. "Sono contento del secondo posto - ha detto - ma qualcosa ancora non va, per questo spero di trovare qualche soluzione nel warm-up. Le cose sono andate bene con le gomme da qualifica innvece con quelle da gara abbiamo ancora qualche problema, che non abbiamo risolto al 100% anche se nell'ultimo run non sono andate male. Però dobbiamo migliorare. Ho provato diverse configurazioni di setting, speriamo di fare un passettino in più per stare vicini a Stoner, ma sono contento del secondo posto. In frenata faccio fatica a fermare la moto. E poi la pista, che a dir la verità non mi piace moltissimo, devo capirla. Ho provato a spingere forte, ho messo dietro Lorenzo. Ma ci manca qualche decimo con le gomme da gara. La tattica? Stoner spingerà molto fin da subito, lui parte sempre bene, vedremo domani". Un passo indietro rispetto alle prove libere, invece, per Loris Capirossi che in gara partirà dalla posizione numero 11. "Ho fatto fatica con le gomme da qualifica - ha detto l'imolese della Suzuki - penso non sia il massimo partire dietro. Però penso positivo, credo che potrò fare una buona gara". Capirossi ha girato con un nuovo telaio, mentre a Motegi (28 settembre) dovrebbe provare il nuovo motore: "La nuova ciclistica è sicuramente meglio - ha detto - mentre per il motore speriamo di provarlo a Motegi. Il nuovo telaio va bene ma c'è ancora qualcosa fare". Quello di San Marino sarà il GP numero 277 della sua carriera: è record. "Cosa prometto per il futuro? Altri 277 GP..."

29.8.08

NBA: il primo iraniano in campo

Passion_Still_Lives_Here_Article Gazzetta dello Sport
Hamed Haddadi sarà il primo iraniano a giocare in Nba. Il centro di 218 centimetri è stato ingaggiato dai Memphis Grizzlies, che hanno ufficializzato l'accordo con l'ex giocatore del Saba Battery BC nella tarda serata di mercoledì senza rivelarne i termini economici.
Ma arrivare a Haddadi, che con la nazionale iraniana ha giocato il torneo olimpico mettendo insieme 16 punt e 10 rimbalzi di media a partita, non è stato facile. Il centro 23enne, che non fu scelto al draft 2004, era nei radar Nba già da qualche mese, ed era salito ancor più alla ribalta dopo i 14 punti di media in due gare messi a referto nella Summer League di Salt Lake City lo scorso luglio, giocata con la maglia della sua nazionale. L'Nba però a Ferragosto aveva proibito alle sue squadre di trattare il giocatore, a causa di una disposizione federale che proibisce a cittadini o organizzazioni statunitensi di avere rapporti d'affari con iraniani.
La settimana scorsa però è arrivato il via libera alla trattativa, firmato dall'ufficio governativo per gli affari esteri, che ha concesso a Haddadi lo stato di free agent, seguito dal nulla osta dell'Nba, che però avvisava le squadre interessate al giocatore di passare per l'ufficio della lega visto che la licenza poneva dei limiti alle modalità di pagamento. Memphis così ha potuto mettere sotto contratto il suo nuovo centro, miglior rimbalzista e miglior stoppatore del torneo olimpico, in cui l'Iran però non ha mai vinto con Haddadi però capace di mettere a referto 21 punti e 16 rimbalzi nella sfida contro l'Argentina, che poi ha vinto il bronzo .

F1: 2° giornata di prove libere

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Felipe Massa è stato protagonista, senza conseguenze, di un fuori pista per il cedimento della gomma posteriore destra della sua Ferrari, nel corso del secondo giorno di test all'autodromo di Monza. Il pilota brasiliano, che aveva percorso 73 giri, è uscito di pista all'altezza della Variante Ascari, alla velocità di circa 200 km/h. L'auto si è arenata prima di sbattere contro le protezioni e Massa è uscito indenne dall'abitacolo.
Al termine della seconda giornata di test sul circuito monzese, il più veloce è stato Nick Heidfeld su Bmw, con il tempo di 1'22''621. Il secondo risultato è di Nico Rosberg (Williams), con 1'22''879, mentre il terzo è di Heikki Kovalainen. Quarto si è piazzato Sebastian Vettel (Scuderia Toro Rosso), mentre solo quinto il ferrarista Felipe Massa, con 1'23''445, seguito da Fernando Alonso (Renault). Ottavo Trulli.

28.8.08

Massa il più veloce

Passion_Still_Lives_Here_Article SportMediaset
Due gare cruciali in arrivo. Nemmeno il tempo per archiviare il Gp di Valencia e i team sono tornati in pista per preparare l'ultima parte di stagione. Non stupisce più di tanto trovare davanti nel primo giorno di test il brasiliano della Ferrari Felipe Massa. Suo, in 1.23.428, il miglior crono di giornata con una F2008 che non ha dato problemi. Secondo tempo per Kovalainen su McLaren, terzo Rosberg su Williams.
Il brasiliano ha percorso 101 giri, ha effettuato tre long run, lavorando sull'assetto da utilizzare per il Gran Premio d'Italia, in calendario il 14 settembre. Solo 79 giri per il finlandese di Mclaren Heikki Kovalainen, che ha chiuso a soli 9 millesimi dal ferrarista e, attaccato ai due, ha terminato la sua giornata Nico Rosberg.
Continua il momento positivo per la Toro Rosso. Quarto di giornata Sebastian Vettel, mentre è soltanto settimo Nick Heidfeld. La Bmw, a differenza della maggioranza dei team, si è concentrata anche sulla preparazione di Spa. Il tedesco si è dedicato alla valutazione di sospensioni, aerodinamica e rapporti del cambio. Sia lui che Massa saranno in pista anche nella seconda giornata.
1. Massa Ferrari 1:23.428 (101 giri)2. Kovalainen McLaren-Mercedes 1:23.439 (78)3. Rosberg Williams-Toyota 1:23.461 (60)4. Vettel Toro Rosso-Ferrari 1:23.691 (99)5. Barrichello Honda 1:23.827 (85)6. Webber Red Bull-Renault 1:24.005 (96)7. Heidfeld BMW Sauber 1:24.075 (77)8. Liuzzi Force India-Ferrari 1:24.239 (99)9. Trulli Toyota 1:24.510 (92)10. Piquet Renault 1:24.546 (117)

27.8.08

"Oggi mio nonno sarebbe felice della sua Torino"

Torino 2006_Scatti Olimpici & La Stampa di Torino
Cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali dell'era moderna. Stadio Olimpico Grande Torino, figura di uomini a simulare un salto dal trampolino di Pragelato. Segmento cerimonia per riprese aeree. Immagine archivio Luca, size high 3,57 MB.
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Fino a qualche tempo fa, quando dicevo all’estero
che ero di Torino, mi guardavano con aria perplessa. Non sapevano dove fosse Torino. Ora la conoscono, e ci conoscono, tutti. Mi sembra che le Olimpiadi abbiano regalato ai torinesi una sensazione nuova. L'opportunità di sentirsi al centro del mondo. E' bello, persino per delle persone discrete e in fondo schive come noi.Per troppo tempo chi è vissuto a Torino ha avuto il sospetto, qualcuno dice il complesso, di stare in un angolo. Appartato. Quasi invisibile. Ma non è più così e i Giochi Invernali sono la testimonianza di un cambiamento e magari anche la fine di un alibi. Torino «è» viva e vitale. Questa metropoli misteriosa, sotterranea e nascosta è venuta finalmente fuori, felice di incontrare il mondo, preoccupata ma anche smaniosa di fare bella figura. Mi immagino quanto sarebbe contento oggi mio nonno, nel vedere la nostra città invasa da luci e colori, e attraversata da tanti stranieri sotto lo sguardo orgoglioso dei torinesi, capaci di esprimere con sobrietà la propria contentezza. In queste ore tutto il suo interesse sarebbe rapito dai tedofori illustri. Vorrebbe sapere chi corre con la fiaccola, come è vestito, perché lo fa, e soprattutto se ce la fa... Sarebbe rimasto stupito dall'incredibile partecipazione degli abitanti, che hanno seguito il percorso della fiaccola olimpica con un entusiasmo di cui essi stessi, forse, non si ritenevano capaci.Mi piace ricordare che non siamo in festa per un pretesto finto o retorico. Le Olimpiadi esprimono valori forti. Uno su tutti: la competizione armonica. Le varie nazioni sono qui per sfidarsi, nel rispetto di regole condivise. Una lezione sempre attuale, ma ancora di più oggi, in un mondo globale dove si lotta tutti contro tutti e le regole, quando ci sono, vengono spesso disattese.L'Evento è qui, ora. E la città che le Olimpiadi illuminano e proiettano in tutto il mondo non è una località secondaria e beneficiata da improvvisa fortuna mediatica, ma la culla del Risorgimento, dell'industria e della cultura italiana. Ricordarci la sua grandezza non è un peccato di orgoglio, ma lo stimolo a essere sempre degni della sua storia.

26.8.08

Phelps: "sfiderò Bernard nei 100"

Beijing 2008_Gazzetta dello Sport
Lo Squalo olimpico esce dall’acqua e comincia a godersi la gloria. Una gloria imperitura: ricca di 14 ori solo olimpici, impensabil oggi — per un altro sportivo del globo di qualsiasi altro sport. Michael Phelps (insieme a Bolt) ha reso indimenticabile l’Olimpiade cinese col suo filotto memorabile. Dentro c’è l’impresa che pareva impossibile da realizzare (eguagliare il record di 7 ori di Mark Spitz a Monaco ’72): l’americano ha dimostrato che in piscina non ci sono più limiti. Lo Squalo ha cominciato il suo giro del mondo lasciando la Cina per l’Europa, ma sta per rientrare alla base, nel Michigan, come un astronauta che è stato sulla luna. E un astronauta (Thomas Stafford) l’ha conosciuto davvero dopo i trionfi in serie. Niente gare fino a gennaio se non quelle promozionali. Un fenomeno da cento milioni di dollari? Lo staff di manager coordinato da Peter Carslile ci lavora alacremente. Il campione più desiderato dalle donne? Ormai il gossip gli accosta una fidanzata dietro l’altra: l’ultima in ordine di apparizione è la triolimpionica Stephanie Rice. Phelpsmania: e siamo solo all’inizio.
Aveva detto che neanche oscurando Spitz sarebbe cambiato?
"Vorrei rimanere la stessa persona, che si emoziona ancora a gareggiare per la bandiera. Tutti mi dicono che sono il migliore di sempre e io vorrei nuotare ancora".
Ma ha già chiesto al suo allenatore Bowman un lungo break.
"Sì, ne abbiamo bisogno tutti e due: abbiamo completato un grandissimo lavoro".
Come potrà trovare adesso nuove motivazioni?
"Scoprendo nuove gare e sensazioni, c’è sempre qualcosa di nuovo anche se il nuoto può sembrare un su e giù per le vasche. Nelle virate si può ancora limare tanto. Il mio difetto è che se vinco voglio vincere sempre di più".
E’ stato il serbo Cavic alla fine ad impegnarla di più...
"Be', ho tremato nei 100 farfalla, me la sono presa comoda nella prima vasca ma ero provato dalla stanchezza e pensavo più a Crocker che al serbo. Sì, ammetto che sono stato fortunato a toccare meglio".
Ora lo dicono anche le immagini.
"So che i superficiali possono pensare che l’Omega abbia manomesso il cronometro: ma come si fa in diretta...?".
Se avesse perso quella gara avrebbe comunque eguagliato Spitz.
"Non smetterò mai più di ringraziare i compagni delle tre staffette.In questo aveva ragione Mark: il record si può fare solo con le staffette. Poi certo Lezak ha fatto due cose eccezionali".
Anche lui, come lei, aveva la rabbia di Atene.
"Non c’è niente che non si possa rifare. E’ stata dura ma sono stati giorni davvero perfetti".
In acqua cosa non le piace fare?
"Nuotare la rana: la odio, come perdere".
E qualcosa che non ha mai fatto e vorrebbe, a questo punto?
"I 50 stile libero: so che l’allenatore non la considera una gara per me, ma ormai nel nuoto voglio solo divertirmi e fare meno fatica: non farò più i 400 misti che mi divorano l’anima, forse i 200 misti dove penso che Lochte diventerà il numero uno".
E i 100 stile libero?
"Be', uno come Bernard mi carica: ho sfiorato il suo record mondiale di un centesimo, potrebbe essere una bella sfida a Roma. E poi ci sono tanti avversari. Sì, rispetto molto anche il vostro Magnini che a Montreal mi lasciò quinto. Adesso però il nuoto è fuori dai miei pensieri. Comunque sì, voglio andare ancora al massimo: stavolta nella velocità".
Qual è la cosa più strana che vorrebbe fare adesso?
"Non ho ancora deciso cosa fare davvero con tutti questi impegni. Di sicuro non vedo l’ora di tornare a Baltimore dai miei amici e dalla nipotina".
La persona più importante che ha sempre sperato di incontrare?
"Tiger Woods: vorrei chiedergli come si fa a gestire adesso la popolarità e l’arrivo di tanti soldi. E poi Michael Jordan, che ha cambiato davvero il basket".
A Londra completerà il suo ciclo olimpico. E poi?
"Vorrei lavorare nel management, col mio manager cercherò di sfruttare le opportunità legate all’effetto di questi risultati".
Non farà come Spitz, dunque, che si tufferà a Hollywood?
"No, non mi piace il cinema. Preferisco gareggiare più che recitare".
Cosa non dimenticherà del Villaggio?
"Le sfide a carte con Lochte: anche quelle mi hanno caricato per andare al massimo".

24.8.08

Damiani, il fascino dello sport genuino

Pechino 2008_Repubblica
"Roberto, ascoltami... Tutte le sicurezze che ha in corpo adesso sono qui... Vai, vai che fra due minuti sei campione olimpico". Maestro di pugni, psicologo, paterno, spettacolare, istrionico. E' lui, il vero grande protagonista dell'Olimpiade azzurra della boxe: Francesco Damiani, già argento olimpico a Los Angeles, oggi manager della nazionale di boxe: tre medaglie con sei iscritti. Ma anche uno show continuo all'angolo dei pugili italiani; un divertimento unico starlo a sentire negli intervalli tra un round e l'altro. Perché Francesco ne dice di bellissime e, nello stesso tempo, spiega e chiarisce quello che è successo e quello che succederà. Questa sera, però, nella palestra dei lavoratori di Pechino, non c'è stato bisogno di tattica. Cammarelle ha sistemato il problema cinese alla prima ripresa con un gancione che ha messo a tacere le velleità di Zhang Zhilei. E, allora, non essendoci nulla o quasi da spiegare, Damiani si è lasciato andare alla sua indole entusiasta e romagnola. Fine della prima ripresa e Cammarelle arriva all'angolo sul 5-1 a suo favore. A bordo ring, con Damiani, c'è quel signore bassetto e bene in carne che molti avranno visto in televisione. Quello è il Ct della nazionale azzurra di pugilato, non uno qualsiasi. E' russo e si chiama Vasilij Filimonov, uno che la boxe la insegna da decenni. Vasiliji, dunque, prova a esercitare il suo ruolo e comincia a urlare con voce stridula e accento russo qualcosa come: "Bravo Roberto, bravo Roberto. Ora avanti e colpisci, avanti e colpisci". L'azzurro lo guarda interrogativo, Damiani lo guarda e basta e il russo, nonostante, teoricamente sia più alto in grado, si tace. Allora Damiani assume la posizione che preferisce: dentro il quadrato, spalle verso il centro del ring, vis a vis con il suo ragazzo e, agitandogli le manone in faccia, gli urla: "Non farlo venire avanti, deve avere paura di venire avanti". E poi, con sintesi estrema quanto efficace: "Su le mani... E quando meni, meni". Cammarelle non ha proprio problemi a far paura al cinese. Zhang Zhilei, che pure è alto due metri, dopo i primi sganassoni capisce che non è aria. Ogni volta che si avvicina, Roberto lo prende con facilità e Damiani, all'angolo gongola. Tra la terza e la quarta ripresa Filimonov prova ancora a parlare di tecnica. Questa volta Damiani gli dice proprio: "Stai zitto, tu" e poi si rivolge a Cammarelle e gli fa il conto alla rovescia: "Te l'avevo detto che finiva come con l'altro, questo lo metti ko. Due minuti e sei medaglia d'oro". Cammarelle va, sistema il cinese prima del limite e torna ancora all'angolo. Questa volta anche Filimonov esulta e gli dà delle tremende pacche sulla testa gridando: "Bravo, bravo... Very good". Damiani, invece, prima salta giù dal ring esultante, poi risale gli balza in braccio a Cammarelle e comincia a gridare, ritmato: "Ro-ber-to, Ro-ber-to", uno spettacolo. Nel dopo incontro, Damiani è strafatto di stanchezza, dedica l'oro alla sua signora, poi confessa: "Non ce la faccio più a stare a bordo ring. E' stata una sofferenza. Parlerò con il presidente federale perché mi permetta di andarci solo ogni tanto". C'è da augurarsi che non succeda, la boxe perderebbe gran parte del suo fascino.

La torcia brillerà nel cielo di Londra

Torino 2006_Corriere della Sera
E' finita un'altra avventura olimpica. La più contrastante, dicotomica. La nostra prima Olimpiade seguita "via" web grazie a questo blog, cui vi ringraziamo per le innumerevoli visite di questo intensissimo agosto. La prima tappa dopo la nostra esperienza invernale, non virtuale, bensì reale e tutta italiana, di Torino 2006. Capiamo con dolce emozione quei 90.000 volontari, non si tratta di una frase fatta: esserci è davvero un'altra cosa. Si chiudono delle olimpiadi che dal punto di vista sociale, umano e politico abbiamo raccontato in punta di piedi con piccoli ma efficaci rimandi o segnalazioni. Ci è parso giusto sottrarci a qualcosa che in questo sito non era e non è nostro per tematica. Abbiamo lasciato a questo spazio la cronaca sportiva, quella si, abbondante e, speriamo, di vostro gradimento. Ciò non emargina e non comprime le nostre opinioni personali, i convincimenti che abbiamo tracciato con la giusta sobrietà senza coprire quello che non deve esser "oscurato" e raccontando quello che anima, o dovrebbe animare tutti noi, lo spirito olimpico e le imprese ad esso relative. Può sembrar retorica, vi garantiamo che non è così. Scrivo io come se scrivesse Antonella, sapendo con viva lucidità e consapevolezza che chi ha provato quelle emozioni, per l'appunto olimpiche, scriverebbe ciò, condividerebbe in buona parte quanto qui da me detto. L'importante è ritagliarsi un proprio spazio, un angolo di mondo in quell'universo di civiltà e di colori, il tutto con la propria moralità e la determinazione delle emozioni, delle imprese, delle istantanee da regalare a noi stessi e ai propri posteri. Questo, ma solo in parte, è anche ciò che può significare un'olimpiade. Il resto potrebbe esser raccontato in righe e frasi di indubbia lunghezza e certo contenuto intrinseco. Si va a Londra passando per Vancouver 2010, ci lasciamo dietro una bella organizzazione olimpica (per quanto visto da casa) con innumerevoli contraddizioni che si alternano nella omogenea e costante certezza dello splendore del pubblico cinese. Che questi Giochi siano il motore di una nuova alba non solo cinese ma anche per il resto del mondo che tanto civilizzato in fondo non lo è.
Imprese, amarezze, delusioni, ingiustizie, beffe, esultanze, inni nazionali, foto, immagini, un archivio storico sportivo che noi abbiamo nel nostro umile piccolo contribuito ad arricchire. Pechino 2008 per noi non finisce qui, nei prossimi giorni ancora qualche post attinente le XXIX Olimpiadi dell'era moderna poi lasceremo il passo ad altro... tanto per cambiare allo sport vissuto e regalatoci. L'Italia chiude nona nel medagliere, poteva andare meglio ma poteva anche andare peggio. Spicca (ma chi nutriva dubbi?) la Cina, un po' in flessione nel medagliere gli Usa, molto bene il Regno Unito che compie un balzo impressionante e tutto in avanti. Ecco, per me la vera superpotenza emergente di questo medagliere è proprio il Regno Unito. Un'organizzazione a cui ispirarsi e prendere quindi validi spunti, "devastanti" in chiave Londra 2012. La Russia ha rialzato la testa nella seconda settimana, mentre nella prima lottava con la meno quotata Italia. Noi abbiamo evitato il sorpasso dei cugini francesi e della emergente Spagna. Chiudiamo tra le prime dieci nazioni del mondo, in flessione ma sempre tra i primissimi con la necessità di ricominciare dalle scuole. C'è con tutta probabilità un nesso tra più variabili non solo sportive che, però, influenzano anche i risultati che poi prendon forma nel sudore di un ring (a proposito: quanto ho tifato Cammarelle, ma quanto mi è dispiaciuto per la simpatia di Clemente Russo) o nel perimetro silenzioso di un tatami. Occorre riflettere, perchè se questa Italia con tanti problemi riesce a far ciò è un chiaro ed ulteriore segnale delle nostre indubbie qualità ed eccellenze. Servirebbe una spinta univoca per rendere al massimo tutto ciò, nel modo più efficiente. Un plauso al CONI e alle Federazioni per gli sforzi che hanno fatto nel tenere i nostri colori tra i primi posti nel mondo sportivo e... un grazie per le emozioni regalateci dai nostri atleti, prolungamento naturale di un popolo e di una comunità nel mezzo di una polveriera tremendamente pacifica, irrimediabilmente storica e diabolicamente carismatica.
Si spegne il tripode del Bird's Nest di Herzog & De Meuron per riaccendersi là dove la tradizione vuole che si compia quell'eterna staffetta olimpica patrimonio di popoli e del mondo. A noi nel nostro privato interpretarla sempre al meglio e custodirne il ricordo.
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Chiusi i Giochi della XXIX Olimpiade, Pechino passa il testimone a Londra 2012. La cerimonia, iniziata alle 14 (ora italiana) ha visto la grande festa degli atleti che hanno invaso insieme il centro dello stadio Olimpico dopo lo spettacolo di chiusura (più sobrio e meno lungo di quello di apertura, ma sempre emozionante). Quindi c'è stata la premiazione della maratona. Un po' di tristezza da parte italiana: quattro anni fa l'onore dell'ultima medaglia, consegnata personalmente dal presidente del Cio Jacques Rogge, toccò a Stefano Baldini. Ora sul gradino più alto del podio è salito meritatamente il keniano 21enne Samuel Kamau Wansiru.Sono stati i fuochi artificiali ad aprire l'ultimo atto dell'Olimpiade di Pechino. Sessanta figure rotanti e luminose, tamburi volanti sospesi in aria, un trionfo di colori mentre altri figuranti saltano ai lati: erano 7 mila le persone impegnate nel gran finale. Appena finito lo spettacolo, il rigido protocollo delle bandiere nazionali - prima la Grecia, ultima la Cina, per l'Italia il tricolore è stato portato da Clemente Russo - poi è toccato agli atleti entrare insieme, senza più distinzioni tra nazioni. «I Giochi sono giunti alla conclusione con successo. Nel momento in cui cala il sipario, unitevi a me nell'esprimere sincera gratitudine al Cio, agli atleti, agli Stati partecipanti e a tutti gli amici che hanno contribuito alla riuscita di questi Giochi», ha deto Liu Qi, presidente del Comitato organizzatore. «Il mondo ha riposto fiducia nella Cina. È stata un'Olimpiade tecnologica, ecologica e della gente». Secondo il presidente del Cio Rogge, «i Giochi di Pechino sono stati veramente eccezionali. Attraverso questi Giochi il mondo ha imparato qualcosa in più sulla Cina e la Cina ha conosciuto qualcosa in più sul mondo». Alle 15,24 la fiamma che ardeva da sedici giorni sullo Nido d'uccello, è stata spenta. I Giochi sono ufficialmente finiti. Ma si è riacceso subito l'entusiasmo olimpico a migliaia di chilometri di distanza. A Londra, infatti, il passaggio delle consegne olimpiche è stato occasione di una grande festa per circa 40 mila persone, mentre in tutta la nazione si svolgevano altre cerimonie. Molti maxischermi sono stati montati per poter vedere in diretta la consegna della bandiera olimpica dal sindaco di Pechino Guo Jinlong a quello di Londra Boris Johnson, mentre un coro di bambini cinesi cantava l'inno olimpico in greco. Nello stadio Nido d'uccello è stato presentato il filmato di Londra 2012, poi da un bus a due piani rosso sono scesi la cantante Leona Lewis e l'ex chitarrista del Led Zeppelin Jimmy Page, che hanno eseguito dal vivo Whole Lotta Love, un classico della storica band inglese. Applauditissimo l'ingresso sulla scena di David Beckham: la star della nazione inglese ha calciato un pallone mentre salutava il pubblico di Pechino. A Londra i Giochi della XXX Olimpiade si disputeranno dal 27 luglio al 12 agosto 2012. Le Olimpiadi del 2016 saranno assegnate il 2 ottobre 2009 dalla sessione plenaria del Cio di Copenaghen: in corsa sono rimaste Chicago, Tokyo, Rio de Janeiro e Madrid.

Cammarelle che colpo, è oro!

Beijing 2008_Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Roberto Cammarelle è campione olimpico dei supermassimi, riportando l’Italia sul podio più alto dei Giochi vent’anni dopo Parisi. È stato il giusto epilogo di un match senza storia: il biondo di Cinisello Balsamo che abita ad Assisi con la fidanzata Nicoletta ha surclassato il cinese Zhang Zhilei con una lezione memorabile. La lezione del più forte. Si temeva l’ambiente, si temevano le lunghe leve e la potenza dell’avversario, si temevano i giudici e le famigerate macchinette. Nulla di tutto ciò: il palazzetto presentava molti spazi vuoti e il tifo è stato caldo ma ben lontano dalla torcida attesa. Quanto alle altre due preoccupazioni, ci ha pensato Roberto a smontarle subito dopo il gong: concentrato, rapido, sempre con i fari puntati sul bersaglio, non ha lasciato scampo a Zhang, anticipandolo sempre a due mani, impedendogli di entrare nella guardia con le sue bordate, controllandolo come il gatto con il topo, mettendo colpi precisi che i giudici non potevano ignorare. Un’esibizione di tecnica e tattica che lo ha portato sul 6-1 del primo round, addirittura sull’11-3 nel secondo, con un paio di destri micidiali che senza caschetto avrebbero avuto effetti devastanti sul cinese. A quel punto bastava controllare, Cammarelle non ha mai corso rischi ed ha incrementato il bottino fino al 13-4 di fine terzo round. L’oro olimpico si avvicinava di corsa, all’angolo il c.t. Damiani gli ha solo intimato di mantenere la concentrazione, di non sprecare energie, di continuare a tenere un atteggiamento spavaldo sulle avanzate ormai scomposte del rivale. Poi, dopo 40" dl gong, una combinazione destro-sinistro di Roberto ha messo in ginocchio il povero Zhang e l’arbitro moldavo ha ritenuto giustamente opportuno interrompere il match per l’apoteosi tricolore. In dieci mesi Roberto Cammarelle ha conquistato Mondiale ed Olimpiade, guadagnandosi un posto nell’empireo della categoria più pesante. E’ la 28ª medaglia azzurra dei Giochi, l’8ª d’oro, la terza della boxe dopo il bronzo di Picardi e l’argento di Russo: un bilancio esaltante per i pugni azzurri, frutto di lavoro e programmazione, delle scelte e del peso politico del presidente Falcinelli, dell’umanità e della conoscenza del c.t. Damiani, della metodologia scientifica dell’allenamento del consulente russo Filimonov. Un patrimonio da non disperdere in vista di Londra 2012.

23.8.08

Rabbia e rimpianti anche Russo è d'argento

Beijing 2008_Corriere della Sera & Agenzia Ansa Italia
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Il tabù non si infrange: neppure Clemente Russo riesce a riportare in Italia un oro nella boxe vent’anni dopo Parisi. Il pugile di Marcianise pero potrà consolarsi con l'onore di aprire la sfilata azzurra nella cerimonia conclusiva di domani. Per quanto riguarda il ring, c'è ancora Roberto Cammarelle, impegnato domani pomeriggio (le 10.16 in Italia) nella finale dei supermassimi. Il match con il russo Chakhiev, rivincita della finale mondiale 2007, ha regalato pochissime emozioni e la versione edulcorata del Russo che aveva sorvolato il torneo con grande personalità. Molte tenute, azioni scomposte e pochi colpi veri. Il copione della sfida non è mai cambiato fino al minuto finale. Chakhiev si è mostrato subito leggermente più propositivo, provando a stanare l’azzurro mettendogli pressione, mentre Clemente ha optato per una tattica attendista confidando nella sua rapidità di esecuzione. Purtroppo quasi mai è riuscito ad anticipare il rivale e al termine del primo round si è trovato sotto 2-0 per due colpi isolati. Tuttavia non si è smontato, è risalito 2-2 con un bel sinistro e un destro d’incontro, prima che il duello si incartasse di nuovo in una lunga serie di abbracci e spinte. Il terzo round non ha praticamente proposto azioni degne di questo nome e infatti il punteggio è rimasto inchiodato sul 2-2. Il momento decisivo ad inizio quarto round: Clemente porta un attacco ma è contrato dal rivale, anche se il colpo del 3-2 è quasi invisibile. Qualche secondo dopo, è ancora l’italiano a prendere l’iniziativa, piazza un colpo al corpo ma le macchinette infernali danno il 4-2 alla replica scomposta di Chakhiev. In pratica, è la fine: le mani dei giudici si congelano, ma Clemente pur mettendoci il cuore fa poco per ribaltare la situazione, come invece gli era capitato ai Mondiali. Oro al russo sbagliato, il nostro Russo si abbandona a un pianto di delusione. E’ un’occasione sfumata, il vincitore non è apparso un rivale terribile, ma stavolta al massimo di Marcianise sono mancate la lucidità e la rapidità per disinnescarlo. E la maledizione continua, aspettando Cammarelle. "Ho vinto, ho vinto io e basta». La rabbia di Clemente Russo esce dal ring e finisce sui microfoni. Il pugile campano, sconfitto nella finale dei pesi massimi dal russo Chakhkiev, non si accontenta dell'argento. Troppo fresca la sconfitta. E ingiusta secondo lui: "Il 3-2 suo non c'era; mi ha preso sulla spalla. Non esiste, non esiste. Lui mi stava aspettando, non voleva venire dentro, lo sapeva che perdeva... Ho vinto io. Ho vinto io e basta...". Poi Russo ha continuato: "Abbraccerò e ringrazierò la ministro Meloni perchè mi ha fatto l'in bocca al lupo prima dell'inizio dei Giochi e mi ha portato fortuna. Mi aveva detto che avrei vinto la medaglia ed ho preso l'argento".

Immensa Idem

Beijing 2008_Corriere della Sera
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Tre maledetti millesimi. Troppo pochi per farsene una ragione. Ma comunque un argento che splende come oro, perché Josefa Idem continua a farsi beffe della carta d’identità, e intasca la 35ª medaglia tra Giochi, Mondiali ed Europei da quando gareggia per l’Italia. Una beffa che brucia a caldo, e che, conoscendo il suo perfezionismo teutonico, non la farà dormire per qualche giorno. Poi, forse, riuscirà a godersi lo spettacolo che ci ha regalato sullo specchio d’acqua cinese, dove le sue pagaiate poderose, dopo una partenza lenta, ci hanno fatto emozionare ancora una volta. Vince l’ucraina Osypenko, proprio l’avversaria che Sefi temeva di più, perché, raccontava alla vigilia, era sparita da un po’ di tempo, non si era fatta vedere nelle ultime uscite, e quindi non aveva grossi parametri per capire che tipo di gara avrebbe fatto. Ha vinto in rimonta, dopo essere passata terza ai 250 metri (53"54), dietro alla grande favorita, l’ungherese Katalin Kovacs (53"09), finita addirittura quarta e quindi giù dal podio, e alla stessa Idem (53"36). Sefi ha poi messo la quarta, ed è passata in testa attorno ai 350 metri. Sembrava fatta, perché la Kovacs cedeva di schianto, e la Wagner non riusciva a scalfire il vantaggio dell’azzurra. Ma con un prepotente finale, la Osypenko riusciva a mettere il naso del suo kayak davanti a quello della Idem. Seguivano attimi di trepidante attesa, perché a occhio nudo era impossibile capire chi avesse vinto. Poi la coltellata al cuore: il tabellone si illuminava e indicava l’ucraina come medaglia d’oro per re millesimi, neppure un battito di ciglia. Terza la Wagner (1’51"022) e quarta la Kovacs (1’51"139). Le medaglie azzurre di Sefi ora sono 35: 5 ai Giochi (la prima fu per la Germania a Los Angeles '84), 19 ai Mondiali e 12 agli Europei. Nel K1 500, unica specialità olimpica del kayak singolo femminile, la Idem ha conquistato un bronzo ad Atlanta ’96, l’oro a Sydney 2000 e l’argento ad Atene ’04, oltre a quello odierno. Fantastica, eterna, gli aggettivi non bastano più. Anche se quei tre millesimi sembrano più lunghi dei 44 anni che tra poco compierà.

22.8.08

Sarmiento, son calci d'argento

Beijing 2008_Gazzetta dello Sport
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Peccato, Mauro Sarmiento arriva a un soffio dall’oro, sembra stringerlo quando conduce 4-1 nella finale degli 80 kg, contro l’iraniano Hadi Saei, vincitore dell’oro ad Atene 2004 nella categoria inferiore. Ottiene i 4 punti grazie a due calci alla testa che dimostrano la sua grande tecnica, il suo talento. Poi, il fortissimo iraniano fa valere la sua esperienza, sempre con un leggerissimo anticipo negli attacchi contemporanei. E arriva la rimonta, fino al 6-4 conclusivo. C’è il dispiacere, certo, ma Sarmiento è bravissimo a metterlo da parte per rendere omaggio al suo sport ("Spero che chi finora non lo conosceva possa cominciare ad amarlo2), alla sua città, Casoria ("Lo so, la vita lì è un po’ difficile, c’è la camorra, ma spero di averle dato un calcio. Abbiamo dimostrato di saper fare qualcosa di buono, grazie allo sport"), e alla fidanzata, Veronica Calabrese, anche lei azzurra del taekwondo, un bronzo sfuggito per poco ieri: "E’ tutta la mia vita, metà della medaglia è sua". La cavalcata verso la medaglia ha momenti esaltanti. Sarmiento abbatte due autentici monumento del taekwondo, cominciando dal più grande, lo statunitense Steven Lopez, due volte campione olimpico e quattro volte mondiale. E Mauro, nei quarti di finale, compie un capolavoro, rimontando da 0-2 all’inizio del terzo round. Un calcio al corpo in risposta a un tentativo di Lopez ed è 1-2, poi una penalità allo statunitense per difesa irregolare e si va sull’1-1. C’è bisogno del quarto round, con il golden point. Sarmiento è il più bravo e vendica la sconfitta della fidanzata, Veronica Calabrese, proprio al golden point il giorno prima.Non c’è tempo per fiatare, in semifinale ha di fronte il britannico Aaron Cook, soli 17 anni, junior, che ha già battuto 7-1 alle qualificazioni olimpiche a Manchester, ma che si presenta come il grande talento di questo sport, campione del futuro. Il match è entusiasmante, Sarmiento va in testa, ma è sempre raggiunto, fino al 5-5. Quando mancano 5 secondi alla fine del terzo round, ecco il colpo di classe. Sarmiento fa finta di scoprirsi, provoca l’attacco dell’avversario, ma lo schiva e colpisce. E’ il 6-5 e la vittoria, la sicurezza dell’argento, la speranza dell’oro, che purtroppo non arriverà.

Schwazer, marcia trionfale

Beijing 2008_Gazzetta dello Sport
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Pronti, partenza e via. Così è iniziata la corsa all’oro di Alex Schwazer. Una medaglia d’oro olimpica che ancora una volta viene dalla marcia. Come succede spesso all’Italia. Poche specialità hanno dato ai colori azzurri tanto quanto quella del tacco-punta. L’oro della fatica, per questo spesso ancora più bello ed emozionante. Schwazer non ha solo vinto, ha dominato da vero campione. Ha vinto di potenza, come il muscolo fatto vedere in tv per dimostrare il suo stato di forma, dopo 3 ore e 10' di gara. Migliora il record olimpico di 1 minuto e 20'' con il tempo di 3:37'09''. Stacca gli avversari di oltre due minuti. Tallent arriva secondo in 3:39'27'' e Nizhegorodov terzo con 3'05'' di distacco. Dopo di loro il vuoto vero, con lo spagnolo Garcia quarto a quasi 7 minuti di distanza. Fin dai primi chilometri se n’è andato insieme ai compagni di fuga Jared Tallent e Denis Nizhegorodov. Per quasi 35 km con loro anche il cinese Li Jianbo che però non ha retto il ritmo forsennato dettato proprio dall’azzurro. Alla fine, lungo la strada, li ha fatti scoppiare tutti. Dopo 3 ore e 5 minuti di gara, intorno al 40° chilometro, Alex Schwazer ha deciso di cambiar marcia, nel vero senso della parola, lasciando di stucco i due compagni di fuga. Il primo a cedere è stato l’australiano Tallent (che poi ha recuperato fino ad arrivare secondo, aggiungendo una seconda medaglia al bronzo della 20 km). Poi, tre minuti dopo, è stato il turno del russo. Da quel momento per Schwazer è stato un assolo. Dopo Dordoni (Helsinki 1952) e Pamich (Tokyo 1964), arriva il terzo oro per l’Italia nella gara più dura e impegnativa dell’Olimpiade. Come sempre la marcia riserva ai colori azzurri una delle pagine più belle ed emozionanti della storia dello sport, non solo dell’atletica. E, ancora una volta, c’è lo zampino di Sandro Damilano che ha preparato il marciatore con dovere per una vittoria olimpica. Un lavoro iniziato diversi anni fa (inizio 2005) ma che è davvero partito lo scorso anno con le due prove al mondiale di Osaka. In Giappone Schwazer aveva gareggiato sia nella 20 che nella 50km. La prima per preparare la seconda. Ed è proprio la 50km di Osaka ad avergli fatto capire che l’oro olimpico era non solo alla sua portata ma che poteva essere lui il grande ed unico protagonista di questa gara. E non si è fatto smentire. Lo scorso anno era finito in bronzo con rabbia, con ancora troppe energie in corpo da poter usare a gara finita, come disse anche prima della sua gara di oggi: "Quello che non voglio è finire con rammarico – aveva detto due giorni fa Schwazer –. Qualunque sia il mio risultato vorrei solo finire avendo speso tutto, anche se non dovessi vincere". Ma in cuor suo Alex ha sempre saputo che se le cose gli andavano per il verso giusto, avrebbe concluso la gara da vincitore. E così è stato!

21.8.08

Elisa Rigaudo rompe il tabù atletica

Beijing 2008_Gazzetta dello Sport
XXIX Olimpiadi in tempo reale:
La marcia regala all’Italia una nuova medaglia olimpica. Questa volta è stata Elisa Rigaudo a portare a casa il bronzo dopo una gara condotta in maniera perfetta ed intelligente nella 20 km. Partita la Kaniskina, fin dai primi metri, in solitario (su ritmi da 4 minuti e 15 secondi a km) le avversarie si sono date battaglia per le altre medaglie. Con la russa che faceva gara a sé, premiata con l’oro, nel gruppo delle inseguitrici era la bielorussa Turava a fare la differenza con strappi decisi e forzati. Ai 10 km Elisa Rigaudo sembrava battuta, navigando tra la nona e la decima posizione. Ma sia per le condizioni atmosferiche positive, visto che la cuneense preferisce il clima fresco e non disdegna la pioggia, caduta per tutto il lungo della gara, sia per l’ottima tattica di gara ha poi recuperato posizione su posizione fino a superare la spagnola Varga ad un chilometro dall’arrivo. Rigaudo, arrivata terza dietro anche alla norvegese Platzer, ha quindi confermato l’ottimo stato di forma con una gara condotta sui suoi ritmi che le hanno permesso di avere ancora energie nel finale: "Sono stata regolare, sentivo i consigli di Sandro Damilano (l’allenatore) che mi diceva di tenere il ritmo di 8’40” a giro (circa 4’20” a km) dal 10km in poi. E così ho fatto. Lui mi diceva che se continuavo così sarei arrivata a medaglia. Ma solo entrando nello stadio, vedendo l’arrivo, ho capito che ce l’avevo fatta. Infatti dietro di me vedevo risalire la cinese Liu Hong e non mi ricordavo se avevo da fare ancora un giro di pista nello stadio. Fortunatamente invece c’era subito l’arrivo che mi ha dato la gioia più bella della mia vita". Ma c'è anche un motivo fisico per spiegare questa impresa: "Se le cose sono andate così – ha aggiunto Elisa alla fine della gara - lo devo anche al fatto che a maggio scorso ho scoperto che soffrivo di una bronchite allergica che mi faceva sempre finire le gare con asma e con problemi di respirazione". Una svolta quindi nella sua vita arrivata a maggio scorso: "Si, perché curata quella bronchite poi mi sono potuta allenare su livelli che mi hanno portato a questo stato di forma". A dimostrazione delle ottime condizioni fisiche, il tempo di 1.27'12" di Elisa Rigaudo, oltre a darle il bronzo, le fa anche migliorare il suo primato personale. Si tratta della sedicesima medaglia che la marcia porta al bottino azzurro nel medagliere di sempre, da quando Fernando Altimani vinse il bronzo nei 10.000 di Stoccolma 1912 (diventata poi dal 1952 la 20km). Una medaglia (oro) dalla marcia sui 3000 metri, 3 dalla 10.000, 5 (2 ori e 3 bronzi) dalla 20km, 5 (2 ori e 3 bronzi) dalla 50km e 2 dalle donne (l’argento di Elisabetta Perrone nella 10km ad Atlanta 1996 e questo di oggi). Ennesimo successo anche per Sandro Damilano che, con questo bronzo, porta il suo bottino personale di tecnico a 43 medaglie in gare internazionali.

Jamaica Airlines

Beijing 2008_Gazzetta dello Sport
XXIX Olimpiade in tempo reale:
Il dubbio era solo uno: record del mondo oppure no? Usain Bolt ha scelto di mettere il sigillo definitivo a questi Giochi, facendo segnare un pazzesco 19"30 che cancella il primato sui 200 stabilito 12 anni fa (19"32, 1° agosto '96) da Michael Johnson e scolpendo un altro capolavoro indimenticabile nella galleria delle più grandi imprese di sempre nella velocità. La finale di Pechino 2008 è stato un volo meraviglioso di un fenomeno che non finisce di strabiliare, con gli avversari ridotti al ruolo di semplici comparse. Quattro giorni dopo l’oro (con record del mondo) nei 100 e alla settima prova in cinque giorni, il giamaicano entra come nessun altro aveva saputo fare nel club esclusivo dei grandissimi capaci della doppietta olimpica nello sprint (con lui sono diventati nove i soci del club, l’ultimo era stato Carl Lewis a Los Angeles '84), snocciolando l’ennesima gara di imbarazzante (per i rivali) superiorità. Alle spalle di Nembo Bolt, sempre più simile al Beep Beep dei fumetti, Churandy Martina (19"82, Antille Olandesi) era stato il più veloce dei sette impotenti Coyote che lo inseguivano. Ma dopo la protesta degli Stati Uniti l'ordine d'arrivo ha subìto un piccolo terremoto: squalificati Martina e l'americano Spreamon per salto di corsia, l'argento è andato a Shawn Crawford (Usa, 19"96) mentre Walter Dix, già sul podio dei 100, è bronzo con 19"98. In questo momento non c’è nessuno, sul pianeta Terra, in grado di mettere in discussione una gerarchia talmente netta da far ricorrere senza vergogna alle iperboli più ardite. L’esito scontato di questa finale, già scritto dopo le qualificazioni, non ha tolto emozione alla gara. Il National Stadium, ancora una volta gremito in tutti gli oltre 90mila posti, ha accolto con un boato, alle 16.08 italiane, l’ingresso in pista del protagonista più atteso, il quale ha ripetuto il copione che ha preceduto la finale dei 100: zainetto nero in spalla, passo dinoccolato, ha indugiato a salutare il pubblico come se fosse un meeting qualsiasi. E lo show è proseguito sui blocchi, al momento della presentazione dei finalisti, quando Bolt ha gigioneggiato passandosi ripetutamente la mano sui capelli, prima di mimare lo sparo che è ormai il suo marchio distintivo. Il pubblico ha poi atteso trepidante, in un silenzio irreale, il trionfo annunciato, accompagnando con uno spettacoloso crescendo vocale il volo rasoterra della freccia giamaicana, misteriosamente indenne dalla forza centrifuga che avrebbe dovuto proiettarlo fuori corsia, con una curva disegnata a velocità pazzesca. E se il crono ha premiato Bolt con il record del mondo è anche perché questa volta il nuovo fenomeno dello sprint, che proprio domani compirà 22 anni (e dopo la gara si è visto regalare l’Happy Birthday dall’intero stadio), ha continuato a spingere con forza, dando sfogo alla propria euforia solo dopo la linea d’arrivo, su quella dirittura in cui Usain si è ritrovato solo, sparato davanti a tutti gli umani dalle sue magiche, lunghe, leggere ma esplosive leve. Il record del mondo era destinato a cadere, aveva ammesso pochi giorni fa (e non per scaramantica prudenza) lo stesso Michael Johnson, e Bolt riaccende con questa sensazionale impresa la festa di un Paese che si riscopre il paradiso della velocità. Lo smacco più grande è per gli Stati Uniti, che senza Gay (infortunatosi ai Trials di giugno e qui assente nella specialità) si ritrovano ridotti a semplici paggi del nuovo incontrastato sovrano dello sprint. E questo regno promette di durare molto a lungo.

La Sensini non tradisce, è argento

Beijing 2008_Corriere della Sera
Alessandra Sensini ha conquistato l'argento nella specialità Rs:x. L'azzurra ha vinto la medal race, ultima regata della serie, ma non le è bastato per conquistare l'oro, andato alla concorrente cinese, terza nella gara di oggi. E' la quarta medaglia olimpica della Sensini dopo l’oro di Sydney 2000 e le medaglie di bronzo ottenute ad Atene 2004 ed Atlanta 1996.Nella boxe bene Vincenzo Picardi (categoria pesi mosca) batte il suo avversario nei quarti e va in semifinale conquistando così almeno la medaglia di bronzo (che nella boxe va ad entrambi i semifinalisti sconfitti, visto che non esiste la finale per il terzo e quarto posto). Prova di carattere per gli uomini della pallavolo, che battendo la Polonia al tie-break (parziali: 25-19, 25-22, 18-25, 26-28, 17-15) si sono qualificati per le semifinali. L'incontro è stato difficile. Gli azzurri, in vantaggio 2-0, sono stati raggiunti dalla Polonia. Il tie break è stato teso ed emozionante e sull'onda del successo ora gli azzurri intendono dare battaglia contro il favoritissimo Brasile. «Faremo di tutto per conquistare il podio» avverte il ct Anastasi. Nella finale del martello femminile, Clarissa Claretti si è piazzata settima, lanciando a 71,33 metri. L'oro è andato invece alla bielorussa Akasana Miankova che ha raggiunto i 76,34. Giuseppe Gibilisc si è qualificato per la finale di salto con l'asta con la misura di 5,65 m. Beatrice Adelizzi e Giulia Lapi sono giunte settime nel duo. Martina Grimaldi si è piazzata decima nel fondo 10 km donne. Italia-Canada 13-11 nel torneo per i piazzamenti. Venerdì incontrerà l'Australia per il settimo posto. Le azzurre del K4 Stefania Cicali, Alessandra Galiotto, Fabiana Sgroi e Alice Fagioli sono arrivate terze nella loro semifinale, alle spalle della barca spagnola e di quella giapponese, qualificandosi così alla finale con il tempo di 1'37"887. Eliminate nel singolare femminile Nikoleta Stefanova eWenling Tang Monfardini. Passa il primo turno Mihai Bobocica. nel singolo maschile. Manuel De Vecchi si è qualificato per le semifinali nella Bmx uomini, che si svolgeranno giovedì. Fabian Heidegger è arrivato 20mo nella classe RS:X maschile. Diego Negri e Luigi Viale sono decimi nella classifica provvisoria della classe Star: gli italiani sono arrivati sesti nell'ottava regata e quinti nella decima; Edoardo Bianchi, Francesco Marcolini sono ottavi in classifica nella classe Tornado: nella nona regata l'equipaggio azzurro è arrivato ottavo. Quarti pesi mosca (51kg): Vincenzo Picardi ha battuto Walid Cherif (Tunisia) e ha conquistato almeno la medaglia di bronzo. Si sono svolte le eliminatorie per la piattaforma da 10 metri femminile: Tania Cagnotto e Valentina Marocchi si sono qualificate per la semifinale. Le azzurre hanno chiuso la serie dei preliminari rispettivamente 11ma con il punteggio di 328.30 e 15ma con 313.05. In testa la coppia di cinesi Chen Ruolin (428.80) e Wang Xin (420.30).

19.8.08

"Peccato Igor"

Beijing 2008_Datasport
Un errore, un’imperfezione e la medaglia olimpica sfugge. Igor Cassina deve accontentarsi del quarto posto, un altro per la ginnastica italiana, dopo quello di ieri di Coppolino. Questa volta, pero`, non sono i giudici a togliere la soddisfazione all’azzurro, perche` l’errore c’e` stato e, purtroppo, e` stato pagato amaramente dall’olimpionico di Atene 2004.Dopo una prima parte di gara praticamente perfetta, tra il boato del pubblico del National Indoor Stadium, Cassina non completa un giro e perde quel mezzo punto che sara` poi fatale per non salire sul podio anche qua a Pechino. Un vero peccato perche` il milanese ha dimostrato di esserci e che una medaglia era possibile, magari non l’oro come quattro anni fa (questa volta vinto dal cinese Kai Zou), ma almeno un bronzo si poteva fare.Finisce con le lacrime del tecnico Maurizio Allievi, ancora scosso per il verdetto della giuria di ieri agli anelli. “Ci hanno rubato una medaglia, Coppolino doveva essere sul podio. Per oggi, niente da dire”, ha detto appena chiusa la gara alla sbarra. Invece, partita tra mille speranze e grandissime attese, la ginnastica italiana torna a casa con un mesto zero nella casella delle medaglie. Al loro posto ci sono tanti rimpianti e tante polemiche ma, purtroppo, questo non incrementa il medagliere.

Romero, una raffica che vale il bronzo

Beijing 2008_Corriere della Sera & Agenzia ANSA Italia
XXIX Olimpiade in tempo reale:
All'inizio la speranza c'era. Il 24enne Diego Romero, origini argentine, aveva stupito tutti nelle prime prove sul campo di regata di Qingdao. Piazzandosi subito nelle posizioni di vertice della classifica, ha sempre giocato bene le sue carte puntando a una medaglia. Ma nelle ultime prove aveva fatto qualche passo indietro, presentandosi al via dell'ultima regata, quella per la medaglia, quinto in classifica. Ci voleva una rimonta per salire sul podio e Romero l'ha ottenuta. Piazzandosi terzo nella "medal race" ha conquistato il bronzo. E' la prima medaglia italiana ai Giochi in questa classe. L'oro è stato vinto dal britannico Goodison, argento lo sloveno Zbogar. Irraggiungibile l'inglese al comando della graduatoria, Romero aveva da superare davanti a sé lo svedese Mygren, il portoghese Lima e lo sloveno. L'unica possibilità per salire sul podio era metterli dietro a sè nell'ultima regata. E Diego ci riesce con due di loro. Non con Zbogar, che anzi nella "medal race" è secondo dietro al neozelandese Murdoch e arriva alla medaglia d'argento. Si gareggia, ancora una volta, con vento molto leggero, condizioni nelle quali serve molta concentrazione per sfruttare ogni situazione favorevole e non fare errori che diventerebbero irrimediabili. L'azzurro parte bene, alla prima boa è quarto. Il neozelandese e lo sloveno hanno già un buon vantaggio, poi c'è la Francia, che Romero supera nel primo lato di poppa. Da lì in avanti Romero può solo cercare il colpaccio, ovvero raggiungere i primi due. Ma è difficile, lo svantaggio è di circa 70 metri e rimane pressoché invariato. Il neozelandese vuole il successo personale e lo sloveno vede l'argento. Nessuno dei due si distrae. Non lo fa nemmeno Romero, che ha alle spalle, e lontani, Lima e Mygren. Diego gonfia la vela dell'ultimo lato verso la linea d'arrivo e pensa alla medaglia che va ad aggiungersi a quelle di Straulino, della Sensini, di Devoti. Una festa meritata: nel corso di tutte le prove Romero ha mostrato regolarità e senso tattico. Il successo di oggi non è frutto del caso e Diego può puntare con convinzione a migliorarsi a Londra 2012. Alessandra Sensini perde il comando della classifica nella gara del windsurf (classe Rs:x). Nell'ultima regata prima della "medal race" di domani, si è piazzata ottava. In testa alla classifica è tornata la cinese Yin Jian, grande antagonista dell'azzurra per la vittoria finale. Come in altre occasione, le condizioni divento leggero non hanno favorito l'azzurra. Per le medaglie tutto si decide domani. Nella classe Tornado Francesco Marcolini e Edoardo Bianchi hanno vinto l'ottava regata: anche in questa classe gli azzurri, ora terzi, possono puntare a medaglie.

18.8.08

Vai Tatanka!

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XXIX Olimpiade in tempo reale:
Clemente Russo ha un coraggio da leone; il suo sguardo prima del match contro l'ucraino Oleksandr Usyk lasciava capire che non avrebbe lasciato nulla di intentato per conquistare la strada verso il podio. Uno sguardo determinatissimo, quasi feroce. E se qualcuno pensa ai famosi occhi della tigre portati al successo dalla saga di Rocky farebbe bene a pensare a due occhi così. Il pugile, che già prima delle Olimpiadi aveva fatto parlare di sé dopo la polemica con il ministro Giorgia Meloni, non così convinta di volere vedere sfilare nel Nido d'Uccello gli atleti azzurri, stavolta ha fatto notizia con i suoi pugni.
Pesanti, precisi, severi; una prestazione perfetta, senza una sola indecisione e con una partenza micidiale che ha letteralmente ubriacato Usyk, ventiduenne di belle speranze considerato tra i favoriti per la medaglia d'oro. Il vantaggio prima dell'ultima ripresa era netto per Russo, 7-2: e qui è stato bravo a contenere senza strafare, senza prendersi rischi inutili ma senza neppure correrli sprecando un paio di controffensive e concedendo due soli due colpi al suo avversario che valgono il 7-4 finale in favore dell'azzurro che irrompe in semifinale ed è già sicuro di una medaglia di bronzo. Che almeno a lui non basta: "Io sono il numero 1 al mondo - spiega al termine del match con estrema sicurezza - mi sento davvero il più forte al di là del fatto che sono campione in carica, vincerò anche l'oro olimpico e poi dedicherò la medaglia più pregiata a quelli che non ci volevano fare sfilare alla cerimonia di apertura qui a Pechino. Anzi, andrò dalla signora ministro, ho mille cose da dirle...".
Ora sulla strada verso l'oro affronterà l'americano
Deontay Wilder, un pugile di buona tecnica che vanta un eccellente allungo ma che soprattutto è temibile per la sua altezza (2.01) e una guardia difficile da incrinare: potrebbe essere una bella rivincita considerando che a Los Angeles, nel 1984, Francesco Damiani quell'oro lo avrebbe meritato. E un arbitraggio molto discutibile glielo scippò a favore dello statunitense di turno: Tyrell Biggs. Per non parlare di Angelo Musone, 'condannato' al bronzo perché battuto in modo forse anche più scandaloso, sempre a Los Angeles e in semifinale da Tillmann, americano anche lui.
Su Russo, soprannominato Tatanka, il bisonte, si stanno appoggiando gli occhi dei grandi promoter: "Oggi un'agente di Don King lo stava corteggiando ma per il professionismo c'è tempo" dice Damiani che lo conosce bene e fa il tifo per lui. Non solo l'avvenente agente di Don King punta Tatanka, ma anche altre donne sembrano averlo notato. Russo è tra gli atleti più fotografati delle Olimpiadi: il suo sorriso da duro piace molto alle donne. Anche se Laura Maddaloni, la fidanzata judoka, picchia forte: "Meglio non farla arrabbiare" ammette Clemente che come regalo prematrimoniale le ha promesso un gioiello tutto d'oro: la medaglia.

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«Sono il numero 1, sono il più forte al mondo, dunque ora vinco l'oro olimpico». Il peso massimo Clemente Russo è ottimista. Anzi, la vittoria contro l'ucraino Oleksandr Usyk, battuto ai punti (7-4) ha rafforzato le certezze del pugile italiano campione del mondo in carica. Russo non sembra disposto ad accontentarsi della medaglia di bronzo, già garantita dalla vittoria contro l'ucraino che gli consente l'accesso alla semifinale, dove se la dovrà vedere con lo statunitense Deontay Wilder. Cerca l'oro Russo e rilancia: «Quando avrò conquistato quella più pregiata, risponderò a chi diceva che non saremmo dovuti venire a Pechino. Andrò dal ministro Giorgia Meloni, ho tante cose da dirle...». Il riferimento è alle polemiche nate dopo l'invito del ministro e dell'esponente del Pdl Maurizio Gasparri a disertare l'apertura dei Giochi in segno di protesta contro la violazioni dei diritti umani attuata da Pechino e di sostegno alla causa tibetana. Russo in quell'occasione aveva pubblicamente risposto alla Meloni. E ora, alla notizia di una medaglia certa, il pugile accenna alla querelle. Nessun commento sull'argomento ma solo una grande soddisfazione per il risultato di Russo invece da parte del ct della boxe italiana, Francesco Damiani: «Quest'anno sfatiamo» ha detto per commentare la vittoria di Clemente. Damiani è soddisfatto e pensa già al match di domani che vedrà come protagonista Cammarelle. «Oggi abbiamo fatto un primo passo, domani con Cammarelle faremo il resto, e per martedì punto molto su Picardi». Il ct azzurro ha parole d'elogio per Russo: «Forse dal punto di vista tecnico era sfavorito ma lui è stato perfetto tatticamente e nelle prime tre riprese ha annientato il suo avversario. Ho un gruppo fantastico, finalmente hanno capito dove devono menare», dice Damiani mostrando il suo labbro ferito.

17.8.08

Un lampo illumina la Repubblica Ceca

Passion_Still_Lives_Here_Gazzetta dello Sport
Valentino Rossi ha ipotecato il Mondiale MotoGP 2008. Il pesarese ha infatti vinto il GP della Repubblica Ceca e grazie al contemporaneo ritiro di Casey Stoner ha ora 50 punti di vantaggio sul campione del mondo. Il colpo di scena al settimo giro della gara: Stoner era al comando, ma cercando di staccare Valentino, dietro di 1"3, ha commesso un errore in un ingresso di curva a destra ed è scivolato rovinando irrimediabilmente la sua Ducati. Rossi ha così vinto in scioltezza con mezza pista di vantaggio su Toni Elias e Loris Capirossi. Da segnalare il settimo posto di Marco Melandri. La gara è sostanzialmente finita lì perché Stoner e Rossi avevano già una decina di secondi di margine su tutti gli altri. Casey a caldo ha detto che non stava spingendo troppo. In realtà però è apparso abbastanza chiaro che stava tentando di forzare e che la sua Desmosedici forse aveva qualcosa in più della Yamaha di Rossi. Il quale però ci stava mettendo del suo per restare incollato al rivale. Riuscendoci perfettamente. L'impressione è che Stoner sia stato ancora messo sotto pressione da Vale e abbia, un'altra volta, pagato il confronto ravvicinato. Dopo la batosta di Laguna Seca questa gara era molto attesa per capire come l'australiano avrebbe saputo reagire. E quanto accaduto è forse ancora più indicativo e decisivo perché gli costa la possibilità di contare solo sulle sue forze per rivincere il titolo. A sei gare dalla fine del campionato 50 punti non sono irrecuperabili. Ma per quanto visto in pista sarà difficile che qualcuno possa levare punti a Valentino, potenzialmente campione anche con sei secondi posti. La forza mentale di Rossi vista nelle ultime due gare, poi, lascia già intuire come andrà a finire.